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Aspartame potenzialmente cancerogeno, la conferma dell’OMS: in quali cibi e farmaci si trova

Dopo un’approfondita revisione di studi un comitato congiunto dell’OMS e della IARC ha inserito l’aspartame nell’elenco delle sostanze “potenzialmente cancerogene”. Cosa significa, qual è la dose sicura e in quali cibi e prodotti si trova.
A cura di Andrea Centini
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Come preannunciato alla fine di giugno, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha ufficialmente confermato l'inserimento del dolcificante aspartame tra le sostanze “potenzialmente cancerogene” per l'uomo. Nello specifico, l'aspartame è stato inserito nel Gruppo 2B dell'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), ma la dose giornaliera di assunzione accettabile resta comunque invariata. Si tratta di una decisione molto importante anche a livello commerciale dato che è uno dei dolcificanti non zuccherini più consumati al mondo, utilizzato sin dagli anni '80 per rendere “light” una moltitudine di prodotti, dalle bevande zuccherate ai dolci, passando per yogurt, gomme da masticare, dentifrici, alcune tipologie di farmaci e molto altro ancora.

Il Gruppo 2B è un lungo elenco che abbraccia agenti, miscele e composti chimici per la cui esposizione sussistono “limitate prove di cancerogenicità” nell'essere umano e “meno che sufficienti” negli animali. In compagnia dell'aspartame, nella medesima lista, troviamo ad esempio il carbone nero, il cobalto, i bitumi, il gasolio, l'Aloe vera, la benzina, i fumi delle saldature, il nichel e diverse altre sostanze.

La dose di sicurezza dell'aspartame

È doveroso sottolineare che il comitato di esperti che ha valutato i rischi dell'aspartame ha definito come “accettabile” il consumo di 40 milligrammi al giorno della sostanza per chilogrammo di peso corporeo; ciò significa che non ha modificato quella che già era definita come DGA (dose giornaliera accettabile). Entro questa soglia l'aspartame è dunque considerato sicuro dagli esperti. Per superarla, inoltre, bisogna impegnarsi parecchio, dato che, come spiegato nel comunicato stampa dell'OMS, una lattina di bevanda dolcificata ne contiene tra i 200 e i 300 milligrammi; in pratica una persona di 70 chilogrammi dovrebbe bere dalle 9 alle 14 lattine al giorno (senza assumere aspartame da altre fonti) per superarla. Insomma, chi consuma abitualmente cibi contenenti aspartame non deve preoccuparsi se rientra nel range di sicurezza.

I cibi e i farmaci contenenti aspartame

Ma quali sono i cibi dolcificati e gli altri prodotti che possono contenere aspartame? Ricordiamo che è identificato con la sigla E951 e ha un potere dolcificante circa 200 volte superiore a quello del saccarosio. Ecco un elenco:

  • Bevande come succhi di frutta e bibite gassate
  • Gomme da masticare
  • Merendine e snack ipocalorici
  • Yogurt
  • Caramelle
  • Confetti
  • Gelati
  • Dentifrici
  • Gelatine
  • Prodotti per la pasticceria
  • Cereali per la colazione

L'aspartame può essere contenuto anche in alcuni farmaci, in particolar modo quelli prodotti in sciroppi e compresse. Fra essi figurano antidolorifici, antinfiammatori, pastiglie per la tosse, integratori di vitamine, farmaci contro la diarrea e il reflusso gastroesofageo, prodotti per il raffreddore e altri ancora. Naturalmente per sapere se un determinato farmaco contiene aspartame è doveroso consultare il proprio medico / farmacista e leggere attentamente il foglietto dei principi attivi.

Gli studi sull'aspartame

L'aspartame è stato inserito nell'elenco del Gruppo 2B a seguito della revisione di numerosi studi dedicati alla sua salubrità, condotta dagli esperti della IARC in collaborazione col Comitato congiunto di esperti sugli additivi alimentari (JECFA) dell'OMS e dell'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO). I team hanno condotto revisioni indipendenti. Tra gli studi più recenti a puntare il dito contro i possibili rischi di cancro dell'aspartame la ricerca “Artificial sweeteners and cancer risk: Results from the NutriNet-Santé population-based cohort study” pubblicata su PlOS Medicine da scienziati francesi dell'Università Sorbona di Parigi e dell'INSERM.

I risultati dell'indagine, che ha coinvolto oltre 100mila persone, evidenziano una lieve associazione tra il consumo del dolcificante e alcune neoplasie, come il cancro al seno e i tumori legati all'obesità. Vanno tuttavia presi con le pinze, dato che non fanno emergere alcun rapporto di causa – effetto tra il consumo di aspartame e il rischio di cancro; per questo servono indagini molto più approfondite, basate su controlli con placebo, condotte in doppio cieco e così via. La IARC ha trovato l'associazione più forte con il carcinoma epatocellulare, una tipologia di cancro al fegato, ma ribadiamo che secondo gli esperti il consumo dell'aspartame è considerato sicuro entro la soglia giornaliera di 40 mg / kg di peso corporeo.

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