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3I/ATLAS ora ha strane code multiple, Avi Loeb: “Possibili getti dei motori di un’astronave”

Poco prima dell’alba di sabato 8 novembre i “cacciatori di comete” hanno scattato ed elaborato alcune immagini dell’oggetto interstellare 3I/ATLAS, tornato visibile dalla Terra. Gli scatti mostrano diverse e code puntare in più direzioni, una struttura strana e complessa. Secondo il professor Avi Loeb potrebbe essere la prova dei getti rilasciati dai propulsori di un’astronave aliena in manovra.
A cura di Andrea Centini
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3I/ATLAS fra le stelle. Credit: International Gemini Observatory/NOIRLab/NSF/AURA/K. Meech/ Jen Miller/Mahdi Zamani
3I/ATLAS fra le stelle. Credit: International Gemini Observatory/NOIRLab/NSF/AURA/K. Meech/ Jen Miller/Mahdi Zamani

In alcune nuove immagini dell'oggetto interstellare 3I/ATLAS scattate l'8 novembre si vedono strane e insolite code multiple, delle quali almeno una è rivolta verso il Sole (una anti-coda). Secondo il professor Abraham Avi Loeb dell'Università di Harvard potrebbero essere i getti dei motori a razzo di un'astronave in viaggio nel cuore del Sistema solare, un'ipotesi che sostiene da tempo sulla base delle diverse anomalie rilevate. Per la stragrande maggioranza degli esperti, tuttavia, 3I/ATLAS è chiaramente una cometa aliena, ovvero proveniente da un altro sistema stellare, alla luce delle caratteristiche cometarie – seppur insolite – rilevate sino ad oggi. Le code multiple sarebbero il risultato del recente passaggio al perielio, il punto di avvicinamento massimo al Sole avvenuto il 29 ottobre; tale passaggio, a causa dell'aumento del calore, avrebbe catalizzato la sublimazione del ghiaccio superficiale in più punti dell'astro chiomato, dando vita ai diversi getti. Ma per il professor Avi Loeb non è possibile ancora dimostrarlo con certezza e non possiamo escludere di trovarci innanzi a un “un insieme di propulsori a getto utilizzati per la navigazione di un veicolo spaziale”, come spiegato in un articolo pubblicato su Medium.

Le nuove immagini di 3I/ATLAS dopo il perielio

Le nuove immagini derivano da osservazioni effettuate da una montagna non specificata alle 04:10 del Tempo Coordinato Universale (UTC) – le 05:10 in Italia – di sabato 8 novembre 2025. Come abbiamo spiegato in questo articolo, infatti, in questi giorni 3I/ATLAS è osservabile prima dell'alba anche dal nostro Paese con un telescopio amatoriale. Gli scatti sono stati ottenuti ed elaborati da Michael Jäger, Enrico Prosperi e Gerald Rhemann, esperti ‘cacciatori di comete‘ e autori di fotografie meravigliose, molte delle quali vengono condivise nel gruppo Facebook ICQ Comet Observations. Trovate il post relativo alle immagini di 3I/ATLAS cliccando su questo link (purtroppo i post nei gruppi non possono essere inseriti negli articoli, come quelli normalmente presenti sulle bacheche).

Questa mattina presto – spiega Jäger che ha condiviso il post – 3I/ATLAS ha mostrato una complessa struttura della coda”. L'oggetto è stato osservato a 29 gradi di elongazione dal Sole, ovvero l'angolo apparente tra la stella e l'oggetto. “L’immagine somma ottenuta da 24 pose da 35 secondi nel verde, 2 da 35 secondi nel rosso e 2 da 35 secondi nel blu con RASA da 11″ (telescopio Rowe-Ackermann Schmidt Astrograph da 11 pollici di apertura NDR) mostra una chioma di 5′ d’arco e 4–5 code o getti: 400″ a PA 0°, 500″ a PA 316°, 900″ a PA 295°, 430″ a PA 278° e una contro-coda di 200″ a PA 109°”, ha affermato l'esperto. Ricordiamo che PA è l'acronimo di “position angle” ed è un angolo misurato tra il Nord e l'Est in senso antiorario, utile proprio a determinare la direzione delle code di una cometa.

