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Uccise suoceri con funghi velenosi, il sopravvissuto: “Nessun rancore, ora sarà vittima della mia gentilezza”

L’uomo, che ha perso la moglie ed è rimasto in ospedale quasi due mesi, ha testimoniato al processo raccontando alla giuria molti dettagli su quel pranzo fatale in cui Erin Patterson ha ucciso suoceri e zia dell’ex marito. Rabbia dell’ex coniuge dell’imputata: “Ha distrutto anche i figli perché tutti sanno che la loro madre ha assassinato i loro nonni”.
A cura di Antonio Palma
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"Non le porto rancore. Ora non sono più la vittima di Erin Patterson. È diventata lei la vittima della mia gentilezza" lo ha dichiarato oggi in Tribunale Ian Wilkinson, l’unico sopravvissuto alla strage famigliare con avvelenamento da funghi per cui il Tribunale di Melbourne ha condannato la 55enne per triplice omicidio. Wilkinson, un pastore locale, ha affermato di volere giustizia, aggiungendo però di voler perdonare la donna che ha ucciso suoceri e zia dell’ex marito durate una cena in casa.

Oggi, per la prima volta, i sopravvissuti e i parenti delle vittime si sono rivolti direttamente all’imputata in tribunale durante l’udienza preliminare che porterà all’annuncio della pena per Erin Patterson. Tra loro Wilkinson, l’uomo che aveva mangiato quei funghi velenosi serviti con un filetto alla Wellington e che era finito in ospedale in coma. L’uomo è rimasto in pericolo di vita per giorni prima di riprendersi dopo bene sette settimane di ricovero in ospedale.

La terza vittima Heather Wilkinson (a sinistra) e suo marito Ian (a destra), ricoverato in ospedale
La terza vittima Heather Wilkinson (a sinistra) e suo marito Ian (a destra), ricoverato in ospedale

L’uomo ha testimoniato al processo raccontando alla giuria molti dettagli su quel pranzo fatale, incluso il modo in cui Patterson ha servito la pietanza per sé stessa in un piatto più piccolo e di colore diverso. Una testimonianza cruciale per portare alla condanna della donna che dal suo canto continua a proclamarsi innocente parlando di un incidente.

Il pastore ha ricordato la moglie morta, Heather, e il dolore per averla persa in questo modo ma anche delle conseguenze durature di quell’avvelenamento sul suo corpo. “La mia salute non è mai tornata ai livelli che avevo prima del pranzo fatale”, ha dichiarato Wilkinson.

Don e Gail Patterson, due delle tre vittime morte dopo il pranzo coi funghi
Don e Gail Patterson, due delle tre vittime morte dopo il pranzo coi funghi

Ian Wilkinson è quasi scoppiato in lacrime mentre parlava dell'impatto della morte della moglie sui suoi figli ma anche del decesso di Don e Gail Patterson, la sorella di sua moglie e il marito di lei, le principali vittime designate secondo l’accusa. "Senza mia moglie mi sento vivo solo a metà. Improvvisamente mi ritrovo single, col dolore di dover chiudere i suoi affari e tornare al lavoro pastorale senza i suoi saggi consigli” ha dichiarato l’uomo, aggiungendo: “Quale follia può portare qualcuno a pensare che l'omicidio possa essere la soluzione ai suoi problemi?".

Le stesse domande che si è fatta anche la figlia dei Wilkinson che ha dichiarato alla corte che è stato "difficile comprendere" il comportamento di Patterson. "Avrebbe potuto cambiare i piani", ma invece "ha scelto di andare fino in fondo” ha sottolineato, aggiungendo poi rivolta all’imputata: “Come madre non potrei mai capire come tu possa scegliere volontariamente questo per i tuoi figli".

Un pensiero rivolto ai figli anche da parte di Simon Patterson, ex marito della condannata che aveva rifiuto l’invito a cena e si è salvato: “I miei due figli sono rimasti senza nonni… sono stati derubati anche della speranza, di quel tipo di rapporto con la madre che i bambini sognano naturalmente. Come tutti noi, si trovano ad affrontare la difficile sfida di cercare di comprendere ciò che ha fatto. La triste realtà è che vivono in una famiglia irrimediabilmente distrutta, con un solo genitore, quando quasi tutti sanno che la loro madre ha assassinato i loro nonni”.

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