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I vescovi cattolici Usa chiedono di aiutare i pornodipendenti

Un documento di ben 32 pagine con 103 note a margine pone al centro il problema della pornodipendenza che, ammettono i vescovi, riguarda anche uomini di Chiesa.
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I vescovi cattolici statunitensi si propongono di aiutare le persone schiave dei video porno. Lo fanno con un lunghissimo documento di ben 32 pagine con 103 note a margine, in inglese e spagnolo, intitolato “Creami in un cuore puro”. Un lavoro enorme, che ha ottenuto l’approvazione quasi all’unanimità dalla conferenza episcopale degli Usa: 230 i voti a favore, appena quattro i contrari, un astenuto.  I vescovi affermano di voler di migliorare la formazione dei preti sul tema dell’aiuto ai malati di pornomania e di organizzare più seminari sul tema. Secondo i vescovi “i sacerdoti hanno un ruolo cruciale nel creare relazioni autentiche e dare supporto fraterno alle persone che vogliono sconfiggere il loro problema con il porno” facendo leva sul fatto che “la grazia di Dio ed un aiuto concreto sono sempre disponibili” e che “la guarigione è sempre possibile” perché “la misericordia del Signore ed il perdono sono abbondanti.”

Tra le soluzioni proposte dal clero statunitense al problema della dipendenza dai video porno, un supporto psicologico, individuale e di gruppo, la partecipazione a conferenze, l’installazione sui pc di software che blocchino i siti porno, una terapia di coppia per coloro che sono sposati ed una educazione alla castità per quelli che non lo sono. “La libertà dalla pornografia – è scritto nella lettera pastorale – è una scelta quotidiana e richiede una formazione continua”. Se la dipendenza dai porno riguarda ragazzini, si richiama alla responsabilità dei genitori di proteggere i figli e le figlie, rimarcando che fin troppo spesso bambini sotto gli undici anni accedono liberamente a filmati porno.

Il responsabile del Comitato per i laici, il matrimonio, la famiglia e la gioventù della conferenza dei vescovi degli Usa, il vescovo di Buffalo Richard J. Malone, ha affermato che “l’approvazione del documento dimostra la nostra preoccupazione collettiva sul sempre più diffuso problema della pornografia. – ha spiegato – Praticamente tutti, in un modo o nell’altro, sono colpiti da questo problema. Molti, anche nella Chiesa, hanno bisogno dell’abbondante misericordia e capacità di guarigione di Gesù Cristo” riconoscendo che ci sono anche religiosi schiavi del porno. Il documento spiega che la pornografia crea “una visione disordinata della persona, perché mette al centro l’utilizzo, come una cosa, dell’altro piuttosto che l’amore, che è elemento costitutivo della persona.”

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