Il rettore de La Sapienza accusato di aver favorito il figlio

Luigi Frati, rettore dell'Università La Sapienza di Roma, è stato rinviato a giudizio. Secondo l'accusa nel 2011 avrebbe, insieme ad altre tre persone, aperto all’interno del policlinico Umberto I, l’ospedale universitario, un’unità programmatica autonoma rispetto a cardiochirurgia, mettendovi alla direzione Giacomo, suo figlio. Eppure il "magnifico" appena tre giorni fa, all'inaugurazione dell'anno accademico, aveva affermato: "L’Ateneo torni a essere un ascensore sociale", esortando il ministro Maria Chiara Carrozza a "trasformare in professori a contratto quei docenti che si dedicano più alle loro personali ricerche che all’insegnamento". Oltre al rettore, e a suo figlio, sono indagati anche Antonio Capparelli, nel 2011 commissario straordinario del policlinico, e Francesco Vaia, ex direttore sanitario che avrebbero materialmente commesso il reato dispensando il figlio del rettore dal servizio assistenziale e di guardia presso la Uoc di Cardiochirurgia e attribuendogli la direzione dell’unità creata ad hoc, con propri posti letto e personale. Il pm Alberto Pioletti spiega che la delibera "veniva adottata in carenza di qualsiasi parere o preventiva approvazione della Regione Lazio e pertanto in violazione di norme di legge o regolamento".

Accusata anche Floriana Rosata, che "in qualità di dirigente dell’area risorse umane della Regione Lazio ometteva di adottare i prescritti provvedimenti di competenza in relazione a tale delibera non verificandone la legittimità e il rispetto della normativa". Ma a ben guardare non solo il figlio del rettore ha fatto una brillate carriera: ricercatore a 28 anni, professore associato a 31, a 36 titolare di cattedra. Nella facoltà di medicina, inoltre, hanno trovato posto anche la moglie di Frati e l'altra figlia, entrambe come docenti.