Trump avvisa Putin dopo la call con Zelensky: “Se non ferma la guerra, avrà gravi conseguenze”

È terminata nel pomeriggio la call tra Zelensky, Trump, il suo vice Vance e i leader Ue, in vista dell'incontro di Ferragosto in Alaska tra Putin e il presidente Usa, che sarà ospitato nella base militare di Elmendorf-Richardson. All'incontro di venerdì il leader ucraino non ci sarà, ma la Casa Bianca, a quando apprende Cbs, sta già cercando una località per ospitare un successivo incontro tra il presidente Trump, il presidente russo e quello ucraino, che potrebbe tenersi alla fine della prossima settimana.
"Se il primo incontro con Putin va bene, ci sarà un secondo a breve con Putin e Zelensky al quale parteciperò anche io se vorranno", ha annunciato Donald Trump. "Il primo incontro è preparatorio", ha aggiunto il presidente.
Quindi ha lanciato un avvertimento: "Se dopo venerdì Putin non accetterà di fermare la guerra in Ucraina, affronterà gravi conseguenze".
"Non credo di poter convincere Putin a non bombardare i civili – ha detto ancora Trump -, perché l'ho fatto in conversazioni passate e lui ha continuato a lanciare missili. Voglio che la guerra finisca", ha sottolineato.
"Ho avuto molte belle conversazioni con Putin. Poi torno a casa e vedo che ha colpito con un razzo una casa di cura o un condominio, e ci sono morti in Ucraina", ha detto Trump rispondendo ad un giornalista che gli aveva chiesto se conta di riuscire a convincere il leader del Cremlino a non bombardare i civili. "Penso che la risposta alla domanda sia ‘no'".
Cosa ha detto Zeelensky dopo la telefonata con Trump e i leader Ue
Interrogato sulla possibilità di cedere territori nel Donbass, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che la sua posizione rimane invariata. "Qualsiasi questione che riguardi l'integrità territoriale dell'Ucraina non può essere discussa così, senza considerare la nostra Costituzione e la volontà del nostro popolo", ha detto il leader di Kiev nella conferenza stampa a Berlino dopo la videochiamata con Trump e i leader Ue, accanto al cancelliere tedesco Friedrich Merz.
Il presidente americano, lo ricordiamo, aveva annunciato che proprio in Alaska ci sarebbe stato "uno scambio di territori", mettendo subito in chiaro che, nonostante il rifiuto del presidente ucraino, una trattativa su questo tema sarebbe stata inevitabile. Il sito di informazione Axios, citando due fonti a conoscenza dei contenuti della conversazione di oggi, ha fatto sapere che Donald Trump avrebbe detto di ritenere lo scambio di territori una "parte necessaria di un accordo di pace tra Russia e Ucraina, ma di non poter prendere decisioni definitive in merito". Secondo quanto riportato da Axios, "Trump ha detto che sono Vladimir (Putin) e Volodymyr a dover discutere tra loro dei territori, non lui".
Sempre secondo la testata online, Trump ha detto a Zelensky e ai leader europei che i suoi obiettivi dal vertice con Putin sono di ottenere un cessate il fuoco e di comprendere meglio se sia possibile raggiungere un accordo di pace completo.
"Per quanto riguarda i nostri principi, per quanto riguarda la nostra integrità territoriale, alla fine, sarà il livello dei leader a decidere. Senza l'Ucraina al tavolo, è impossibile raggiungere questo obiettivo", ha aggiunto Zelensky. "La mia posizione non cambierà", ha affermato Zelensky, che ieri aveva dichiarato di non avere "alcuna intenzione" di cedere pezzo di territorio dell'Ucraina.
"È molto importante che tutto ciò che riguarda l'Ucraina sia discusso con l'Ucraina. La Russia non deve avere l'ultima parola per quanto riguarda i confini. Per prima cosa ci deve essere un cessate il fuoco per trattare", ha spiegato ancora Zelensky, dicendo che "Putin non vuole la pace, questo deve essere chiaro a tutti. Spero che il colloquio in Alaska avrà come risultato il cessate il fuoco". Ma un cessate il fuoco incondizionato fino ad ora è sempre stato respinto da Putin.
In risposta poi a una domanda su quali termini di uno scambio di territori potrebbero essere accettabili per Kiev, Zelensky ha risposto che bisognerà vedere "quelli che saranno i risultati del summit in Alaska e poi decideremo. Non ci sbilanciamo, aspettiamo di sapere cosa succederà".
