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Ucciso in Siria il leader dell’Isis responsabile degli attacchi terroristici in Europa

Khalid Aydd Ahmad al-Jabouri, responsabile della pianificazione degli attacchi in Europa, è stato ucciso in un raid condotto da droni statunitensi nel nord della Siria.
A cura di Davide Falcioni
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Immagine di repertorio
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L'esercito statunitense ha ucciso con un raid aereo in Siria un leader dell'Isis, Khalid Aydd Ahmad al-Jabouri, "responsabile della pianificazione degli attacchi in Europa". Lo ha reso noto il Comando centrale Usa, secondo cui l'operazione non ha provocato vittime civili e "comprometterà temporaneamente la capacità dell’organizzazione di pianificare attacchi esterni". Tuttavia il gruppo afferente ad al-Jabouri "rimane in grado di condurre operazioni" in Siria e mantiene l'obiettivo "di colpire oltre il Medio Oriente". L'Isis, dunque, è ben lungi dall'essere definitivamente sconfitto.

L'eliminazione del leader dello Stato Islamico è avvenuta in una città del nord della Siria e l'attacco che ne ha provocato la morte è stato portato con droni dalla coalizione guidata dagli Stati Uniti. L'Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede nel Regno Unito, ha dichiarato ieri che una persona è stata uccisa in un attacco di velivoli senza pilota vicino al villaggio di Kefteen, controllato dai ribelli. La Protezione civile siriana organizzata dall'opposizione del regime di Assad, e nota anche con il nome di Caschi Bianchi, ha confermato di aver soccorso un uomo sul luogo del bombardamento, e che in seguito è deceduto a causa delle ferite riportate.

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Al culmine del suo potere, nel 2014,  lo Stato Islamico controllava intere aree dell'Iraq e della Siria. In seguito l'Isis è stato duramente colpito sia dalla coalizione internazionale a guida USA sia dall'alleanza tra il governo siriano e la Russia di Putin. Si stima che ad oggi del gruppo facciano parte tra i cinquemila e i settemila miliziani sparsi tra la Siria e l'Iraq, circa la metà dei quali combattenti, secondo un rapporto delle Nazioni Unite pubblicato a febbraio.

Sempre secondo l'ONU la minaccia rappresentata dallo Stato Islamico e dai suoi affiliati alla pace e alla sicurezza internazionali è stata elevata nella seconda metà del 2022 ed è aumentata all'interno e intorno alle zone di conflitto in cui il gruppi è presente. Alla fine dell'anno scorso, l'Isis ha annunciato di aver nominato una figura precedentemente sconosciuta – Abu al-Hussein al-Husseini al-Quraishi – come suo leader.

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