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Festa della mamma: da Brecht a Elena Ferrante, le madri più famose della letteratura

Oggi si celebra la festa della mamma. Dalla Madre Coraggio di Brecht a quella raccontata dalla Ferrante ne “L’amore molesto”: nella storia della letteratura sono tantissime le madri attraverso le quali gli autori hanno raccontato storie di amore, sofferenza o speranza.
A cura di Federica D'Alfonso
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L'attrice Helene Weigel nei panni di Madre Coraggio.
L'attrice Helene Weigel nei panni di Madre Coraggio.

In molti paesi d’Europa oggi si celebra la festa della mamma. Ed è proprio la figura della madre, in tutta la sua complessità, ad essere stata al centro di moltissimi capolavori della letteratura: personaggi molto spesso inquieti e contraddittori, altre volte deboli e fragili, ma sempre e comunque fondamentali. Dal grande teatro di Brecht alle bellissime pagine dell’autobiografia di Gabriel García Márquez, ecco alcune madri che hanno segnato a fondo la storia della letteratura.

Madre Coraggio e l’assurdità della guerra

Come tutte le cose buone, anche la guerra, da principio è difficile. Ma poi, quando ha attaccato, tien duro. Allora la gente ha paura della pace, come chi gioca a dadi ha paura di smettere perché viene il momento di fare i conti, di vedere quanto s’è perduto.

La Madre Coraggio di Bertolt Brecht è forse uno dei personaggi più complessi della storia del teatro e della letteratura: Anna Fierling è molto di più che una madre che ama, sogna, vive e muore sul palcoscenico. È metafora tragica e brutale del gioco crudele della guerra, dal quale i poveri, gli emarginati e più deboli escono sempre sconfitti. Nel raccontarla, Brecht ci restituisce il duplice ritratto di una madre protettiva e di un’affarista senza scrupoli: questo secondo aspetto prevarrà sul primo, anche quando tutti e tre i suoi figli moriranno a causa di quella stessa guerra che per Madre Coraggio è fonte di guadagni.

Tahar Ben Jelloun: “Mia madre, la mia bambina”

Ho dato da mangiare a mia madre. Mia madre, la mia bambina. Una cucchiaiata di latte e formaggio. Una bambina che mangia, a occhi chiusi, e la mia mano trema per l'emozione.

Pubblicato in Italia nel 2007, questo romanzo racchiude la storia commovente di Lalla Fatma, madre dell’autore, malata di Alzheimer. Una donna dalla personalità forte e indipendente, ma completamente annientata dalla malattia: parla ai suoi tre mariti scomparsi da anni come se fossero vivi e accanto a lei e ai figli che non ha mai avuto, mentre ricordi e immagini sbiadiscono e si confondono nei suoi occhi. Ma suo figlio non si dà per vinto: sceglie di raccontare con lucidità e affetto incondizionato la storia perduta di Lalla, come ultimo e grande atto d’amore nei suoi confronti.

Luisa: la madre del realismo magico

Mi si piantò davanti, guardandomi negli occhi col sorriso malizioso dei suoi giorni migliori, e prima che io potessi reagire, mi disse: "Sono tua madre". Qualcosa in lei era cambiato e mi impedì di riconoscerla a prima vista. Aveva quarantacinque anni. Sommando i suoi undici parti, aveva passato quasi dieci anni incinta e almeno altrettanti allattando i suoi figli.

Un’altra donna legata alla letteratura non soltanto attraverso le pagine di un libro è Luisa Santiaga Marquez Iguaran, madre dello scrittore colombiano Gabriel García Márquez. A lei, l’autore ha dedicato gran parte della bellissima autobiografia “Vivere per raccontarla”: il libro comincia proprio con l’incontro tra sua madre e suo padre, il loro amore contrastato e le difficoltà enormi per riuscire a sposarsi nonostante l’opposizione delle famiglie. A lei, per stessa ammissione di Marquez, si devono alcuni dei racconti più famosi dell’autore, come “I funerali di Mama’ Grande” e “La mala ora”: fu proprio Luisa ad insegnare al piccolo Gabo la magia del racconto, la fascinazione delle ancestrali tradizioni del Sud America e la passione per la lettura.

Ida Ramundo, una madre sofferta

Si sa che la fabbrica dei sogni spesso interra le sue fondamenta fra i tritumi della veglia o del passato.

Ida ha già un figlio di quindici anni quando diventa di nuovo madre: nel gennaio 1941 un giovane militare tedesco la violenta, lasciandola incinta di un bambino che, quando nascerà, avrà grandi occhi turchini e si chiamerà “Useppe”. Le vicende raccontate da Elsa Morante durano circa sei anni, e attraversano il periodo più tragico della storia italiana: attraverso le paure e le speranze di questa madre l’autrice ripercorre gli anni della Seconda Guerra mondiale, disegnando i contorni di un personaggio fragile e determinato al tempo stesso.

Elena Ferrante e “L’amore molesto”

Mia madre annegò la notte del 23 maggio, giorno del mio compleanno, nel tratto di mare di fronte alla località che chiamano Spaccavento…

Il romanzo che ha reso famosa Elena Ferrante ruota attorno al rapporto, complesso e sofferto, fra una figlia e sua madre, e alla morte improvvisa di quest’ultima: sarà proprio la sua scomparsa, raccontata come un suicidio ma in realtà molto più oscura, che darà il via per la protagonista alla riscoperta di sé e del proprio rapporto con un passato nascosto. Questo romanzo della Ferrante ha avuto uno straordinario successo, e nel 1995 è stato portato sul grande schermo dal regista Mario Martone.

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