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Guerra in Ucraina

Russia, Peskov: “In Ucraina operazione militare difficile, continueremo”. E Trump attacca l’Europa

Peskov, portavoce del Cremlino, ha ammesso le difficoltà russe in Ucraina: “Non stiamo facendo una guerra. Costretti all’operazione militare speciale dagli errori dell’Occidente”.
A cura di Davide Falcioni
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"L'operazione militare speciale della Russia in Ucraina è molto difficile, ma proseguirà". A dirlo in un'intervista rilasciata alla Tv bosniaca il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, secondo cui le forze armate russe sono riuscite in questi 14 mesi e mezzo a danneggiare gravemente la macchina militare ucraina. Kiev, dal canto suo, sta "continuando a bombardare il Donbass, e questo conferma la necessità del nostro intervento".

Se la priorità stabilita a inizio operazione dal presidente Vladimir Putin era quella di garantire la sicurezza dei residenti del Donbass, ha sottolineato Peskov, questo obiettivo è stato raggiunto solo in parte. "Questo compito è stato risolto solo parzialmente. Siamo ancora lontani dal poterlo completare. Ci sono bombardamenti da lanciatori multipli, bombardamenti su Donetsk e altre località e dobbiamo respingere il nemico a una distanza considerevole. Per questo l'operazione continuerà", ha sottolineato Peskov. Ha poi ricordato i risultati ottenuti: "Sono stati liberati territori importanti nel Donbass".

Il portavoce del Cremlino ha quindi aggiunto: "Naturalmente è molto difficile confrontare i potenziali militari di Russia e Ucraina. E ci si può chiedere: perché i russi agiscono così lentamente? Perché i russi non stanno facendo la guerra?". Peskov continua a parlare di operazione speciale. "Non stiamo facendo una guerra. È una cosa completamente diversa fare una guerra: è la distruzione totale delle infrastrutture, è la distruzione totale delle città. Noi non stiamo facendo questo. Cerchiamo di preservare le infrastrutture e le vite umane", ha spiegato.

Peskov: "Ingannati dall'Occidente"

All'indomani del discorso di Putin nel Giorno della Vittoria, Peskov è tornato a puntare il dito contro i paesi occidentali, "che ci hanno ingannato dopo il crollo dell'URSS, hanno anche organizzato sei ondate di espansione della NATO. Questo sistema di errori ha portato" il presidente russo Vladimir "Putin a decidere di lanciare l'operazione. La Russia è uno stato troppo grande per essere trattato così e la Russia è un paese troppo forte per arrendersi", ha insistito il portavoce del Cremlino. "È difficile dire come sarà il futuro. Ora tutti gli eventi stanno accadendo così velocemente, siamo limitati nella nostra capacità di fare previsioni, che si tratti di economia o politica… I paesi occidentali hanno fatto molte cose sbagliate, e quindi hanno costretto la Russia a iniziare la sua operazione speciale".

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Droni sul Cremlino: "Atto di terrorismo contro Putin"

L'attacco con i droni al Cremlino del 3 maggio, che Mosca ritiene opera dell'Ucraina, va considerato come "un atto di terrorismo nei confronti del presidente della Russia" Vladimir Putin, ha aggiunto Dmitry Peskov. "Nei fatti, possiamo interpretarlo come un tentativo di compiere un atto di terrorismo contro il presidente russo. È un atto terroristico, inaccettabile, e crediamo che in questo modo l'Ucraina si metta allo stesso livello degli stati sponsor del terrorismo", ha affermato il portavoce del Cremlino.

"Corte penale internazionale burattino dell'Occidente"

Peskov ha criticato anche la Corte penale internazionale (Cpi) dell'Aia. "In questa situazione, crediamo che questo organismo internazionale sia essenzialmente un burattino nelle mani del cosiddetto Occidente collettivo, che lo usa per i propri scopi al fine di aumentare ulteriormente la pressione sul nostro Paese. Questo non funzionerà". Il portavoce del Cremlino ha detto che alcuni stati privi di sovranità "potrebbero ipoteticamente essere interessati a soddisfare questo ordine" se ne avessero l'opportunità.

La situazione sul campo: "Russi inchiodati a Bakhmut"

La cosiddetta "operazione militare speciale" – in realtà una vera e propria guerra – prosegue tra nn molte difficoltà per le forze russe, inchiodate da mesi a Bakhmut a causa della tenace resistenza dei difensori ucraini ma anche per colpa dei "problemi pervasivi" che ne "minano la capacità di combattimento", ha avvertito nel suo ultimo rapporto l'autorevole Istituto per lo studio della guerra statunitense (Isw). I "continui attacchi di logoramento" da parte delle forze di Kiev stanno ulteriormente limitando i progressi della Russia nella città, ha affermato il think tank. Ieri un'unità militare ucraina ha dichiarato di aver messo in rotta una brigata di fanteria russa dal territorio di prima linea vicino a Bakhmut, confermando quindi quanto dichiarato dal capo del gruppo russo Wagner secondo cui le forze russe erano fuggite dal settore. Più tardi, il colonnello generale Oleksandr Syrskyi, che guida le forze di terra ucraine, ha dichiarato che le unità russe in alcune parti di Bakhmut si sono ritirate fino a 2 km in seguito a una serie di contrattacchi.

Trump: "L'Europa deve mettere più soldi in Ucraina"

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In questo quadro l'ex presidente USA Donald Trump è tornato a rivendicare il suo lavoro alla Casa Bianca e a criticare l'Europa: "Ho fatto un lavoro straordinario, per questo devo essere rieletto". E poi: "L'Ue deve mettere più soldi per la guerra in Ucraina. Pensano che siamo stupidi. Gli Usa hanno investito 171 miliardi di dollari, l'Europa ha un sacco di soldi, voglio che ne mettano di più", insiste. Se ci fosse lui alla Casa Bianca, sostiene, "la guerra finirebbe in 24 ore". Ma quando l'anchor della Cnn, Kaitlan Collins, gli ha chiesto chi dovrebbe vincere il conflitto se Kiev o la Russia lui non si sbilancia. "Voglio che la gente smetta di morire".

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