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Trump ha deciso di distruggere quasi 10 milioni di dollari di contraccettivi destinati alle donne all’estero

Donald Trump ha ordinato di distruggere 9,7 milioni di dollari di contraccettivi destinati alle donne in aree di crisi. Per giustificare la decisione l’amministrazione ha spiegato che non ci sarebbero “acquirenti idonei” a cui venderli. A quanto risulta i contraccettivi dovevano arrivare in Africa, dove sarebbero stati impiegati per contrastare gli aborti illegali e non sicuri.
A cura di Giulia Casula
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Donald Trump ha ordinato di distruggere 9,7 milioni di dollari di contraccettivi destinati alle donne in aree di crisi all'estero. La decisione è stata confermata dal Dipartimento di Stato ma non è chiaro se sia già stata eseguita o se i contraccettivi risultino ancora interi. Secondo quanto riferito da fonti interne all'amministrazione Trump l'operazione dovrebbe concludersi entro luglio e costerà ai contribuenti americani 167mila dollari.

A quanto risulta i contraccettivi, principalmente dispositivi intrauterini e impianti anticoncezionali a lunga durata, erano destinati a donne residenti all'estero. In particolare, le scorte sarebbero dovute arrivare in Africa, dove sarebbero state impiegate per contrastare il fenomeno degli aborti illegali e non sicuri. L'amministrazione ha motivato la decisione con il fatto che attualmente non ci sarebbero "acquirenti idonei" a cui vendere i dispositivi. Questo perché – spiega il Guardian – le leggi statunitensi impediscono di inviare aiuti a organizzazioni che supportano o forniscono direttamente servizi di aborto e consulenza alle donne all'estero.

La decisione ha attirato le critiche dei democratici, come la senatrice Jeanne Shaheen che ha definito "inaccettabile" distruggere "prodotti per la pianificazione familiare finanziati dai contribuenti e acquistati per sostenere le donne in zone di crisi" e ha presentato una proposta di legge per fermare l'operazione.

Secondo quanto spiegato da un portavoce della Casa Bianca che ha giustificato la scelta, la maggior parte dei contraccettivi sarebbero prossimi alla scadenza e presenterebbero il logo dell'Usaid, l'Agenzia per lo Sviluppo Internazionale che Trump ha deciso di smantellare. Rietichettarli – sostiene il portavoce – sarebbe stato troppo costoso per Washington. Tuttavia, un assistente che ha visitato i depositi in cui sarebbero conservate le scorte dei contraccettivi ha affermato che la data di scadenza più vicina era il 2027 e che due terzi dei contraccettivi non presentava il logo dell'Usaid.

Secondo l’organizzazione internazionale Msi Reproductive Choices, le conseguenze di questa distruzione saranno gravissime per le tante donne che si trovano in regioni dove l'accesso all'aborto legale o la fornitura di anticoncezionali sono fortemente limitati. Inoltre, la direttrice dell'organizzazione Sarah Shaw ha raccontato di aver provato a comprare i contraccettivi dal governo statunitense ma che il preventivo stilato per l'acquisto (a prezzo pieno) e il trasporto sarebbe stato troppo dispendioso, al punto da rendere impossibile concludere la procedura. Le dichiarazioni di Shaw sembrerebbero smentire la versione del Dipartimento di Stato sull'assenza di acquirenti, anche se resta possibile che per via della sua attività di sostegno ai servizi di aborto la Msi Reproductive Choice non potesse essere considerata "idonea" alla compravendita.

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