È la stessa posizione ribadita dal cancelliere tedesco Merz: "Nella call con Trump abbiamo chiarito che l'Ucraina deve sedere al tavolo dei negoziati e la sicurezza del Paese deve essere garantita. Un riconoscimento legale dell'occupazione russa non è in discussione, il principio che i confini non devono essere modificati con la forza deve essere preservato".
"Il presidente Usa condivide le nostre preoccupazioni, c'è la speranza che qualcosa si stia muovendo. Noi stiamo lavorando per questo. Auguriamo il meglio a Trump per il vertice con Putin". Dalla videochiamata di oggi insomma è emersa la necessità di assicurare centralità a Kiev nelle trattative. Le parole del presidente francese Macron confermano la stessa linea: "Le questioni territoriali che riguardano l'Ucraina non saranno negoziate che dal presidente ucraino, questa è la posizione che noi sosteniamo".
Anche il Regno Unito, in una dichiarazione diffusa dal portavoce del premier britannico, Keir Starmer, ha confermato il suo sostegno "incrollabile" all'Ucraina, escludendo la modifica dei confini di Kiev con la forza. I leader "hanno concordato che questa settimana segna un momento importante per il futuro dell'Ucraina" e hanno ringraziato Donald Trump "per i suoi sforzi nel portare Putin al tavolo delle trattative per un cessate il fuoco che ponga fine al continuo spargimento di sangue", si legge nel testo ripreso dal Guardian, che aggiunge: "Il primo ministro ha chiarito che il nostro sostegno all'Ucraina è incrollabile, i confini internazionali non devono essere modificati con la forza e l'Ucraina deve avere garanzie di sicurezza solide e credibili per difendere la sua integrità territoriale come parte di qualsiasi accordo". Il Regno Unito ha confermato che l'Europa è pronta a sostenere questa iniziativa e continuerà a lavorare al fianco di Trump e del presidente Volodymyr Zelensky per una pace giusta e duratura in Ucraina.
Vance: "Riporteremo di nuovo la pace in Europa, come nella seconda Guerra Mondiale"
Il vicepresidente Usa JD Vance, che ha partecipato alla call di oggi con Zelensky e Trump, parlando con i militari americani schierati nella base britannica della Raf nel Gloucestershire, a margine di una vacanza familiare che sta trascorrendo nel Regno Unito, ha dichiarato che gli Usa sono impegnati sotto l'amministrazione di Donald Trump a "riportare di nuovo la pace in Europa", come accadde dopo la Seconda guerra mondiale. Si tratta di "una missione", ha aggiunto, sottolineando di aver parlato oggi con Trump a due giorni dal vertice del 15 agosto in Alaska con il presidente russo Vladimir Putin, potenzialmente cruciale per la guerra in Ucraina e per il futuro di Kiev.
Meloni: "Lavorare per sovranità e sicurezza dell'Ucraina"
Dopo la call di oggi, a cui ha partecipato anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, Palazzo Chigi ha diffuso una nota. Alla call con il presidente americano Trump hanno partecipato i leader di Ucraina, Finlandia, Francia, Germania, Polonia, Regno Unito, dell'Unione Europea e della Nato.
"Il Vertice – si legge nella nota – è stato preceduto da un coordinamento europeo, sempre a livello di leader, e seguito dallo svolgimento di una nuova riunione della Coalizione dei volenterosi".
Nel corso della discussione, Meloni "ha espresso apprezzamento per gli sforzi profusi dal Presidente Trump", ribadendo "l'importanza di continuare a lavorare con gli Stati Uniti per fermare il conflitto e raggiungere una pace che assicuri la sovranità e la sicurezza dell'Ucraina", e ha ringraziato il Presidente Zelensky "per la serietà dimostrata finora nella ricerca di una soluzione diplomatica".
La premier ha anche accolto "con favore" la partecipazione americana, con il Vice Presidente Vance, alla riunione della Coalizione dei volenterosi, nel solco di quanto avvenuto per la prima volta a Roma a margine della Conferenza sulla ricostruzione dell'Ucraina di luglio.
Giorgia Meloni "si è detta molto soddisfatta dall'unità di intenti e dalla capacità di dialogo che l'Occidente sta dimostrando di fronte a una sfida fondamentale per la sicurezza e la difesa del diritto internazionale".
"È ora il momento di vedere quale sarà, in Alaska, l'atteggiamento della Russia che finora non ha inteso fare alcun significativo passo in avanti".