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Spagna, guerriglia in strada per l’arresto del rapper Pablo Hasél: 35 feriti e 19 arresti

Dopo l’arresto del rapper Pablo Hasél, accusato di aver incitato al terrorismo in alcune sue canzoni e in diversi suoi tweet contro la Corona, in Spagna si stanno verificando proteste di piazza violentissime che stanno provocando decine di arresti. Disordini importanti in tutto il paese: le maggiori città sono messe a ferro e a fuoco.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Nella serata di mercoledì 18 febbraio in Spagna si sono verificati violenti scontri in strada dopo l'arresto di un noto rapper, Pablo Hasél. Centinaia di persone si sono radunate a Puerta de Sol in una piazza blindata dagli agenti di polizia. Nella guerriglia urbana, 19 persone sono state arrestate e almeno 35 poliziotti sono rimasti feriti. I manifestanti hanno lanciato contro i militari oggetti di diverso tipo. Alcuni hanno anche divelto mattoncini della pavimentazione della piazza per lanciarli contro le forze dell'ordine. Durante gli scontri, alcune persone hanno appiccato diversi incendi nelle vicine strade Arenal, Correos e al valico dell'Arenal dove sono stati danneggiati anche i negozi di abbigliamento, poi saccheggiati.

Gli scontri si sono verificate in diverse città della Spagna a causa dell'arresto del rapper Pablo Hasél, molto noto nel paese. Gli sono stati dati nove mesi di carcere per aver insultato la Corona e aver, sempre secondo l'accusa, incitato al terrorismo nei testi delle sue canzoni e nei suoi tweet. Nella serata di lunedì, Hasél si era chiuso in un edificio dell'Università di Lleida, in Catalogna, per protesta. Gli agenti, quindi, hanno fatto irruzione nella struttura, superando le barricate e le resistenze degli attivisti che cercavano di difenderlo. Il rapper è stato arrestato e portato nel carcere della città. Il suo caso ha riacceso le manifestazioni e il dibattito sulla libertà di espressione in Spagna. Le proteste si sono verificate sia a Madrid, che in diverse città catalane.

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Chi è Pablo Hasél

Il suo fermo e la sua volontà di protestare una condanna a nove mesi hanno aperto nuovamente il dibattito sulla libertà di espressione. L'intento del rapper, da sempre divisivo su molti temi, sembrava essere proprio questo. Del suo arresto non si sa ancora molto, ma i disordini nati in tutta la Spagna sono destinati a durare ancora a lungo. La spaccatura all'interno del paese, soprattutto per quanto riguarda l'indipendenza catalana, è troppo importante per ridurre la vicenda a meri scontri di piazza. Pablo ha 33 anni ed è un sostenitore convinto dell'indipendenza catalana. Non ne fa mistero: lo racconta nei suoi testi e nelle canzoni che hanno un discreto successo di pubblico. Aveva scritto tweet offensivi nei confronti della corona e della polizia. "Per colpa dell'Arabia Saudita, i bambini in Yemen soffrono. – ha scritto – Cose tipiche degli amici democratici di quei mafiosi dei Borboni". Come prova contro di lui in Tribunale era stato usato anche il video di una sua canzone, Juan Carlos el Bobòn. In italiano, significa "Juan Carlos il cretino" e la canzone spiega bene il perché di un titolo simile: Hasél attacca per due minuti re Juan Carlos I e il governo spagnolo, accusandolo di avere legami con la dittatura istaurata da Franco.

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