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Covid 19

Ansia, paura del Covid o dubbi sui vaccini? Finalmente sappiamo cosa ci condiziona

L’esitazione nei confronti dei vaccini anti Covid è influenzata da precisi fattori che determinano i ragionamenti alla base di questa tendenza.
A cura di Valeria Aiello
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Cosa può spingerci ad esitare davanti alla protezione offerta dai vaccini anti Covid? E cosa determina invece i ragionamenti a favore della vaccinazione? Lo ha scoperto un team di ricerca canadese in un nuovo studio pubblicato sul Journal of Anxiety Disorders, volto a esplorare i fattori associati alla diffidenza vaccinale: i più comuni, hanno evidenziato gli studiosi, sono legati all’efficacia e alla novità del vaccino, nonché alla paura degli effetti collaterali. Al contrario, i motivi più frequenti per cui le persone sono motivate a ricevere il vaccino sono proteggere gli altri, proteggere se stesse e tornare alla normalità.

Tuttavia, diversamente da quanto si possa pensare, le persone ansiose e quelle non ansiose non differiscono nella propensione alla vaccinazione. È invece il disagio per l’incertezza, ovvero l’insieme di convinzioni negative circa l’insicurezza del vaccino stesso e le sue conseguenze, a predire una maggiore esitazione nei confronti della vaccinazione. In altre parole, a determinare la diffidenza vaccinale non è l’ansia ma una serie di costrutti che, nell’ambito della vaccinazione, i ricercatori hanno identificato nelle visioni del mondo individualistiche, nelle credenze nelle teorie del complotto e nella mancanza di fiducia nelle autorità.

Per lo studio, i ricercatori hanno intervistato 148 persone con e senza disturbi d’ansia, cui hanno chiesto di completare un questionario online che esaminava l’esitazione nei confronti della vaccinazione anti Covid insieme ad altre variabili correlate come, appunto, le convinzioni nelle teorie del complotto, l’individualismo e l’intolleranza all’incertezza. I ricercatori hanno anche esaminato le ragioni principali per cui le persone erano motivate nel ricevere il vaccino e i motivi per cui erano invece titubanti.

I risultati del nostro studio potrebbero suggerire che le persone senza disturbi d’ansia siano preoccupate per l’incertezza relativa al vaccino stesso, mentre le persone con disturbi d’ansia potrebbero vedere il vaccino come un opportunità per ridurre lo stress e l’incertezza legati al virus – ha affermato la dottoressa Aliya McNeil, autrice principale della ricerca e ricercatrice in psicologia clinica presso l’Università di Waterloo- . Ciò può indicare che l’esitazione vaccinale è correlata al modo in cui si valuta l’indipendenza”.

Attraverso l’analisi, il team spera di aver fatto più luce sui reali fattori che determinano l’esitazione vaccinale e di favorire così gli interventi che promuovano l’aderenza alla vaccinazione. “I governi e i dipartimenti di salute pubblica potrebbero voler prendere in considerazione la possibilità di pubblicizzare i vaccini in modi che suscitino meno sentimenti di individualismo – ha aggiunto McNeil – . È importante che le tali campagne aumentino la fiducia nei vaccini, concentrandosi sugli scienziati responsabili del loro sviluppo piuttosto che sulle grandi aziende. Inoltre, normalizzando i sentimenti di incertezza e fornendo informazioni basate sull’evidenza, i governi possono proteggersi dalle preoccupazioni e dai dubbi instillati da informazioni vaghe e incerte”.

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