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Thailandia e Cambogia, raggiunta intesa per un cessate il fuoco immediato e senza condizioni

Il cessate il fuoco entrerà in vigore a mezzanotte del 28 luglio e sarà applicato simultaneamente da entrambe le forze militari. Gli scontri tra Cambogia e Thailandia hanno causato in pochi giorni 35 morti e 270mila sfollati.
A cura di Davide Falcioni
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Thailandia e Cambogia hanno raggiunto un accordo per un cessate il fuoco immediato e incondizionato, ponendo fine a una serie di violenti scontri armati lungo il confine che hanno causato almeno 35 morti e oltre 270mila sfollati. L’intesa è stata annunciata oggi dal premier malese Anwar Ibrahim, che ha ospitato il vertice straordinario nella sua residenza ufficiale a Putrajaya. Presenti al tavolo dei colloqui il Primo Ministro cambogiano Hun Manet e il premier ad interim thailandese Phumtham Wechayachai. "Abbiamo raggiunto uno sviluppo molto positivo, un primo passo cruciale verso la pace tra Thailandia e Cambogia", ha dichiarato Anwar, visibilmente soddisfatto, affiancato dai due leader.

Il cessate il fuoco entrerà in vigore a mezzanotte del 28 luglio e sarà applicato simultaneamente da entrambe le forze militari. Il premier cambogiano Hun Manet ha descritto l’incontro come "costruttivo" e ha espresso la speranza che l’intesa possa "fermare immediatamente le ostilità che hanno già causato troppe perdite di vite umane". Hun Manet ha inoltre ringraziato il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump per il suo "ruolo decisivo" nel promuovere il dialogo, sottolineando anche il contributo fondamentale della leadership cinese. Entrambi i Paesi sono stati in contatto diretto con Washington, Pechino e Kuala Lumpur per giungere a una soluzione diplomatica.

Da parte sua, Phumtham ha confermato che la Thailandia si impegnerà "in buona fede" ad attuare l'accordo. Il leader thailandese aveva inizialmente espresso scetticismo sulle intenzioni della Cambogia, ma ha riconosciuto l’importanza del dialogo promosso dalla Malesia.

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Perché era scoppiati scontri armati tra Cambogia e Thailandia

La contesa tra Thailandia e Cambogia affonda le sue radici nella storia coloniale della regione, risalendo a oltre un secolo fa. Dopo l'occupazione francese della Cambogia, la definizione dei confini tra i due Paesi lasciò irrisolte numerose ambiguità territoriali, in particolare nell’area dove sorge il tempio di Preah Vihear, risalente all’XI secolo.

La tensione esplose nuovamente nel 2008, quando Phnom Penh cercò di far registrare il sito come patrimonio mondiale dell’UNESCO, scatenando la reazione immediata della Thailandia, che rivendicava l’area come propria. Da allora, scontri armati sporadici hanno provocato morti e feriti sia tra i militari sia tra i civili di entrambe le nazioni.

Le tensioni più recenti sono scoppiate a maggio scorso, in seguito alla morte di un soldato cambogiano durante uno scontro a fuoco nella zona di confine. L’incidente ha fatto precipitare le relazioni diplomatiche, già fragili, al livello più critico degli ultimi dieci anni.

In risposta all'escalation, i due Paesi hanno adottato misure di ritorsione economica e restrizioni alle frontiere. La Cambogia ha vietato l’ingresso a diverse merci thailandesi, tra cui frutta, verdura e generi alimentari, e ha interrotto l'importazione di elettricità e servizi internet provenienti dalla Thailandia.

Nel frattempo, le forze armate di entrambi i Paesi hanno rafforzato la presenza militare lungo la linea di confine, alimentando il timore di un conflitto su più vasta scala. L’accordo di cessate il fuoco raggiunto oggi rappresenta quindi un momento cruciale per tentare di disinnescare una crisi che ha radici storiche profonde e implicazioni regionali significative.

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