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Sesso, morte e riposo: le gemelle siamesi Carmen e Lupita raccontano la loro vita in un unico corpo

Carmen e Lupita Andrade, gemelle siamesi, hanno raccontato su TikTok: “Una di noi può restare sveglia e l’altra dormire perché, ancora una volta, abbiamo cervelli diversi. Siamo due persone separate”.
A cura di Davide Falcioni
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Due sorelle in un solo corpo: è la storia di Carmen e Lupita Andrade, gemelle siamesi nate in Messico ma trasferitesi negli Stati Uniti che nella loro vita hanno dovuto imparare a condividere ogni istante della loro esistenza. Dopo la nascita i genitori decisero di tenerle unite e, nonostante i medici avessero dato loro pochi giorni di vita, le due gemelle sono riuscite a sopravvivere ed oggi hanno 23 anni; Carmen controlla la parte sinistra del corpo, Lupita quella destra. Hanno un cuore, stomaco e fegato separati.

Ebbene, le due ragazze – che oggi vivono nel Connecticut, Stati Uniti – alcuni giorni fa hanno deciso di realizzate una "FAQ" sul loro account TikTok, anch'esso congiunto, rispondendo a tutte le curiosità del pubblico inerenti la loro vita di siamesi. Ad iniziare è stata Carmen: "Se una di noi è stanca, non dobbiamo essere stanche entrambe perché abbiamo due cervelli separati. E sì, una di noi può restare sveglia e l’altra dormire perché, ancora una volta, abbiamo cervelli diversi. Siamo due persone separate".

Non poteva mancare una domanda sul sesso, visto che le due ragazze condividono il sistema riproduttivo: Carmen è fidanzata con un ragazzo conosciuto online e ha affermato che la loro è una storia felice, "tuttavia non vogliamo e non possiamo avere figli". La giovane ha spiegato che Daniel – questo il nome del fidanzato – è un ragazzo "diverso da tutti gli altri, non mi ha mai fatto domande sulla mia condizione ma mi accetta semplicemente per quella che sono".

Il tema più sensibile che Carmen e Lupita hanno dovuto affrontare però è stato quello della morte. "Condividiamo un unico flusso sanguigno, quindi alla fine la sepsi si manifesterà e ovviamente entro poche ore o giorni l'altro morirà", hanno spiegato. "Ma non siamo ancora morte, quindi perché chiedercelo sempre?".

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