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Svelato il segreto della donna che non prova dolore, ansia e paura: possibili terapie rivoluzionarie

I ricercatori dello University College di Londra hanno svelato il segreto genetico di Jo Cameron, una donna di 75 anni che non prova dolore, guarisce più rapidamente e ha meno ansia e paura del normale. Grazie a questi studi si spera di arrivare a nuovi farmaci e terapie contro il dolore cronico e altre condizioni.
A cura di Andrea Centini
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Jo Cameron. Credit: University College London
Jo Cameron. Credit: University College London

In Scozia vive una donna chiamata Jo Cameron che non prova dolore, guarisce più rapidamente delle altre persone e prova anche sensazioni ridotte di ansia e paura. Una vera e propria “Wonder Woman”, come era stata soprannominata nel 2019, quando la sua incredibile storia ha fatto il giro del mondo. Dopo anni di studi gli scienziati hanno iniziato a comprendere meglio il segreto molecolare della sua rarissima condizione genetica, nota nei manuali di letteratura medica col nome di analgesia congenita. Scoprire nel dettaglio i meccanismi biologici potrebbe portare allo sviluppo di farmaci e terapie rivoluzionarie contro il dolore, in particolar modo il dolore cronico, che colpisce oltre 100 milioni di persone soltanto in Europa e più di 10 milioni in Italia. È una condizione che abbatte drammaticamente la qualità della vita; in aiuto potrebbe arrivare proprio il profilo genetico peculiare di questa donna speciale, oggi 75enne.

A svelare una nuova componente fondamentale del segreto genetico di Jo Cameron è stato un team di ricerca britannico guidato da scienziati del Wolfson Institute for Biomedical Research dell'University College di Londra, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Istituto di Neurologia e della Facoltà di Medicina – QU Health dell'Università del Qatar. I ricercatori, coordinati dal professor James J. Cox, membro del Molecular Nociception Group presso l'ateneo inglese, hanno condotto il nuovo studio sulle “ceneri” della ricerca “Microdeletion in a FAAH pseudogene identified in a patient with high anandamide concentrations and pain insensitivity” pubblicato nel 2019 sulla prestigiosa rivista scientifica The British Medical Journal. Nella precedente indagine il professor Cox e colleghi avevano capito che a rendere Jo Cameron insensibile al dolore era una rara mutazione nel gene FAAH-OUT, rivenuto nell'area del cosiddetto DNA spazzatura, quello non codificante per alcuna proteina (pur avendo funzioni vitali nell'espressione genica, nella risposta immunitaria e in altri meccanismi biologici). Ma si trattava di un'intuizione incompleta. Grazie al nuovo studio, infatti, è stato scoperto che questo gene mutato modula l'espressione di un altro gene, chiamato FAAH, facente parte del sistema endocannabinoide e che è “ben noto per il suo coinvolgimento nel dolore, nell'umore e nella memoria”, come spiegato dagli autori dello studio in un comunicato stampa. È conosciuto anche come “gene smemorato” o “gene felice” perché le sue mutazioni possono abbattere l'ansia nelle persone.

Evidenziato questo legame tra i due geni, il team del professor Cox ha provato a determinare la cascata di meccanismi molecolari alla base di questa interazione e dunque l'origine della protezione dal dolore e altro. In esperimenti di laboratorio con la tecnica di editing genetico CRISPR-Cas9 (il “taglia e incolla” del DNA) e altre analisi di espressione genica hanno scoperto che riducendo i livelli di FAAH-OUT si riducono anche quelli di FAAH; ciò si riflette anche sui percorsi molecolari legati alla guarigione delle ferite e all'umore, che vengono disregolati manipolando i due geni, spesso co-espressi nelle cellule. Tra le centinaia di geni alterati dall'interazione di quelli chiave vi sono WNT16, BDNF, ACKR3, legati a processi fondamentali come come ansia e paura. È questo peculiare profilo genetico a rendere Jo Cameron così eccezionale.

La scoperta dei meccanismi alla base della sua condizione può portare gli scienziati allo sviluppo di terapie innovative non solo contro il dolore cronico, ma anche per il trattamento dell'ansia o per l'accelerazione della guarigione delle ferite (recentemente uno studio ha scoperto che l'elettricità la velocizza di tre volte). Ma al momento è stata toccata solo la punta dell'iceberg: “Il gene FAAH-OUT è solo un piccolo angolo di un vasto continente, che questo studio ha iniziato a mappare. Oltre alle basi molecolari dell'indolore, queste esplorazioni hanno identificato percorsi molecolari che influenzano la guarigione delle ferite e l'umore, tutti influenzati dalla mutazione FAAH-OUT . Come scienziati è nostro dovere esplorare e penso che questi risultati avranno importanti implicazioni per aree di ricerca come la guarigione delle ferite, la depressione e altro ancora”, ha dichiarato il dottor Andrei Okorokov, coautore dello studio.

La condizione particolare di Jo Cameron fu scoperta per caso dal suo medico nel 2013, quando la aveva 65 anni. La donna, sottoposta a importanti interventi chirurgici all'anca e alla mano, non provava infatti il dolore normalmente sperimentato dagli altri pazienti. Così fu indirizzata dai genetisti dello University College di Londra, che hanno pian piano iniziato a svelare il suo segreto. La donna è stato così per tutta la vita, senza rendersi conto che aveva un “potere” speciale, utile in determinate circostanze, ma pericolosissimo in molte altre. Ad esempio, si rende conto di una ustione solo se vede effettivamente l'effetto sul corpo; ciò può portare a conseguenze catastrofiche in caso di incidenti. Il dolore serve infatti a segnalare all'organismo di allontanarci dai pericoli, come appunto la fiamma di un accendino. I dettagli della nuova ricerca “Molecular basis of FAAH-OUT-associated human pain insensitivity” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Brain.

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