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Terremoto in Turchia e Siria

Terremoto Siria, Ong: “Non ci risulta blocco aiuti, ma la tragedia non sia usata a scopi politici”

Chiara Saccardi, responsabile Middle East & South Caucasus di Azione Contro la Fame, organizzazione umanitaria internazionale specialista contro fame e malnutrizione infantile, a Fanpage.it: “Da anni impegnati in Siria, ora servono medicine, acqua potabile, cibo e riscaldamento per le basse temperature. Il governo ha bloccato gli aiuti? Non ci risulta”.
A cura di Ida Artiaco
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In Turchia e Siria, i paesi colpiti dal devastante terremoto del 6 febbraio scorso, c'è bisogno di medicine, acqua potabile, coperte, cibo e riscaldamento. "Queste sono le priorità, considerando anche le basse temperature che si registrano in questi giorni. Oggi, ad esempio, sta nevicando in tutto il Nord della Siria e fino a Damasco", ha spiegato a Fanpage.it Chiara Saccardi, responsabile Middle East & South Caucasus di Azione Contro la Fame, organizzazione umanitaria internazionale specialista contro fame e malnutrizione infantile.

Si tratta di una delle decine di Ong attive nei territori devastati dal sisma, che stanno gestendo l'arrivo degli aiuti nelle ore immediatamente successive alla tragedia, mentre i soccorritori sono ancora impegnati nelle operazioni di ricerca dei dispersi sotto le macerie.

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Pur operando anche in Turchia, la situazione è particolarmente difficile proprio in Siria, un Paese già alle prese con una guerra decennale, livelli di inflazione alle stelle e una epidemia di colera che va avanti dalla scorsa estate. Qui stanno arrivando i primi aiuti di beni di prima necessità.

"Il governo siriano, in particolare il Ministero della Salute, ci ha chiesto un appoggio per il rifornimento di medicine e per l'accesso all'acqua potabile, dal momento che molte strutture sono state danneggiate. Ma nella zona di Aleppo c'è necessità anche di alloggi, di indumenti per far fronte alle rigide temperature invernali", ha spiegato Chiara, aggiungendo che un'altra priorità resta l'approvvigionamento energetico: "Già prima del sisma c'era poca elettricità e il carburante per il riscaldamento era centellinato, figuriamoci adesso. Inoltre, c'è necessità di organizzare cantine mobili per offrire pasti caldi agli sfollati".

Gli aiuti, dunque, in Siria continuano ad arrivare, nonostante i media abbiano riferito la decisione del governo di Bashar al Assad di bloccare quelli internazionali per via delle sanzioni.

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"Questo non ci risulta – ha dichiarato Saccardi -. Noi stiamo organizzando le distribuzioni per cui un blocco definitivo non c'è. Si sta utilizzando molto questo tema a livello politico perché è critico. Dal nostro punto di vita, in qualità di organizzazione umanitaria, quello su cui insistiamo è che i soggetti come noi non dovrebbero essere gravati dall'impatto delle sanzioni, per cui dovrebbe esistere una licenza in grado di permettere alle Ong di intervenire. Purtroppo questa licenza è stata discussa a livello del Security Council ma non è ancora valida e applicabile e implica molti ritardi. È un tema vivo, ma che il governo sirio sta usando a livello politico per cercare l'attenzione mediatica. Ma non hanno bloccato gli aiuti, anzi c'è carta ufficiale del Ministero degli esteri che chiede di attivare tutti i possibili canali per far arrivare gli aiuti. Formalmente si sono impegnati a dire che faranno tutto quello che potranno per facilitarne l'arrivo".

La responsabile di Azione contro la Fame ha concluso spiegando che il governo "sta mettendo a disposizione dei centri per gli sfollati e noi come organizzazione internazionale possiamo appoggiare queste operazioni nelle scuole ma anche nelle moschee e in altri spazi più ampi. Nei prossimi giorni stiamo pensando anche ad un supporto psicologico con attenzione specifica alle donne incinte o alle mamme che stanno allattando, insieme ad altri gruppi più vulnerabili".

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