Guerra Ucraina, attacco russo a istituto penitenziario dopo ultimatum di Trump a Putin: 16 morti e 35 feriti

Nuovo, pesante attacco russo in Ucraina a poco più di 12 ore dall'ultimatum lanciato dal presidente USA Donald Trump a Vladimir Putin per raggiungere la tregua entro 10 giorni. Almeno 16 persone sono state uccise e altre 35 sono rimaste ferite la notte scorsa in un attacco contro un istituto penitenziario nella regione di Zaporizhzhia, nella zona sud-orientale del Paese, come ha reso noto su Telegram il capo dell'Amministrazione militare della regione, Ivan Fedorov. Lo riporta Ukrainska Pravda.
"Nella notte, il nemico ha bombardato la regione di Zaporizhzhia otto volte, in precedenza con le Fab (le bombe aeree teleguidate, ndr). Hanno colpito anche la colonia penale: 16 persone sono morte e 35 sono rimaste ferite", ha affermato Fedorov, aggiungendo che nell'attacco l'istituto penitenziario è stato distrutto e alcune abitazioni vicine sono state danneggiate.
Ma i bombardamenti russi si sono registrati nella notte tra lunedì e martedì anche in altre parti del Paese, provocando la morte in totale di 20 persone. Altri 3 attacchi nella regione di Dnipropetrovsk hanno causato infatti almeno 4 morti e otto feriti, ha reso noto su Telegram il capo dell'amministrazione militare regionale, Sergiy Lysak, che si vanno ad aggiungere ai 16 di Zaporizhzhia.
La conferma dei decessi avvenuti nella notte è arrivata anche dal consigliere presidenziale ucraino Andriy Yermak, che ha denunciato "un altro crimine di guerra da parte dei russi, che non si fermeranno finché non saranno fermati", ha scritto sul proprio profilo su X.
Eppure solo qualche ora fa il presidente USA Trump aveva usato il pugno duro con Putin, dicendosi "deluso" dal collega russo. "Non sono più così interessato a parlare", aveva detto l'inquilino della Casa Bianca, ripetendo la sua minaccia di sanzioni e tariffe secondarie sulla Russia "a meno che non si raggiunga un accordo", strada che non vorrebbe percorrere: "Non voglio farlo alla Russia, amo il popolo russo, è un grande popolo". Tuttavia, "troppe persone stanno morendo. Non voglio usare la parola mentire. Ma sembrava che in, diciamo, tre occasioni", si fosse vicini a "un cessate il fuoco e forse alla pace". E poi, "all'improvviso, i missili volano su Kiev e altri luoghi. E io ho detto, che cosa significa tutto questo? Questo è successo troppe volte, non mi piace", ha risposto a una domanda della stampa, che gli aveva chiesto se pensasse che il presidente russo gli stesse mentendo, aggiungendo che fisserà un "nuovo ultimatum per Putin di 10-12 giorni e non più di 50".
Parole, queste, che non sono piaciute a Dmitry Medvedev, vice segretario del Consiglio di Sicurezza russo, che su X ha scritto: "La Russia non è Israele e nemmeno l'Iran. Ogni nuovo ultimatum è una minaccia e un passo verso la guerra. Non tra la Russia e l'Ucraina ma con il suo stesso Paese. Non incamminarti sulla strada di Sleepy Joe", riferendosi all'ex presidente Joe Biden.