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I quattro giornalisti italiani sarebbero stati fermati e non rapiti

Secondo le ultime indiscrezioni, i quattro giornalisti italiani fermati in Siria si troverebbero in stato di fermo per accertamenti. Farnesina e Rai chiedono il massimo riserbo e il silenzio stampa.
A cura di Biagio Chiariello
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I quattro giornalisti italiani non sarebbero stati rapiti ma si troverebbero in stato di fermo per accertamenti, perché sospettati di essere spie. A fermarli sarebbe stato un gruppo militare operante nel nord del paese. E' quanto sta trapelando in questi ultimi minuti dai cinguettii degli utenti su Twitter e da fonti interne alla produzione RAI. E sempre secondo indiscrezioni, il riserbo sulla vicenda è legato proprio al fatto che non ci sono richieste o rivendicazioni. I quattro erano entrati in Siria ad Atme, al confine con la Turchia, per poi essere segnalati a Jabal Turkmen. Il fermo dei quattro sarebbe, inoltre, avvenuto già diverse ore prima, rispetto a quanto era circolata la notizia. Inizialmente, erano le 22.40 circa, le agenzie di stampa avevano appreso da fonti informate del sequestro dei quattro reporter nel nord della Siria, al confine con la Turchia. Pochi minuti dopo la notizia era stata confermata anche dalla Farnesina, già in contatto con le famiglie dei quattro secondo le agenzie. Si tratterebbe, ma non è ancora confermato, di Amedeo Ricucci (inviato della Rai), Elio Colavolpe, Andrea Vignali e l’italo-siriana Susan Dabous. I quattro starebbero dunque bene e la vicenda potrebbe risolversi a breve.

La Rai e la Farnesina chiedono massimo riserbo e silenzio stampa. Dopo l'invito al massimo riserbo avanzato dall'unità di crisi del nostro Ministero degli esteri, anche la Rai ha chiesto a tutti i giornalisti il silenzio stampa sulla vicenda per garantire l'incolumità dei giornalisti. Come si legge in una nota, la televisione pubblica italiana "in linea con l'invito al massimo riserbo formulato dall'Unità di crisi della Farnesina a tutela dei connazionali coinvolti si appella alla sensibilità di tutti i giornalisti della carta stampata, delle radio delle televisioni e del web affinché venga mantenuto un responsabile silenzio stampa". "Notizie sommarie o imprecise potrebbero nuocere all'incolumità dei colleghi, nostra unica priorità" spiegano ancora dalla Rai ribadendo le esortazioni della Farnesina che aveva sottolineato come "l'incolumità dei connazionali resta la priorità assoluta".

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