Jäger spiega che la cometa si trovava a 7-10° sopra l'orizzonte quando è stata immortalata “sotto la luce intensa della Luna”, prima che il crepuscolo disturbasse le riprese. Sono immagini spettacolari che mostrano un'insolita struttura della coda, ben diversa da quella osservata nella cometa C/2025 A6 (Lemmon) che ha dato spettacolo nel cielo lo scorso mese. Le ragioni possono essere diverse; si calcola infatti che la cometa sia più antica del Sistema solare – potrebbe avere 10 miliardi di anni – e che provenga dal disco sottile della Via Lattea. Durante questo lunghissimo viaggio, per almeno le ultime decine di milioni di anni, non avrebbe avuto incontri ravvicinati con altre stelle, pertanto il riscaldamento indotto dal Sole potrebbe aver “rotto” (sublimato) il guscio ghiacciato dell'oggetto in più punti, dopo un periodo lunghissimo senza alcuna interazione di questo tipo. Ma come indicato, per Avi Loeb questi getti potrebbero essere il risultato dei propulsori di un'astronave in manovra.

L'ipotesi dei motori accesi

I veicoli spaziali, del resto, sono dotati di ugelli direzionabili (gimballed nozzles) fondamentali per cambiare direzione nello spazio, non essendoci atmosfera e le superfici aerodinamiche sono inutili. Se non c'è aria, puoi cambiare direzione solo modificando l'angolo della spinta. Questi ugelli erano presenti sullo Shuttle (in "pensione" da tempo) e li ritroviamo anche sul Falcon 9 di SpaceX, sui telescopi spaziali e moltissimi altri veicoli in orbita; li si può vedere in azione anche in film come Interstellar o in Apollo 13. Quando si attivano rilasciano dei getti ben visibili. Se 3I/ATLAS fosse un'astronave, come suggerisce Avi Loeb, sarebbe enorme, pertanto i getti dei motori sarebbero lunghissimi, come si evince dalle immagini.

Dato che un gran numero di getti appare in molte direzioni, la riportata accelerazione non-gravitazionale di 3I/ATLAS (come discusso qui) richiede che sia stato espulso molto più del 10–20% della sua massa iniziale vicino al perielio. Solo una frazione di quella massa porta con sé un eccesso di quantità di moto in una direzione preferenziale”, spiega il docente presso il Dipartimento di Astronomia dell'Università di Harvard. “Questo significa – prosegue Avi Loeb su Medium – che la nube di detriti attorno a 3I/ATLAS deve rappresentare una parte sostanziale della sua massa iniziale, se si tratta di una cometa naturale. Tuttavia, dei propulsori tecnologici potrebbero dare all’oggetto una spinta con una quantità di massa molto minore espulsa a velocità più alta”. Avevamo discusso dell'accelerazione non gravitazionale di 3I/ATLAS in questo articolo.

In una dichiarazione di riportata dal portale specializzato in meteo spaziale spaceweather.com, Michael Jäger indica che l'astrometria di 3I/ATLAS “ha mostrato che continua a seguire le effemeridi”, ovvero tabelle che indicano e calcolano in anticipo la posizione dei corpi celesti in un dato momento. In pratica, l'oggetto interstellare sta andando nella direzione prevista. “Gli scarti erano migliori di 1 secondo d'arco. Non ha rallentato né rilasciato piccole astronavi”, ha aggiunto l'esperto, riferendosi a una delle teorie di Avi Loeb, in base alla quale 3I/ATLAS avrebbe potuto rilasciare sonde a ridosso del perielio. In altri termini, non ci sono prove che abbia cambiato direzione o effettuato decelerazioni, pertanto ciò che vediamo sarebbero semplicemente gli effetti della sublimazione del ghiaccio superficiale attorno al nucleo cometario. Ulteriori osservazioni saranno preziose per determinare con precisione le caratteristiche di questo affascinante visitatore venuto da lontano.

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