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Oggetto interstellare 3I/ATLAS

3I/ATLAS in avvicinamento alla Terra mantiene l’anti-coda, Avi Loeb: “Non illusione ottica ma getto fisico”

Un’immagine dell’oggetto interstellare 3I/ATLAS ottenuta il 13 dicembre 2025 mostra che ha ancora l’anti-coda. Secondo l’astrofisico Avi Loeb ciò è insolito per le comete, dato che siamo innanzi a un “getto fisico reale” e non a una “illusione prospettica”. Il visitatore alieno venerdì 19 raggiungerà la distanza minima della Terra (totalmente sicura).
A cura di Andrea Centini
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Immagine del 13 dicembre 2025 che mostra l’anti–coda di 3I/ATLAS rivolta verso il Sole. Credit: Teerasak Thaluang
Immagine del 13 dicembre 2025 che mostra l’anti–coda di 3I/ATLAS rivolta verso il Sole. Credit: Teerasak Thaluang
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L'oggetto interstellare 3I/ATLAS in avvicinamento alla Terra continua a mostrare una vera anti-coda, ovvero una coda rivolta verso il Sole, come evidenzia anche l'ultimo scatto ottenuto la sera del 13 dicembre dalla Thailandia. Il professor Avi Loeb, docente presso il Dipartimento di Astronomia dell'Università di Harvard, nel suo ultimo articolo pubblicato sul blog Medium sottolinea che questa prominente anti-coda che punta la stella è insolita per una cometa. Lo scienziato spiega infatti che si tratta “di un vero e proprio getto fisico” e non di un effetto prospettico.

Per le comuni comete che attraversano il Sistema solare, nella stragrande maggioranza dei casi l'anti-coda è un semplice effetto ottico, dovuto al fatto che la coda di polveri si apre a ventaglio dietro al nucleo (non è una striscia) e dunque sulla base della prospettiva rispetto alla Terra e al Sole può emergere un lato rivolto verso la stella. Immaginate di osservare un triangolo adagiato al suolo con una pallina sul vertice alto e posizionarvi frontalmente rispetto alla piccola sfera: vedreste le due “ali” ai lati che puntano in direzioni opposte. Semplificando, è ciò che accade osservando la maggior parte degli astri chiomati che mostrano un'anti-coda, ovvero un gioco prospettico, in cui dalla posizione dell'osservatore sembra di vedere una coda puntare nella direzione opposta rispetto alla "vera" coda. È accaduto con diverse comete "famose", come la C/2023 A3.

L'anti-coda in genere è visibile quando la cometa si avvicina al nostro pianeta, tuttavia per 3I/ATLAS è presente sin dalla fine di luglio, quando il visitatore interstellare – il terzo dopo 1I/'Oumuamua e 2I/Borisov – fu messo nel mirino dal Telescopio Spaziale Hubble, nel momento in cui “si stava avvicinando al Sole da una distanza geocentrica di 2,98 volte la separazione Terra-Sole (UA)”, spiega Avi Loeb. Una unità astronomica (UA) è pari a circa 150 milioni di chilometri. L'anti-coda è rimasta visibile nelle centinaia di immagini catturate durante il progressivo avvicinamento verso la Terra e ora è stata colta anche dall'astrofilo tailandese Teerasak Thaluang col suo telescopio da 26 centimetri. L'ultimo scatto di 3I/ATLAS menzionato da Avi Loeb è stato ottenuto esattamente alle 21:30 del Tempo Coordinato Universale – UTC (le 22:30 in Italia) di sabato 13 dicembre, quando l'oggetto si trovava a 270,05 milioni di chilometri dalla Terra. Ciò significa che ha mantenuto l'anti-coda per circa 5 mesi, nell'avvicinamento da mezzo miliardo di chilometri fino alla distanza attuale.

Immagine del 13 dicembre 2025 che mostra l’anti–coda di 3I/ATLAS rivolta verso il Sole. Credit: Teerasak Thaluang
Immagine del 13 dicembre 2025 che mostra l’anti–coda di 3I/ATLAS rivolta verso il Sole. Credit: Teerasak Thaluang

Questi dati suggeriscono che l'anti-coda è reale e non un'effimera illusione ottica. Ricordiamo che 3I/ATLAS raggiungerà la distanza minima dalla Terra venerdì 19 dicembre a circa 269 milioni di chilometri. Alle 05:00 ora italiana di quel giorno verrà trasmessa una diretta streaming – meteo permettendo – dal Virtual Telescope Project (VTP), commentata dall'astrofisico Gianluca Masi.

Ma come è fatta una vera anti-coda se quella di 3I/ATLAS è un getto fisico reale? Il professor Loeb spiega che “la sua natura è un mistero perché si prevede che le particelle di gas e polvere micrometrica vengano spinte via dal Sole dalla pressione della radiazione solare e dal vento solare, creando l'aspetto di una coda, come si osserva abitualmente nelle comete del sistema solare.” Non essendoci atmosfera nello spazio, infatti, è la pressione dei fenomeni solari a far allungare la scia di polveri, gas e detriti alle spalle del nucleo cometario. Secondo il fisico e astronomo dell'Università di Harvard, il getto fisico rivolto verso il Sole di 3I/ATLAS sarebbe dovuto alla presenza di frammenti di ghiaccio che si sono staccati dall'oggetto sul lato rivolto verso la stella. “Queste minuscole particelle di ghiaccio evaporano prima di essere respinte indietro in modo significativo dalla pressione della radiazione solare e quindi non appaiono mai come una coda cometaria convenzionale.”, ha evidenziato il professor Avi Loeb.

Questo fenomeno è stato dettagliato in un paio di articoli, mentre in un altro articolo l'anti-coda è stata associata “a uno sciame di oggetti che si trovano in ritardo rispetto a 3I/ATLAS a causa della sua accelerazione non gravitazionale in allontanamento dal Sole”. Il riferimento è all'ipotesi avanzata da Avi Loeb sulla potenziale natura artificiale del visitatore interstellare, dunque alle presunte sonde rilasciate da una famigerata astronave madre aliena in viaggio nel Sistema solare.

Come indicato, però, una vera anti-coda anche se molto rara è possibile anche nelle comuni comete. Non si tratta solo ed esclusivamente di un gioco prospettico. Come spiegato su BlueSky dall'astrofisico Michael Busch della National Science Foundation, l'anti-coda può generarsi a causa della rotazione del nucleo: “Con un nucleo cometario rotante, il materiale espulso da un punto può staccarsi con una velocità eliocentrica che lo pone davanti o dietro il nucleo, indipendentemente dal lato da cui parte”, evidenzia l'esperto. Questo può capitare con i frammenti più grandi rilasciati dall'azione di degassamento innescato dalla sublimazione del ghiaccio, a causa del riscaldamento indotto dal Sole. Per 3I/ATLAS potremmo trovarci innanzi a una situazione del genere, anche se molto rara, ma perfettamente spiegabile come un fenomeno naturale.

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