Terzi annuncia le dimissioni: “Sul caso dei marò, la mia voce inascoltata” (VIDEO)
UPDATE – "Il presidente Monti nel pomeriggio vuole verificare con il capo dello Stato, ci sono anche le consultazioni in corso, e si è detto disponibile a riferire in aula domani". Lo ha annunciato la presidente della Camera, Laura Boldrini, in merito alla richiesta di sentire il presidente del Consiglio sul caso maro' dopo l'annuncio delle dimissioni del ministro degli Esteri, Giulio Terzi.
“Sono un uomo delle istituzioni che ha servito per 40 anni lo Stato e la democrazia italiana, ho letto ricostruzioni fantasiose su presunte decisioni che avrei preso in modo autonomo. Da uomo delle istituzioni mai, mai avrei agito in modo autoreferenziale e senza dare ampia informativa di tutti gli elementi critici alle autorità di governo”. E' uno dei passaggi scanditi con più energia dal Ministro degli Esteri, Giulio Terzi, oggi alla Camera nel corso dell'informativo sul caso dei due marò accusati di aver ucciso due pescatori indiani mentre erano di guardia a una nave italiana. Un discorso al termine del quale il capo della Farnesina ha rassegnato le proprie dimissioni. "Mi dimetto perché per 40 anni ho ritenuto e ritengo oggi in maniera ancora più forte che vada salvaguardata l'onorabilità del Paese, delle forze armate e della diplomazia italiana. Mi dimetto perché solidale con i nostri due marò e con le loro famiglie» spiega il ministro degli Esteri in Parlamento. Terzi ha detto di aver posto delle "serie riserve" in merito alla "repentina decisione" di far rientrare i due militari in India. "La mia voce è rimasta inascoltata" ha aggiunto
"E' risibile e strumentale sostenere che la Farnesina ha agito per fatti suoi sul caso dei due marò. Ho dato informazioni a tutte le autorità di governo sugli aspetti critici del negoziato con l'India" aveva ribadito in precedenza il capo della Farnesina, nella consapevolezza che le scontro diplomatico con l'India ha innescato non poche polemiche sul ruolo del nostro Paese in ambito internazionale, sopratutto alla luce degli ultimi risvolti: prima il rifiuto di rispedire in India Latorre e Girone, in occasione del permesso concesso da Nuova Delhi per le elezioni, poi con la resa alle pressioni del governo indiano e quindi il rientro in India. In tal senso Terzi ha manifestato la propria contrarietà al ritorno in India, "la mia voce è rimasta inascoltata" aggiunge.