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“Il Caravaggio rubato dalla mafia è in Sicilia”: per lo Sherlock Holmes dell’arte non ci sono dubbi

Secondo quanto dichiarato da Arthur Brand, uno dei detective di opere d’arte più famosi al mondo, la “Natività coi santi Lorenzo e Francesco” di Caravaggio rubata dalla mafia nel 1969 in una chiesa di Palermo sarebbe ancora in Sicilia. In un’intervista a “La Lettura”, lo Sherlock Holmes dell’arte sostiene che la tela non sarebbe più in mano alla mafia, ma a una famiglia che teme di farsi avanti.
A cura di Redazione Cultura
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Natività con i santi Francesco e Lorenzo, Caravaggio, 1600-1609
Natività con i santi Francesco e Lorenzo, Caravaggio, 1600-1609

Un'opera d'arte scomparsa esattamente 40 anni fa che non smette di far parlare di sé. E come potrebbe, considerato che si tratta della "Natività coi Santi Lorenzo e Francesco" di Caravaggio il cui valore si aggira sui trenta milioni di euro e che rappresenta una della più grande ferite della storia dell'arte recente. Quel dipinto, divenuto oggetto di culto in film e libri, è stato rubato nel 1969 dalla mafia e da allora mai più ritrovato, nonostante le confessioni di pentiti più o meno celebri. Ma la notizia del giorno, riportata in un'intervista di Roberta Scorranese su La Lettura del Corriere della Sera, sarebbe che quel dipinto “si trova ancora in Sicilia”.

A sostenere la tesi della permanenza in Sicilia del celebre dipinto non uno qualsiasi, ma Arthur Brand, detective olandese specializzato nel recupero di opere d’arte che nella sopracitata intervista a La Lettura ha lanciato un appello che lascia intravedere, tra le righe, notizie abbastanza fondate relative a dove possa trovarsi:

Oggi l’interesse di tutti è che quel dipinto torni a casa. Per questo mi rivolgo a chi lo possiede in questo momento e lo invito a farsi avanti, anche contattando me, se preferisce, in modo che io possa fare da tramite con le forze dell’ordine e trovare soluzioni affinché gli innocenti non ci rimettano e non si sentano posti sotto accusa.

Brand lavora ad Amsterdam, in Olanda, ed è un esperto molto credibile in tema di recupero di opere d'arte. Recentemente è riuscito a ritrovare un mosaico bizantino trafugato da una chiesa di Cipro dopo l’invasione turca del 1974. Sempre in collaborazione con le forze dell'ordine dei vari Paesi, tra cui anche il nostro efficientissimo Nucleo Tutela Patrimonio Artistico dei Carabinieri. Che fin qui, dopo quarant'anni di ricerche, sono approdati a diverse versioni. Il pentito Francesco Marino Mannoia sostenne che il dipinto fu fatto a pezzi e distrutto, mentre Francesco Di Carlo ha dichiarato di avere visto il quadro in casa di un boss mafioso a Palermo nel 1981. Ipotesi per cui propende anche lo Sherlock Holmes delle opere d'arte. “La mia tesi – ha dichiarato nell'intervista a La lettura Arthur Brand – è che la tela adesso non sia più in mano alla mafia. Apparterrebbe a una famiglia che teme di farsi avanti perché quella tela indubbiamente scotta”.

Storia della "Natività" di Caravaggio rubata dalla mafia

La "Natività coi Santi Lorenzo e Francesco" fu rubata nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969, nel cuore di Palermo, i boss si intrufolarono nell'Oratorio di San Lorenzo e la arrotolarono in malo modo, facendo sgranare la tela. La “Natività", il cui valore di mercato si aggirerebbe oggi intorno ai 30 milioni di euro, è inserita nella lista dei dieci capolavori più ricercati dalle polizie di tutto il mondo.

Tra i primi a parlare del quadro ci  fu il pentito Francesco Marino Mannoia, durante il processo Andreotti nel 1996 a raccontare del presunto disastro di un gioiello arrotolato in fretta e portato via in segno di sfregio. Ma questa versione stride con quella di un altro pentito che ricorda il quadro affisso ai summit di mafia, come un trofeo, mentre sui giornali si sussurrava di losche ma non provate trattative da 60 miliardi di vecchie lire fra mediatori e trafficanti.

Precedentenmente nel 1992 Giovanni Brusca sostenne che il dipinto sarebbe stato oggetto di una trattativa Stato-mafia: in cambio di un alleggerimento delle condizioni di carcere duro, il dipinto sarebbe stato restituito, ma lo Stato italiano avrebbe rifiutato. Nel 2009, invece, Gaspare Spatuzza riferì che la Natività sarebbe stata affidata negli anni Ottanta sarebbe stata conservata in una stalla fuori città, dove fu rosicchiata da topi e maiali. I resti della tela sarebbero stati poi bruciati.Diverse le leggende che negli anni si sono diffuse sulla fine che avrebbe fatto il capolavoro del Caravaggio. Secondo alcune notizie non ulteriormente confermate, dopo diversi tentativi di vendita andati a vuoto, la tela sarebbe stata seppellita nelle campagne di Palermo, insieme a cinque chili di cocaina e ad alcuni milioni di dollari, dal narcotrafficante Gerlando Alberti.

Un'altra notizia arrivò nel 1980 dallo storico e giornalista britannico Peter Watson, il quale dichiarò di aver avuto un contatto con un mercante d'arte in provincia di Salerno che gli propose la Natività, ma il terremoto del 23 novembre fece saltare l'incontro. Un altro pentito, Salvatore Cancemi, dichiarò che la Natività sarebbe stata esposta durante alcune riunioni di Cosa Nostra come simbolo di potere e prestigio. Recentemente, nel 2017, una copia del dipinto fu recapitata a Papa Bergoglio da parte della Commissione parlamentare antimafia all'epoca presieduta da Rosy Bindi.

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