Lavorare al mare senza toccarlo, Alessandro: “Siamo aperti con il divieto di balneazione: è complicato”

Alessandro Falivene ha solo 29 anni, eppure il mare fa parte della sua vita da sempre, da quando da ragazzino ha iniziato a seguire le orme del fratello Orlando, classe 1979, che nel 2011 ha preso in gestione il Lido Riviera Spineta, a Battipaglia, in provincia di Salerno. È tra gli ombrelloni e la sabbia rovente che Alessandro ha iniziato a fare i primi lavoretti estivi fino a svolgere compiti sempre più importanti a fianco di Orlando, gestore dello stabilimento.
Da qualche anno però i due fratelli devono fare i conti con un problema nuovo: è capitato infatti già più volte che il tratto di mare corrispondere al lido venisse vietato alla balneazione per la qualità dell'acqua. Lo stabilisce l'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania (Arpac) che periodicamente misura i livelli di inquinamento delle acque lungo il litorale campano e stabilisce se sono o meno balneabili.
Qual è la vostra storia?
Lo stabilimento è uno dei primi nati a Battipaglia, pensa che i primi documenti risalgono quasi anni '50. Mio fratello, Orlando Falivene, è il gestore dal 2011 e insieme ai titolari, i fratelli Bruno, cerchiamo di dare il meglio ai nostri clienti nonostante le difficoltà che siamo stati costretti ad affrontare anche a causa del divieto di balneazione che negli ultimi anni interessa di frequente la nostra spiaggia. Certo, organizzare tutto non è sempre facile, però per noi valorizzare il nostro territorio, Battipaglia, è fondamentale e ci rende orgogliosi.
Mi racconti meglio come funziona questa storia del divieto di balneazione
Quando inizia l'estate, l'Arpac effettua dei campionamenti periodici sulle acque di balneazione in centinaia di punti lungo il litorale campane. In base agli esiti delle analisi, l'ente stabilisce se l'acqua è balneabile o meno, ovvero se si può o meno fare il bagno. L'anno scorso abbiamo avuto il divieto e a quanto pare anche quest'anno è così. Considera lo abbiamo scoperto leggendo l'articolo di Fanpage.it, stiamo aspettando l'ordinanza del comune che poi affisseremo fuori dallo stabilimento come facciamo sempre.
Il divieto vale per tutta la stagione?
Non è detto che il divieto duri per tutta la stagione. È capitato che a volte per due settimane ci fosse il divieto e poi le analisi successive mostrassero livelli inferiori di inquinamento per cui l'Arpac ha ritirato il divieto di balneazione.
Ma quando tuo fratello ha preso in gestione lo stabilimento questo problema c'era già?
Durante i primi anni no, è un problema che si è presentato negli ultimi anni.
Il mare è fondamentale per uno stabilimento, come è cambiato il vostro lavoro?
Noi ci siamo adoperati per poter dare ai clienti tutti i confort necessari e le alternative possibili che rendessero il nostro stabilimento un posto attraente anche quando non è possibile fare il bagno. Ma questo vale anche ad esempio quando il mare è troppo mosso.
Noi abbiamo pensato soprattutto alle famiglie con i bambini che sono tra i nostri clienti più frequenti: per questo abbiamo due bar, due rotonde, l'animazione, il parco giochi, due piscine fuori terra sorvegliate dal bagnino. Il nostro obiettivo era offrire un'alternativa al bagno in mare a prescindere.
Tanti sforzi, immagino quindi anche tanti investimenti.
Sicuramente c'è una dose non indifferente di stress psicologico. Già il nostro è un lavoro stagionale che si concentra in pochi mesi, quindi bisogna cercare di avere un'estate migliore possibile. Poi, se a questo si aggiunge il divieto di balneazione ovviamente entrano in gioco ancora altri meccanismi. Se una persona va al mare e non può fare il bagno chiaramente è un problema.
Come reagiscono i vostri clienti al divieto?
Spesso mi capitano clienti che mi dicono "Guarda conosco la situazione, ma sto qui per te". Da una parte è una cosa molto bella, dall'altra però, sia da un punto umano che professionale, mi fa male perché so che potremmo lavorare molto meglio. Io, come tutto lo staff, ci mettiamo l'anima in questo lavoro. Se qualcuno mi dicesse che da oggi il mare sarà sempre balneabile io sarei la persona più felice nel mondo, ma è chiaro che questo non dipende da noi. Per questo cerchiamo di migliorare il più possibile la struttura e offrire una soluzione qualora si presenti il problema.
Nonostante il divieto, riuscite a fa quadrare i conti?
Grazie alla forza della struttura e al nostro così, mettiamola così, in linea di massima sì, ma ci sono anche i momenti difficili. Ad esempio, l'anno scorso, quando è stato messo il divieto di balneazione, una mia cliente affezionata mi ha detto "Guarda, mi dispiace, non posso più venire, mi trovavo bene, però devo lasciare l'ombrellone" e tu non puoi fare altro che rispondere a malincuore "Guarda, capisco".
Vivere così da vicino un problema legato all'inquinamento ti ha portato a farti delle domande sull'impatto della crisi climatica?
Considera che io ogni domenica mi metto i guanti e inizio a rovistare nella spazzatura del mio stabilimento per fare bene la differenziata perché non sempre i clienti la fanno nel modo corretto. Il cambiamento climatico è innegabile. È davanti ai nostri occhi: non è normale che a maggio c'è un vento assurdo e piove all'improvviso, poi dopo due giorni c'è un sole e un caldo che non ti fanno stare tranquillo.
Vi è capitato di dover affrontare eventi meteorologici estremi?
Beh, usciamo da due anni di momenti atroci. L'anno scorso un'improvvisa bufera di vento ci ha distrutto i gazebo sulla mia rotonda e due giorni dopo c'era un sole che quasi ti bruciava. Anni fa non era così, certo il mare agitato che arrivava in terza fila me lo ricordo da quando ero piccolo, oppure potevano capitare eventi particolari, come una bufera di sabbia, ma erano l'eccezione, negli ultimi anni invece si stanno verificando sempre più spesso eventi che ti mostrano tutta la forza del mare, è spaventoso. Lo vedi, lo tocchi con le tue mano che questo non è normale.
Hai mai pensato che in futuro dovrai cambiare lavoro?
Allora io sono una persona abbastanza pessimista, in passato già mi è capitato altre volte di pensare che magari avrei potuto non farcela, ad esempio durante la pandemia, quando abbiamo dovuto adeguarci a tutte quelle regole, poi però lo fai, ti guardi indietro e tiri un sospiro di sollievo e ti dici "Guarda, ce l'hai fatta". Quindi, ecco, mi capita di avere paura, ma ho la speranza che ce la continueremo a fare, come abbiamo fatto finora.