Trump ora ha deciso di raddoppiare i dazi su acciaio e alluminio: “Andranno al 50% dal 4 giugno”

Ancora una volta i dazi imposti dagli Stati Uniti di Donald Trump cambiano, apparentemente solo per una volontà momentanea del presidente. Questa volta la decisione riguarda i dazi su acciaio e alluminio che saliranno al 50%. Questi sono tra i pochi dazi effettivamente in vigore, dato che buona parte degli altri è stata sospesa per permettere dei negoziati con i vari Paesi colpiti (negoziati di cui finora si è saputo poco). Le tariffe erano state bloccate da un tribunale federale, ma dopo poche ore sono tornate in vigore in attesa della sentenza di appello.
I dazi su alluminio e acciaio sono al 25% e dal 4 giugno raddoppieranno, arrivando al 50%. Non è un caso che Trump lo abbia annunciato davanti ai lavoratori dell'azienda produttrice di acciaio US Steel, che verrà comprata dalla giapponese Nippon Steel, anche se i termini non sono ancora chiari.
"Porteremo i dazi sull'acciaio dal 25% al 50%, cosa che proteggerà ancora di più l'industria dell'acciaio negli Stati Uniti. Nessuno potrà aggirarli", ha detto il presidente, davanti alla folla dei lavoratori di uno degli impianti di US Steel. Poco dopo, Trump ha confermato sui social: "Ho l'onore di alzare le tariffe su acciaio e alluminio dal 25% al 50%, a partire ad mercoledì 4 giugno. Le nostre industrie di acciaio e alluminio stanno tornando come mai prima d'ora. Questa sarà un'altra grande scossa di ottime notizie per i nostri fantastici lavoratori dell'acciaio e dell'alluminio".
L'annuncio è arrivato a pochi giorni di distanza dalla conferma di un affare – quello della Nippon Steel che comprerà US Steel – che aveva sollevato forti resistenze nell'opinione pubblica americana. L'azienda giapponese aveva annunciato i suoi piani a dicembre 2023, quando la campagna elettorale per le presidenziali del 2024 era già decisamente avviata, e sia Trump che Biden l'avevano duramente criticata. Il presidente democratico, a gennaio di quest'anno, aveva bloccato l'accordo con un ordine esecutivo.
Da allora evidentemente le cose sono cambiate. La settimana scorsa, dopo diversi incontri con l'azienda e con i leader politici della Pennsylvania (dove ha sede US Steel), Trump ha annunciato sui social che sarebbe nata una "partnership" tra le due imprese che avrebbe "creato almeno 70mila posti di lavoro". In realtà, Nippon Steel ha sempre chiarito che il suo piano è di comprare US Steel: non una partnership, ma un'acquisizione. Il presidente Usa ha anche detto che l'azienda "continuerà a essere controllata dagli Stati Uniti", ma non ha chiarito in che modo. I dettagli dovranno essere resi noti nelle prossime settimane.
Fatto sta che, subito dopo una decisione complicata e potenzialmente poco gradita ai lavoratori – e agli elettori – Trump ha deciso un nuovo aumento dei dazi. È utile ricordare che sulla carta le tariffe servono a proteggere le aziende del proprio Paese: quelle che hanno sede all'estero devono pagare di più per vendere i loro prodotti negli Stati Uniti, quindi in teoria o decidono di vendere di meno, o alzano i prezzi, rendendo più vantaggiosi per i clienti i prodotti realizzati negli Usa. La realtà non è così semplice, ma questa è l'idea (o una delle idee) che Trump cerca di trasmettere ai suoi sostenitori.