Australia, studio svela l’impatto devastante di un progetto di estrazione: rilascerà 876 milioni di tonnellate di CO2

Un nuovo studio ha calcolato le conseguenze drammatiche di un nuovo, grande progetto di estrazione di combustibili fossili in Australia, che cozza fortemente con l'urgenza e la necessità di abbattere le emissioni di CO2 (anidride carbonica) e altri gas climalteranti per scongiurare i catastrofici e irreversibili effetti del riscaldamento globale. Le autorità che approvano simili operazioni spesso indicano che gli effetti dei singoli progetti sono “trascurabili”, rispetto al computo globale delle emissioni delle attività umane, tuttavia la ricerca ha evidenziato una realtà molto diversa. Siamo infatti molto lontani dal classico e inopportuno discorso della "goccia nell'oceano", dato che l'impatto del progetto Scarborough – legato alla produzione del costoso gas naturale liquefatto o GNL – è ben quantificabile. Le conseguenze sociali, economiche e ambientali rilevate dagli scienziati sono significative e si scontrano frontalmente con i proclami dei governi sugli obiettivi per la transizione ecologica. Basti sapere che, nel corso della sua vita operativa di 31 anni, il progetto determinerà l'immissione di ben 876 milioni di tonnellate di CO2 in atmosfera.
A determinare che il progetto Scarborough approvato in Australia per l'estrazione di gas naturale avrà significative ripercussioni sulla crisi climatica in atto è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati della Facoltà di ricerca in Scienze della terra dell'Università Nazionale Australiana (ANU), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di vari istituti. Fra quelli coinvolti il Centro di eccellenza ARC per il meteo del 21° secolo, la Facoltà di Scienze e Ingegneria dell'Università James Cook, la Facoltà di Geografia e Ambiente dell'Università di Oxford, la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università del Nuovo Galles del Sud e altri. I ricercatori coordinati dalla professoressa Nerilie J. Abram sono giunti alle loro conclusioni dopo aver utilizzato un metodo chiamato “Risposta Climatica Transitoria alle Emissioni di CO2” o TCRE per valutare l'aumento della temperatura media (e le sue conseguenze) a partire dalle emissioni di CO2 – il principale dei gas a effetto serra – che verranno rilasciate a causa del sopracitato progetto.
Come indicato dal Sesto rapporto di valutazione dell'IPCC, “ogni tonnellata aggiuntiva di emissioni di CO2 contribuisce al riscaldamento globale”. E di tonnellate, il progetto Scarborough, nell'atmosfera terrestre ne rilascerà parecchie: come indicato ben 876 milioni, nel corso di circa tre decenni di estrazione a partire dal 2026, nei giacimenti di Scarborough e North Scarborough al largo della costa dell'Australia Occidentale. Le emissioni sono legate sia alla produzione offshore del GNL che al suo utilizzo sul territorio nazionale. Secondo gli esperti, entro il 2049 esse rappresenteranno circa il 50 percento del bilancio annuale totale dell'Australia. La professoressa Abram e colleghi hanno calcolato che l'immissione di queste tonnellate di CO2 contribuirà a un aumento della temperatura media di 0,00039 gradi Celsius. Potrebbe sembrare un valore piccolo, ma non lo è affatto, considerando le conseguenze che ciò comporta.
Secondo gli autori dello studio, infatti, questo aumento si tradurrà in oltre mezzo milione in più di persone esposte a ondate di calore senza precedenti, mentre altre 350.000 si troveranno invece al di fuori della cosiddetta “nicchia climatica umana” (quella in cui le società umane hanno potuto prosperare per secoli). Tale aumento comporterà anche centinaia di decessi in più per il caldo si in Europa, inoltre andrebbero perse altre 16 milioni di colonie di coralli della Grande Barriera Corallina australiana sita innanzi alle coste del Queensland, che a causa del caldo anomalo sta andando incontro a molteplici e gravissimi fenomeni di sbiancamento. Queste sono solo alcune delle conseguenze rilevate dagli scienziati a causa delle emissioni del nuovo progetto di estrazione.
“La maggior parte dei nuovi progetti australiani sui combustibili fossili descrive le emissioni di gas serra previste come ‘trascurabili' nel contesto delle emissioni globali e sostiene di non essere in grado di misurare il contributo al riscaldamento globale, ignorando al contempo gli impatti previsti”, ha affermato in un comunicato stampa la coautrice dello studio professoressa Sarah Perkins-Kirkpatrick. “Ma la nostra ricerca dimostra che le emissioni prodotte da questo nuovo progetto sono tutt’altro che trascurabili”, ha aggiunto la scienziata. “In questo caso di studio si dimostra che il riscaldamento aggiuntivo causato dalle emissioni di anidride carbonica del progetto di Scarborough persisterà per decenni o secoli e causerà impatti ambientali e sociali a lungo termine”, le ha fatto eco il professor Andrew King dell'Università di Melbourne, sottolineando che questi risultati sono fortemente in contrasto con chi dice che singoli progetti non abbiano effetti nel contesto delle emissioni globali.
Siamo a un passo dall'apocalisse climatica e operazioni come questa non fanno altro che spingerci ancora di più verso l'abisso, le cui conseguenze sono potenzialmente catastrofiche per l'intera umanità. I dettagli della ricerca “Quantifying the regional to global climate impacts of individual fossil fuel projects to inform decision-making” sono stati pubblicati su Nature Climate Action.