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Il Senato respinge la richiesta di arresto per Sergio De Gregorio

Palazzo Madama ha respinto la richiesta di arresti domiciliari per il senatore De Gregorio avanzata dalla Procura di Napoli per i fondi pubblici all’Avanti.
A cura di Antonio Palma
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Senato, giunta autorizzazioni a procedere su caso De Gregorio

Il Senato ha votato contro la richiesta di arresto ai domiciliari per il senatore Sergio De Gregorio  accusato dalla procura di Napoli per uso illecito dei fondi per l'editoria al quotidiano l'Avanti insieme all'imprenditore Walter Lavitola. L'Aula ha votato così con 169 no e 109 sì e 16 astenuti difformemente dalla giunta per le autorizzazioni a procedere di Palazzo Madama che aveva dato parere favorevole all'arresto. Per i Pm Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock che indagano sul caso dunque arriva un nuovo stop dal Parlamento. L'Aula si è espressa favorevolmente invece alla richiesta di perquisizioni dei container intestati al senatore e bloccati al porto di Napoli.

La votazione, avvenuta a scrutinio segreto mediante procedimento elettronico, è stata una sorpresa dopo le dichiarazione di voto dei vari partiti, durante le quali tutti ad eccezione del Pdl si erano detti favorevoli all’arresto, anche se l’Udc aveva lasciato libertà di coscienza. Probabilmente ciò che ha convinto molti senatori sarà stata l’accorata difesa dello stesso senatore De Gregorio che nel suo intervento in Aula si è detto convinto che “se fossi stato un cittadino qualunque non mi sarebbe stato riservato questo trattamento” aggiungendo che secondo lui un arresto preventivo non ha motivo d’essere in quanto non c’è alcun pericolo di fuga perché “ho una moglie e tre bambini”, né la possibilità di reiterare il reato, né tantomeno la probabilità di inquinamento delle prove perché già tutte acquisite.

Il Senatore si è anche detto innocente, ribadendo di non avere mai preso nulla se non i soldi che gli spettavano per il suo lavoro e che lui è pronto a difendersi, ma vuole farlo da uomo libero. De Gregorio ha continuato la sua difesa aggiungendo che nel 2013, a fine legislatura, non avrà alcuna paura di difendersi “da cittadino normale”, però vuole farlo non dal processo, ma nel processo cosa che ha già iniziato a fare chiedendo un incidente probatorio e  un confronto con il suo primo accusatore, un consulente del lavoro, che secondo il senatore ha condotto perizie false.

Per la Procura partenopea De Gregorio insieme a Lavitola invece aveva organizzato un sistema ben congeniato per ricevere fondi pubblici per il quotidiano l'Avanti attraverso false fatturazioni, falsificazioni di dati e attestazioni che avrebbero fruttato circa 23 milioni di euro. Per i due sodali i reati contestasti dai Pm sono dunque truffa aggravata e bancarotta fraudolenta in concorso proprio per la distrazione di fondi dal giornale per uso personale.  In ogni modo le indagini proseguono visto che il Senato ha acconsentito alle perquisizioni  dei container fermi al porto di Napoli e in cui la Procura pensa possano essere stati nascosti importanti documenti ai fini dell'indagine investigativa.

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