3I/ATLAS, studio smonta l’ipotesi astronave: “Accelerazione non gravitazionale e dimensioni da cometa”

L'oggetto interstellare 3I/ATLAS mostra un'accelerazione non gravitazionale tipica di una cometa e il suo nucleo ha un raggio che rientra in un range comune, ovvero tra i 260 e i 370 metri, osservato spesso nei piccoli astri chiomati che attraversano abitualmente il Sistema solare. È quanto emerso da un nuovo studio sottoposto a revisione paritaria pubblicato su Research Notes of the AAS (acronimo di American Astronomical Society), evidenziando ciò che la stragrande maggioranza degli astronomi e degli astrofisici sostiene da tempo: 3I/ATLAS è un oggetto assolutamente naturale che si comporta come tale, ovvero da cometa interstellare. Le sue anomalie, spesso evidenziate dal professor Avi Loeb dell'Università di Harvard, non sono altro che il risultato della velocità estrema con cui la cometa è entrata nel Sistema solare e legate al fatto che per lunghissimo tempo non ha interagito con altre stelle. Lo ha spiegato a Fanpage.it anche l'astrofisico dell'Università La Sapienza di Roma Paolo De Bernardis. Di fatto, il nuovo studio smonta la controversa ipotesi alternativa dell'oggetto artificiale – l'astronave aliena – avanzata più volte dal professor Loeb, che nel suo ultimo articolo pubblicato sul blog Medium ha riportato la “quattordicesima anomalia” (legata alla bassa probabilità di allineamento entro 8° tra l'asse di rotazione di 3I/ATLAS e la direzione del Sole).
A condurre il nuovo studio sull'accelerazione non gravitazionale e le dimensioni del terzo visitatore interstellare (dopo 1I/'Oumuamua e 2I/Borisov) è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati della Space Initiatives Inc di Princeton (Stati Uniti), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di vari istituti. Fra quelli coinvolti l'Istituto per gli studi interstellari (i4is US), il Jet Propulsion Laboratory della NASA, l'Università del Lussemburgo SnT e l'Osservatorio dell'Università La Sorbona di Parigi. I ricercatori, coordinati dal dottor T. Marshall Eubanks, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato i dati raccolti da sonde che hanno messo nel mirino 3I/ATLAS nelle ultime settimane. Più nello specifico, sono stati utilizzati quelli di Psyche della NASA, una sonda lanciata per studiare l'asteroide 16 Psyche, e il Mars Trace Gas Orbiter dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) in orbita attorno al Pianeta Rosso. “Abbiamo misurato l'accelerazione non gravitazionale di 3I/ATLAS utilizzando l'astrometria a lunga base della sonda spaziale Psyche della NASA e del Mars Trace Gas Orbiter dell'ESA. I risultati sono piuttosto tipici delle comete ordinarie, e certamente non da record”, ha sottolineato il dottor Eubanks in una citazione riportata dal portale specializzato in meteo spaziale spaceweather.com. Il valore rilevato per l'accelerazione è di circa 5 × 10⁻⁷ ms⁻² , del tutto simile a quella di tante comete di piccole dimensioni che attraversano il Sistema solare.

L'accelerazione non gravitazionale, evidenza l'astrofisico Tony Phillips che gestisce spaceweather.com, non sottointende affatto che 3I/ATLAS possa essere un'astronave, perché è una caratteristica che accomuna tutte le comete. “L'accelerazione non gravitazionale deriva dalla leggera spinta che le comete subiscono a causa del loro stesso degassamento. Getti di materiale ghiacciato che sublimano dal nucleo rinculano come minuscoli motori a razzo, deviando la cometa dalla traiettoria che seguirebbe sotto la sola forza di gravità”, evidenzia lo scienziato. I getti multipli osservati più volte attorno a 3I/ATLAS, pertanto, non sono altro che il risultato della sublimazione del ghiaccio attorno al nucleo innescato dal riscaldamento del Sole, processo che dà vita anche alla chioma e alle code delle comete (queste ultime plasmate dalla pressione della radiazione solare). Il professor Avi Loeb ha spiegato più volte che i getti potrebbero essere prodotti da propulsori tecnologici e che le analisi spettroscopiche possono determinare se sono naturali o artificiali, tuttavia, al momento, non c'è nulla che possa suggerire che non siano appunto il semplice effetto del degassamento. Anche l'anti-coda rivolta verso il Sole di 500.000 chilometri – reale e non un'illusione prospettica – può essere spiegata dalla rotazione del nucleo.
Per quanto concerne le dimensioni, il valore dell'accelerazione non gravitazionale combinato con altri parametri ha permesso agli scienziati coordinati dal dottor Eubanks di stimare massa e dimensioni di 3I/ATLAS, rispettivamente 44 milioni di tonnellate e un raggio compreso tra i 260 e i 370 metri. “Ancora una volta valori del tutto tipici”, spiega il dottor Phillips. Ciò che rende questi risultati particolarmente preziosi e significativi è il fatto che sono riportati in uno studio sottoposto a revisione paritaria, ovvero che ha passato la revisione da parte di altri scienziati, una prassi consolidata e necessaria per certificare la correttezza di uno studio. In poche parole, hanno molto più valore di osservazioni pubblicate su un blog, per quanto autorevole sia chi le scrive.
In conclusione, 3I/ATLAS “presenta un evidente degassamento cometario con un'accelerazione non gravitazionale corrispondente”, ha sottolineato il dottor Phillips, aggiungendo che affermare che questo possa essere riferito a un veicolo spaziale "non corrisponde ai dati." "3I/ATLAS è esotico e meraviglioso. È anche una cometa”, ha chiosato lo scienziato.