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Fermato dai carabinieri mostra la patente dello Stato Veneto, ma non è uno scherzo di Carnevale

L’uomo ha dichiarato “di essere cittadino veneto, titolare di sovranità originaria e in virtù di questo fatto non riconosco l’amministrazione né l’autorità italiana sul territorio veneto.”
A cura di Biagio Chiariello
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Ha tutta l'aria di uno scherzo di Carnevale, la vicenda avvenuta ieri pomeriggio a Campodarsego, in provincia di Padova, quando un normale controllo stradale da parte di una pattuglia di carabinieri si è trasformato in un "incidente diplomatico". Le forze dell'ordine si sono infatti "permesse" di fermare per un sorpasso azzardato il presidente dello ‘'Stato di Padova della Repubblica veneta’' che all'anagrafe risponde al nome di Gabriele De Pieri. Alla consueta richiesta di "patente e libretto" l'uomo, oltre al carta di circolazione, ha presentato licenza di guida e carta d'identità emesse rispettivamente "dalla motorizzazione e dall’autogoverno del popolo veneto" e contrassegnati da "regolari timbri dell’Onu" ma scritti in dialetto veneto. Lo stupore dei carabinieri è stato mitigato, come detto, dall'imminente ultimo giorno di carnevale, ma l'uomo non scherzava affatto. Tanto da costringere gli agenti a portarlo in caserma. E' lo stesso “prigioniero politico" a raccontare il fatto ai giornali locali:

"Ho mostrato il libretto e, in anteprima, la nuova patente veneta. Me l'hanno contestata: non è valida. Questo lo dice lei, ho replicato, a casa mia, nel Veneto, è validissima. Ho tentato di spiegare a quei signori che non sono italiano, che loro non hanno sovranità sul territorio veneto. Ma loro niente, non è valida, ci segua in caserma. Ero solo e non avevo testimoni. E visto ciò che è successo a Cucchi, ho detto: gente, non vi seguo, ho bisogno di tutela, sono presidente dello Stato di Padova. E ho chiamato il presidente dello Stato di Treviso, Daniele Quaglia, e anche la Finanza che mi mandasse una pattuglia."

Gabriele De Pieri

L'uomo sembra essere fermamente convinto della sua tesi tanto da dichiarare "di essere cittadino veneto, titolare di sovranità originaria e in virtù di questo fatto non riconosco l'amministrazione né l'autorità italiana sul territorio veneto." E' un fiume in piena De Pieri che aggiunge: “E’ incredibile che certe persone, stipendiate da noi, agiscano così. Mi domando in quale paese che si definisce civile una forza militare interferisce con la popolazione civile”.

L'uomo è stato rilasciato dopo quattro ore con una sfilza di verbali di multa (tra le quali anche la resistenza a pubblico ufficiale). Documenti scritti, naturalmente, in italiano, lingua che il “presidente dello Stato di Padova” afferma di non conoscere e per questo di aver sollecitato una traduzione in veneto. E c'è di più. Per l'uomo l'avvenimento corrisponderebbe ad una violazione dei diritti umani e per questo ha annunciato di volersi rivolgere alla Corte Europea.

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