33 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Covid 19

Simula Coronavirus per non fare la fila al pronto soccorso in Brasile: visitata e arrestata

Davanti a un pronto soccorso affollato di gente, la 39enne non ha trovato niente di meglio da fare che simulare i sintomi da coronavirus e un viaggio in Asia al solo scopo di saltare la fila ed essere visitata prima degli altri. Nella struttura è scattato l’allarme ma i suoi familiari hanno smentito categoricamente il viaggio.
A cura di Antonio Palma
33 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Di fronte alla vista di un pronto soccorso affollato di gente, non ha trovato niente di meglio da fare che simulare i sintomi da coronavirus al solo scopo di saltare la fila ed essere visitata prima degli altri. Per questo una donna sudamericana di 39 anni è stata arrestata dalla polizia brasiliana e ora deve rispondere dei reati di falsità ideologica e di procurato allarme. L’assurdo gesto ha avuto come scenario l'Unità di pronto soccorso (Upa) di Copacabana, nella Zona Sud di Rio de Janeiro, in quel momento piena di persone in attesa di essere visitate. Secondo quanto ricostruito dalla polizia locale, la donna aveva solo sintomi influenzali e dunque era destinata a dover attendere a lungo così si sarebbe inventa un immaginario viaggio in Asia facendo scattare subito l’allerta nella struttura sanitaria.

La protagonista della storia, infatti, oltre ai sintomi associati al coronavirus, ha riferito ai medici dell’accettazione di aver viaggiato a Hong Kong, a seguito di una famiglia, come bambinaia. La notizia ovviamente ha fatto scattare tutti i protocolli previsti per il trattamento del pericoloso virus che ha già contagiato decine di migliaia di persone uccidendone diverse centinaia. Mentre la donna veniva isolata, messa in quarantena e sottoposta ai test del caso, è subito partito lo screening delle persone che erano state a contatto diretto con lei. Solo così è emerso che in realtà quel viaggio non era mai avvenuto. Non solo, la donna in realtà non aveva mai lasciato il Brasile perché senza passaporto.

A far crollare il castello di carta messo in piedi dalla paziente sono stati i suoi familiari che hanno smentito categoricamente il viaggio in Asia assicurando che lei non aveva mai viaggiato. Messa alle strette, la donna infine ha confessato di aver mentito per non fare la fila ed essere visitata subito, senza capire la gravità e le conseguenze del fatto. Questo non è servito a risparmiarle il fermo e una denuncia per procurato allarme, consistente "nell'annunciare un disastro o un pericolo inesistente, o nel compiere qualsiasi atto in grado di provocare panico o tumulto”

33 CONDIVISIONI
32805 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views