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Ucciso da fame, incuria e freddo nello zoo: così è morto il rinoceronte nero Jacob

La storia del rinoceronte jacob, malato da tempo, vittima di malesseri tipici della vita in cattività ma anche dell’incuria a cui sarebbe stato sottoposto nello zoo francese in cui si trovava e che lo hanno fatto soffrire a lungo.
A cura di Antonio Palma
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Ucciso per le patologie causate da fame, incuria e freddo nello zoo in cui era vissuto per venticinque anni. Così è morto Jacob, un esemplare di rinoceronte nero ospitato all’interno di un giardino zoologico francese a Pont-Scorff, piccolo comune della Bretagna. A rivelarlo è l’associazione animalista Rewild che aveva acquistato lo zoo e tutti gli animali al suo interno poche settimane prima del decesso. La morte del rinoceronte risale al 31 dicembre scorso ma, come stabilito dall’autopsia sulla carcassa dell’animale, jacob in realtà era malato da tempo, vittima di malesseri tipici della vita in cattività ma anche dell’incuria a cui sarebbe stato sottoposto e che lo hanno fatto soffrire.

“L' autopsia ha rivelato la presenza di gravi lesioni orali che impedivano Jacob di alimentarsi correttamente. Questa usura anormale dei denti può essere imputabile solo alla sua alimentazione. L' autopsia ha concluso che l’animale aveva un indebolimento profondo dell'organismo, perdita di peso, stanchezza e atrofia muscolare, legate ad una denutrizione molto importante, con totale assenza di riserva grassa” scrivono dall’associazione, ricordando che le “gravi lesioni orali lo hanno fatto soffrire impedendogli di alimentarsi correttamente mentre altre lesioni erano dovute a dei problemi di metabolizzazione del ferro già identificati nella storia medica di jacob”.

“Quindi Jacob è letteralmente morto di fame e stanchezza, considerato un vecchio prima dell'età. Avrà vissuto tutta la vita in un clima inadatto alle sue esigenze, con un cibo inadeguato alle sue esigenze e in uno stato di debolezza e sofferenza direttamente indotto dalle sue condizioni di rinoceronte in prigione. Solo la morte l'avrà liberato da una vita che sarà stata solo l'ombra di quello che avrebbe dovuto essere” hanno scritto su Facebook gli animalisti, concludendo: “Tutti i veterinari intervenuti nel caso di jacob conoscevano la natura delle sue patologie e il loro carattere direttamente imputabile alla prigionia ma nessuno è intervenuto".

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