Anomalo aumento di luminosità per 3I/ATLAS, scienziati: “È più blu del Sole, incremento poco chiaro”

L'oggetto interstellare 3I/ATLAS – molto probabilmente una cometa aliena – ha avuto un brusco e anomalo aumento della luminosità mentre si dirigeva verso il perielio, la minima distanza dal Sole, che è stato raggiunto esattamente mercoledì 29 ottobre. Sebbene non vi è nulla di cui stupirsi per una cometa (presunta) che diventa più luminosa mentre si avvicina al Sole – si tratta fondamentalmente di corpi ghiacciati che sublimano col calore della stella, dando vita anche a spettacolari esplosioni – in questo caso il fenomeno presenta alcune anomalie. A sottolineare la “poca chiarezza” di questo incremento i due scienziati Qicheng Zhang e Karl Battams, rispettivamente del Lowell Observatory e dello U.S. Naval Research Laboratory, dopo aver hanno analizzato i dati raccolti dai coronografi installati su satelliti spaziali per lo studio della nostra stella.
I due ricercatori nel loro nuovo articolo “Rapid Brightening of 3I/ATLAS Ahead of Perihelion”, pubblicato su ArXiv e non ancora sottoposto a revisione paritaria, indicano che tale incremento “supera di gran lunga il tasso di aumento della luminosità della maggior parte delle comete della nube di Oort”, ovvero della remota e gelida regione del Sistema solare da cui provengono le comuni “palle di ghiaccio”. È stato inoltre osservato che 3I/ATLAS è “più blu del Sole”, ovvero che riflette o emette più luce nelle lunghezze d’onda blu rispetto alla stella. Si tratta di ulteriori anomalie che potrebbero alimentare la popolarità della teoria "astronave aliena", avanzata in particolar modo dal professor Abraham Avi Loeb dell'Università di Harvard. Sottolineiamo che al momento sono solo speculazioni senza alcuna base scientifica a supporto.
Attualmente i coronografi risultano fondamentali per raccogliere informazioni su 3I/ATLAS, poiché nei giorni scorsi l'oggetto si è “nascosto” dietro al Sole e dunque agli occhi dei telescopi terrestri; si troverà in questa condizione di occultamento fino alla fine di novembre o all'inizio di dicembre, quando finalmente fuoriuscirà di nuovo dal bagliore solare. Per allora 3I/ATLAS potrebbe essere più luminoso di quanto lo è adesso, oppure affievolirsi, dato che non sono chiari i nuovi dati raccolti dai coronografi. Questi strumenti, in parole semplici, generano una eclissi artificiale “coprendo” con un disco nero la fotosfera (la superficie visibile del Sole), al fine di permettere lo studio di ciò che accade nell'atmosfera solare, come la corona, che è lo strato più esterno e più caldo (milioni di gradi Celsius contro i 5.500 °C della superficie). Il visitatore interstellare, pur non essendo visibile dalla Terra, in questo periodo può essere messo nel mirino dei coronografi installati su sonde e satelliti spaziali, come ad esempio il Solar and Heliospheric Observatory (SOHO) di NASA e Agenzia Spaziale Europea (ESA), il nuovissimo GOES-19 della NOAA e STEREO-A (Ahead) della NASA, che ottiene anche mappe 3D della stella.

Tra settembre e ottobre i dottori Zhang e Battams hanno raccolto i dati fotometrici di 3I/ATLAS con gli strumenti coronografici HI1 (Heliospheric Imager 1) e COR2 (Coronagraph 2) del pacchetto SECCHI su STEREO-A; da C3 – LASCO su SOHO (che ha recentemente catturato due comete "suicide" mentre vengono distrutte dal Sole); e da CCOR-1 (Compact Coronagraph 1) su GOES-19. Tutti mostrano un'impennata di luminosità dell'oggetto mentre si avvicinava al perielio. Più nello specifico, C3 LASCO (acronimo di Large Angle and Spectrometric Coronagraph) è lo strumento che ha rilevato che 3I/ATLAS risulta molto più blu del Sole; questo colore “suggerisce che ora è il gas luminoso, non la polvere, a dominare la sua luminosità”, ha spiegato l'astrofisico Tony Phillips di Spaceweather.com. Lo strumento CCOR-1 ha invece determinato che l'oggetto ha una chioma con un diametro apparente di 4 minuti d'arco di larghezza, circa il 13 percento del diametro apparente della Luna Piena (che è di 30 minuti d’arco o 0,5°).
Ma perché è così anomalo questo incremento repentino di luminosità? Gli autori dello studio hanno rilevato che la luminosità di 3I/ATLAS è aumentata di 181 volte al dimezzamento della distanza dal Sole (una crescita esponenziale di 27.5), un valore che è molto superiore a quello tipico per le comete provenienti dalla Nube di Oort. Siamo infatti al doppio della velocità rispetto a quanto si era intensificata la luminosità all'inizio dell'anno. Per gli esperti si tratta di un'anomalia che potrebbe essere spiegata dall'improvvisa sublimazione del ghiaccio d'acqua nel nucleo della cometa.
“La ragione del rapido aumento di luminosità di 3I, che supera di gran lunga il tasso di aumento di luminosità della maggior parte delle comete della Nube di Oort a r (distanze NDR) simili, rimane poco chiara”, spiegano Zhang e Battams nello studio. “È possibile che la sua sublimazione di H₂O – proseguono gli esperti – sia stata frenata in precedenza dal raffreddamento dovuto alla sublimazione di CO₂, che è rimasta insolitamente dominante a r∼ 3 UA, forse correlata al suo rapido avvicinamento al Sole rispetto ad altre comete”. A contribuire sono possibili anche “anomalie nelle proprietà del nucleo, come composizione, forma o struttura, che potrebbero essere state acquisite dal suo sistema ospite o durante il suo lungo viaggio interstellare”, hanno chiosato gli esperti.
Poiché non vi è una “spiegazione fisica consolidata” per questo fenomeno, i ricercatori ritengono incerto il comportamento atteso di 3I/ATLAS dopo il perielio, nel senso che la luminosità potrebbe risultare superiore così come essere affievolita. Non resta che attendere le prossime analisi, comprese quelle delle sonde che viaggiano nel cuore del Sistema Solare (ad esempio Juice e Juno). Saranno preziose anche per smentire o corroborare l'ipotesi anticonvenzionale dell'astrofisico Avi Loeb dell'Università di Harvard, secondo cui questa serie di anomalie potrebbe essere il risultato di tecnologia aliena all'opera.