Perché le coste sono condannate a finire sott’acqua anche se limitiamo il riscaldamento globale a 1,5 °C

Gli sforzi per limitare l’aumento della temperatura media globale a 1,5 °C rispetto all’era pre-industriale non saranno sufficienti a salvare le coste dall’innalzamento del livello del mare: è questo l’avvertimento che arriva da un team di scienziati del Regno Unito, secondo cui anche rispettando l’obiettivo più ambizioso dell’Accordo di Parigi sul clima, lo scioglimento delle calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide non verrà invertito, continuando a rappresentare la principale causa dell’innalzamento del livello del mare.
“Persino l’attuale livello di riscaldamento globale, di circa 1,2 °C superiore alle temperature pre-industriali, se sostenuto, ha il potenziale per generare diversi metri di innalzamento nei prossimi secoli” calcolano gli studiosi, rilevando che l’obiettivo dovrebbe invece essere più vicino a 1 °C per evitare perdite significative dalle calotte glaciali e impedire un’ulteriore accelerazione del livello del mare.
Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori, guidati dal professor Chris Stokes della Dhuram University, hanno esaminato la risposta delle ghiacci ai periodi più caldi della storia recente della Terra, stimando l’effetto che un aumento di 1,5 °C avrebbe sulle calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide. I risultati di questa loro indagine sono stati dettagliati in un nuovo studio pubblicato sulla rivista Communications Earth and Environment di Nature.
L’obiettivo di 1,5 °C non salva le coste dall’innalzamento del livello del mare
Anche se limitiamo il riscaldamento globale a 1,5 °C, il destino delle coste sarà segnato dall’innalzamento del livello del mare: secondo i calcoli degli studiosi, la massa di ghiaccio persa dalle calotte glaciali della Groenalandia e dell’Antartide è quadruplicata dagli anni 90 e, attualmente, si registra una perdita di circa 370 miliardi di tonnellate di ghiaccio all’anno in risposta a riscaldamento globale di 1,2 °C superiore alle temperature pre-industriali.
Un ulteriore riscaldamento a 1,5°C ha il potenziale per “generare un innalzamento di diversi metri del livello del mare nei prossimi secoli, poiché le calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide si scioglierebbero in risposta al riscaldamento dell’aria e delle temperature degli oceani” spiegano i ricercatori.
Ciò renderebbe molto più difficile e costoso adattarsi all’innalzamento dei livelli del mare, provocando ingenti perdite e danni alle popolazioni costiere e insulari e portando allo sfollamento di centinaia di milioni di persone. “Limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C sarebbe un risultato importante e questo dovrebbe essere assolutamente il nostro obiettivo” ha affermato il professor Stokes – . Tuttavia, anche se questo obiettivo venisse raggiunto o superato solo temporaneamente, è necessario essere consapevoli che l'innalzamento del livello del mare probabilmente accelererebbe a ritmi molto difficili da gestire: tassi di un centimetro all’anno non sono da escludere nell'arco di vita dei nostri giovani”.