Venezuela, orrore in diretta su TikTok: ucciso il blogger Sarmiento, era la voce contro i clan

È stato un omicidio brutale, compiuto in diretta sotto gli occhi di centinaia di spettatori collegati su TikTok. Gabriel Sarmiento, giovane blogger e content creator venezuelano noto per le sue denunce contro la criminalità organizzata, è stato assassinato nella sua abitazione a Maracay, nella regione centrale del Venezuela. I media locali riferiscono che l’attacco è avvenuto nelle prime ore del mattino, mentre Sarmiento stava trasmettendo in tempo reale un nuovo episodio del suo programma, dedicato alle attività dei gruppi criminali più temuti del Paese: il Tren de Aragua e il Tren del Llano.
Secondo le prime ricostruzioni, un commando armato ha fatto irruzione nella casa del giovane proprio mentre era in diretta. I colpi d’arma da fuoco sono risuonati improvvisi, ponendo fine alla vita di un ragazzo che da mesi utilizzava i social per denunciare non solo le mafie locali, ma anche la corruzione di alcuni apparati dello Stato venezuelano. Durante quella che sarebbe diventata la sua ultima trasmissione, Sarmiento aveva menzionato esplicitamente il boss del Tren de Aragua, Héctor Rusthenford Guerrero Flores, noto come El Niño Guerrero, una figura emblematica della criminalità venezuelana.
Il Tren de Aragua è un'organizzazione che ha consolidato il suo potere a partire dalla prigione di Tocorón, situata a pochi chilometri da Maracay. Per anni, quella struttura penitenziaria è stata in realtà la base operativa della banda, da cui venivano coordinati traffici di droga, estorsioni, rapimenti, omicidi su commissione e persino tratta di esseri umani. Nel 2023, il governo venezuelano aveva lanciato una vasta operazione militare per riconquistare il controllo della prigione, impiegando migliaia di agenti. L'intervento, tuttavia, non è riuscito a catturare El Niño Guerrero, che è ancora oggi latitante.
Nonostante le prove e le testimonianze, il governo del presidente Nicolás Maduro continua a negare l’esistenza di vere e proprie bande criminali nel Paese. Secondo la narrazione ufficiale, il Tren de Aragua sarebbe un'invenzione costruita ad arte dai media e da potenze straniere per screditare il Venezuela e giustificare eventuali ingerenze nei suoi affari interni. Un'affermazione che contrasta duramente con la realtà vissuta quotidianamente da milioni di venezuelani, oppressi dalla violenza, dalla crisi economica e da un sistema istituzionale percepito come corrotto e impotente.
Gabriel Sarmiento, nel suo piccolo, aveva scelto di non tacere. Con il solo ausilio del suo smartphone, cercava di squarciare il velo di omertà attorno a crimini che troppo spesso restano impuniti. La sua morte rappresenta l'ennesimo campanello d’allarme su quanto sia pericoloso, in Venezuela, alzare la voce contro i poteri criminali. Il suo sacrificio lascia una scia di sgomento e rabbia, ma anche la testimonianza di un coraggio che pochi sono disposti a mostrare.
In un Paese dove i giornalisti sono sotto costante minaccia e i media tradizionali vivono sotto censura, Gabriel aveva trovato nei social l’unico spazio possibile per raccontare una verità scomoda. Una verità che, alla fine, gli è costata la vita.