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Gasparri: “Il monologo di Favino a Sanremo? Eccesso di buonismo con ingaggio di 300mila euro”

Gasparri critica il monologo di Favino al festival di Sanremo: “Il buonismo ormai si è infilato ovunque, nei tg, nelle canzoni. Trovo grave che oggi ci siano 60mila clandestini da gestire in Italia.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Il monologo di Favino a Sanremo? Eccesso di buonismo a 300mila euro… faccia un vaglia. Si fa la sua pubblicità al suo spettacolo prendendo 300mila euro". È questa la risposta che ha dato Maurizio Gasparri, candidato al Senato per Forza Italia, rispondendo oggi al programma di Rai Radio1 Un Giorno da Pecora, condotto da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari.

E allo stesso modo è intervenuto sul suo profilo Twitter spiegando meglio il concetto: "Il buonismo ormai si è infilato ovunque, nei tg, nelle canzoni. Trovo grave che oggi ci siano 60mila clandestini da gestire in Italia. Basta recitare buonismo con un ingaggio di 300mila Euro".

Gasparri si riferisce al monologo, tratto da "La notte poco prima delle foreste" di Bernard-Marie Koltès, e recitato dall'attore e conduttore del festival Pierfrancesco Favino, che ha riscosso molto successo tra il pubblico sui social e il pubblico in tv. Nell'intervista Gasparri spiega che ha trovato inopportuna la performance teatrale visto che quello di Sanremo è una kermesse dedicata alle canzoni. E poi ha aggiunto che non ha gradito la prova attoriale in sé: "A me non piace neanche la recita di uno che deve imitare uno straniero. Recitalo nel modo in cui parli tu". E torna a parlare del problema della sicurezza e dell'immigrazione: "Non siamo mica analfabeti, ma questo grande pezzo teatrale d'autore, messo lì, sembra un'ulteriore predica di buonismo, quando oggi in Italia c'è il problema di un eccesso di migrazione che va governata". 

Oltre a disprezzare apertamente l'interpretazione di Favino, Gasparri ha commentato anche la manifestazione anti razzista e anti fascista di Macerata: "Ho trovato strano che il 10 febbraio, giorno del Ricordo delle Foibe, si siano tenute in tutta Italia manifestazioni antifasciste, e a Piacenza abbiano aggredito un carabiniere. Se è il giorno del Ricordo, si facciano le manifestazioni per le persone uccise nelle Foibe, come il 25 aprile si ricorda la Liberazione ed il 2 giugno la Repubblica".

E a chi gli chiede se sia mai stato fascista, Gasparri risponde: "Non mi definirei così. Posso esser stato considerato tale perché negli anni '70, nell'accezione comune, noi eravamo fascisti a prescindere, ma io ho sempre praticato la democrazia e non mi sono mai sentito fascista". Piuttosto, spiega, la sua lettura sul fascismo è vicina a quella offerta da "Renzo De Felice, autore di una monumentale biografia di Mussolini e che ha distinto gli anni del consenso dall'orrore delle leggi razziali e della guerra".

Gasparri non partecipa alla manifestazione di FdI

"Non andrò, il 18 febbraio, alla manifestazione della Meloni, perché è una manifestazione per fare propaganda, legittimamente, al proprio partito. Berlusconi è talmente anti inciucio che è l'incubo della sinistra da 25 anni, che altro deve fare?" – ha chiarito Gasparri –"Sono stato guida politica di Giorgia Meloni perché sono più grande, e mi fa piacere che sia contro l'inciucio. Noi abbiamo spinto lei, e altri giovani militanti, verso una cultura di destra alternativa alla sinistra. La Meloni ha avuto i suoi meritati successi, diventando Ministro e vicepresidente della Camera, perché Berlusconi ha battuto la sinistra".

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