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Guerra in Ucraina

Ucraina, nella notte droni russi bombardano Kiev e altre grandi città: la Polonia schiera i caccia

Missili e droni russi hanno colpito numerose città nelle scorse ore, con l’ennesimo bombardamento notturno. Prese di mira anche città lontane dal fronte. La Polonia e altri Paesi hanno schierato i caccia, “pronti per una risposta immediata”. Le forniture di armi statunitensi a Kiev riprendono, ma con meno intensità.
A cura di Luca Pons
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Palazzi distrutti a Leopoli, in Ucraina
Palazzi distrutti a Leopoli, in Ucraina
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Nuova offensiva russa nella notte: droni e missili russi hanno portato avanti attacchi nelle regioni di Kiev, Leopoli, Lviv, Lutsk e altri grandi centri molto lontani dal fronte di guerra. La stima delle autorità ucraine che siano stati lanciati 26 missili e 597 droni, di cui più della metà (344) sono stati abbattuti. La Polonia e altri Stati alleati hanno schierato i loro aerei da combattimento, pur rimanendo nello spazio aereo polacco. L'offensiva russa cresce di intensità e le tensioni aumentano, mentre negli ultimi giorni dagli Stati Uniti è arrivato il segnale che le forniture militari all'Ucraina sono riprese – anche in seguito all'apparente peggioramento dei rapporti, per il momento, tra Donald Trump e Vladimir Putin.

Bombardamenti nella notte, "due morti e 20 feriti"

Le notizie degli attacchi notturni hanno iniziato ad arrivare tra le due e le tre del mattino (ora locale). È stata la terza notte consecutiva in cui droni e missili provenienti dalla Russia hanno preso di mira diverse regioni del Paese, incluse alcune grandi città. Nelle città occidentali di Chernivtsi e Leopoli si sono sentite esplosioni, e il sindaco di Leopoli ha segnalato un incendio in una zona "non residenziale" che avrebbe causato un ferito. Attacchi anche a Lutsk e Lviv – sempre centri decisamente lontani dal fronte di guerra. Leopoli si trova a 70 chilometri dal confine con la Polonia.

Ma i droni avrebbero colpito anche nella regioni di Kiev, Kherson, Mykolaiv e Kropyvnytskyi, tra le altre. E sono stati segnalati a Vinnytsia, Cernihiv e Cerkasy, oltre che a ovest di Sumy, a nord di Odessa, a est di Zytomyr. Un attacco ampio, ancora una volta, che ha spinto molti ucraini nei grandi centri a cercare rifugio notturno in bunker, cantine e zone più resistenti ai bombardamenti.

"Ci sono stati colpi alle infrastrutture civili, compresi edifici residenziali. A oggi, due persone sono morte a Cernovcy" e sono "circa 20 le persone ferite a seguito dei bombardamenti". Lo ha comunicato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Polonia e altri Paesi schierano i caccia da combattimento

Proprio perché gli attacchi hanno riguardato soprattutto la parte occidentale del Paese, lontana dal fronte e vicina ad altri Stati (come detto, Leopoli è a 70 chilometri circa dalla Polonia), l'aeronautica polacca e quella di altri Paesi alleati si è mobilitata. Nella notte i caccia da combattimento si sono sollevati in volo per monitorare la situazione. Sono rimasti sempre nello spazio aereo polacco, senza entrare in quello ucraino.

Il Comando operativo delle forze armate della Polonia ha fatto sapere che "a causa dell'attività dell'aviazione russa a lungo raggio, che sta colpendo obiettivi situati, in particolare, nell'Ucraina occidentale", la mobilitazione ha coinvolto "le forze aeree polacche e alleate". Sono poi state adottate altre misure per "garantire la sicurezza nelle aree confinanti con le zone minacciate". In particolare, l'uso di sistemi di difesa aerea e di radar. Le forze sono "pienamente preparate per una risposta immediata", ha dichiarato il Comando.

Le forniture militari degli Usa, Trump: "Pagherà la Nato"

Gli attacchi russi si sono molto intensificati negli ultimi mesi, sia perché la produzione di droni è aumentata, sia perché gli Stati Uniti di Donald Trump hanno preso una posizione molto più favorevole a Mosca rispetto a quella di Joe Biden. Ieri il presidente ucraino Zelensky ha comunque detto di aver ricevuto "buoni segnali, anche dagli Stati Uniti", che "le forniture sono state ripristinate" e che continueranno i lavori "con la parte americana a livello militare", confrontandosi con l'inviato di Washington a Kiev, Keith Kellogg. Insomma, i rifornimenti che Trump aveva bloccato ora sono tornati, sempre su decisione del presidente.

C'è chi ha interpretato questa mossa come una conseguenza della possibile ‘rottura' tra Trump e Putin: non sono mancati gli attacchi verbali del presidente Usa al leader russo, nelle ultime settimane. Per il momento il sostegno militare statunitense è ripreso, e passerà dagli alleati Nato. Lo ha annunciato Donald Trump: "Invieremo armi alla Nato, e la Nato pagherà queste armi al cento per cento". Ma le forniture restano ben più ridotte rispetto al periodo dell'amministrazione Biden. Cosa che rende più semplice per la Russia effettuare bombardamenti come quelli delle ultime notti.

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