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Covid 19

“Pochi Paesi monopolizzano i vaccini covid, ingiustizia che prolunga la pandemia”, il monito dell’Oms

“Oltre il 75% di tutti i vaccini è stato somministrato in soli 10 paesi mentre il numero di dosi reso disponibile alla struttura Covax rimane ampiamente inadeguato” ha denunciato il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, chiedendo “una spinta massiccia per vaccinare almeno il 10 per cento della popolazione di ogni Paese entro settembre”.
A cura di Antonio Palma
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Sui vaccini covid si sta consumando una nuova ingiustizia che sta perpetuando le differenze tra Paesi ricchi e poveri prolungando la pandemia mondiale, è l'ennesimo monito lanciato oggi dall'Oms di fronte a numeri sempre più evidenti della disparità dell'accesso ai vaccini tra occidente e Paesi in via di sviluppo. "Un piccolo gruppo di Paesi monopolizza i vaccini ed è una ingiustizia scandalosa" ha dichiarato oggi il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel discorso di apertura della riunione annuale dei membri dell'Oms. "Oltre il 75% di tutti i vaccini è stato somministrato in soli 10 paesi mentre il numero di dosi reso disponibile alla struttura Covax rimane ampiamente inadeguato" ha aggiunto il numero uno dell'organizzazione sanitaria delle Nazioni Unite, sottolineando come le promesse fin qui fatte non sono state mantenute.

"Vaccinare il 10 per cento della popolazione di ogni Paese entro settembre"

"La crisi dei vaccini è una ingiustizia scandalosa che sta perpetuando la pandemia" ha avvertito Ghebreyesus, chiedendo  "una spinta massiccia per vaccinare almeno il 10 per cento della popolazione di ogni Paese entro settembre" e un'ulteriore spinta per arrivare al 30% entro fine anno. Il numero uno dell'Oms ha ribadito di nuovo la necessità di proteggere almeno parte della popolazione dei Paesi poveri per uscire dalla pandemia e ha chiesto agli stati ricchi di evitare di vaccinare ora i gruppi a basso rischio.

Vaccinare prima i sanitari nel mondo

"I Paesi che vaccinano ora i gruppi a basso rischio lo fanno a spese dei lavoratori del settore sanitario e dei gruppi ad alto rischio di altri Paesi" ha aggiunto Ghebreyesus, ricordando che "Per quasi 18 mesi, gli operatori sanitari e socio-sanitari di tutto il mondo hanno lavorato tra la vita e la morte, hanno salvato innumerevoli vite e hanno combattuto per altri che, nonostante i loro migliori sforzi, non ce l'hanno fatta. Molti si sono infettati a loro volta e, sebbene le segnalazioni siano scarse, stimiamo che almeno 115.000 operatori abbiano pagato il prezzo più alto al servizio degli altri".  "Operatori sanitari e socio-sanitari fanno cose eroiche ma non sono super eroi. Sono umani come il resto di noi. Sudano e giurano, ridono e piangono, hanno paura e speranza. Molti si sentono frustrati, impotenti e non protetti, per la mancanza di accesso ai dispositivi di protezione individuale e ai vaccini e agli strumenti per salvare vite umane. Dobbiamo loro così tanto eppure spesso, a livello globale, questi operatori non hanno ancora le protezioni, le attrezzature, la formazione, la paga dignitosa, le condizioni di lavoro sicure e il rispetto che meritano" ha concluso Ghebreyesus.

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