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Il cavallo di Napoleone esiste: si trova al National Army Museum di Londra

Verrà esposto nuovamente in primavera, insieme alle reliquie provenienti da Waterloo. Una mostra speciale, che racconterà la grandiosa storia di Marengo: l’arabo grigio preferito da Napoleone.
A cura di Federica D'Alfonso
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Jaques-Louis David, Il primo console supera le Alpi al Gran San Bernardo (1801)
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Il famoso “cavallo bianco di Napoleone” esiste, eccome. Non solo: sta per essere esposto al pubblico in tutto il suo splendore presso il National Army Museum di Londra. Lo splendido equino andrà a costituire il pezzo centrale di un nuovo allestimento dedicato a Napoleone, che aprirà ufficialmente al pubblico nella primavera del 2017: passato già attraverso le mani degli esperti, Marengo, questo il suo nome, è stato sottoposto ad un lungo processo di restauro e “ricomposizione” per essere ammirato in tutta la sua regale maestosità.

In realtà, lo stallone arabo di Napoleone era tendente al grigio, non completamente bianco: uno splendido esemplare che nel 1799 era stato portato in Francia dall’Egitto, e che ha accompagnato il condottiero nelle battaglie di Austerlitz, Jena, Wagram e anche a Waterloo. Marengo, così chiamato dalla battaglia svoltasi in provincia d’Alessandria durante la seconda campagna d’Italia, sopravvisse anche al suo padrone: catturato in seguito alla sconfitta di Waterloo (Napoleone lo abbandonò frettolosamente durante la fuga) il cavallo morì serenamente di vecchiaia nel 1831, ben dieci anni dopo il suo padrone.

L'entrata di Napoleone ad Amsterdam
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Lo scheletro, senza uno zoccolo (che venne utilizzato molto probabilmente come tabacchiera, macabro souvenir) fu sottoposto a trattamenti che ne assicurassero la conservazione e venne esposto presso il Royal United Services Institute. Trasferito in seguito al National Army Museum, Marengo non ha mai ricevuto le attenzioni necessarie, e rischiava di deteriorarsi a causa della scarsa cura nella conservazione. Fino ad oggi. "Era un animale straordinario, e merita che noi facciamo il meglio per lui", ha spiegato al Guardian la curatrice del museo, Sophie Statie.

Il Museo londinese ha finalmente deciso di attuare un importante intervento di riqualificazione e tutela dello scheletro, che rappresenta simbolicamente una parte importantissima della storia d’Europa: "Una delle ragioni per rimontare lo scheletro è quello di rendere il povero Marengo più simile ad un cavallo. La testa bassa, e la posizione rigida peculiare delle gambe lo facevano sembrare più come un mulo”, ha spiegato Sophie Stathie. "Era uno degli oggetti più amati al vecchio museo, ma ogni volta che entravo in galleria ho sempre pensato che ci fosse qualcosa di triste in lui."

Marengo, al National Army Museum
Marengo, al National Army Museum

Lo scheletro del cavallo infatti, prima di questo intervento, appariva gobbo, con qualche pezzo fuori posto. Secondo una piccola targa d’argento posta su una delle ossa, Marengo, o meglio quello che ne restava, era stato originariamente montato su un telaio in ferro da un medico di un ospedale di Londra, tale lord Willmott. Egli era uno dei più famosi medici all’epoca, celebre per la sua abilità nel ricostruire scheletri umani per la facoltà di medicina: ma probabilmente, Willmott in quel caso non se la cavò molto bene con Marengo.

Oltre ad un Marengo più fiero e “composto” nel modo giusto, il National Army Museum esporrà altre reliquie da Waterloo, come uniformi, armi e un oggetto altrettanto speciale: un’urna dorata in cui Napoleone era solito conservare il caffè, abbandonata in fretta e furia dopo Waterloo, proprio come Marengo.

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