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Guerra in Ucraina

Perché Putin ha potenziato le truppe al confine con la Finlandia: a capo il generale Mordvichev, che sfida la Nato

Mosca triplica il numero di soldati sulla più lunga frontiera con la Nato e nomina a capo dell’esercito Mordvichev, secondo cui quella ucraina è solo “una fase del prossimo conflitto in Europa orientale”. Ma questi sviluppi sono legati alla lentezza dell’avanzata nel Donbass, più che a guerre future, dicono a Fanpage.it gli esperti di Helsinki: “Siamo preoccupati ma non sorpresi”.
A cura di Riccardo Amati
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Confine finlandese (Getty).
Confine finlandese (Getty).
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Il dispiegamento di truppe russe e il rafforzamento delle basi militari di Mosca a ridosso del confine con la Finlandia crea preoccupazione a Helsinki, potrebbe intensificarsi dopo la fine della guerra in Ucraina e preludere alla riorganizzazione delle armate di Vladimir Putin sotto la guida del nuovo comandante dell’esercito Andrei Mordvichev. Ma non significa che la Russia stia già preparandosi a scatenare un conflitto con la Nato. Fanpage.it ha intervistato Jussi Laine, docente di studi sulle frontiere presso l’Università della Finlandia orientale, e l’analista militare di Black Bird Pasi Paroinen.

"Siamo allarmati ma non sorpresi", le parole degli esperti

“Siamo allarmati ma non sorpresi”, dice a Fanpage.it dalla Carelia il docente di studi sulle frontiere presso l’Università della Finlandia orientale Jussi Laine. “Non è che la messa in atto delle ‘misure tecnico-militari’ annunciate dal Cremlino in risposta all’allargamento della Nato fin da quando abbiamo chiesto di aderire all’Alleanza”. I soldati russi stanno costruendo caserme e depositi di veicoli. Le immagini satellitari mostrano anche un notevole potenziamento delle basi aeree. “La Russia ha costituito nuove forze ed è in procinto di trasformare le brigate stanziate vicino ai nostri confini in divisioni”, spiega sempre a Fanpage.it l’analista militare di Black Bird Pasi Paroinen. Significa, come minimo, triplicare il numero degli effettivi.

Sindrome da accerchiamento

Mosca considera l’espansione della Nato una minaccia, soprattutto lungo i 1.300 km del confine finlandese. L’aumento della spesa militare, che ormai supera abbondantemente il sette per cento del Pil e ha trasformato l’economia russa in un’economia di guerra, può far pensare che Putin prepari il Paese e le sue forze armate a nuovi conflitti — “caldi” o “freddi” che siano — dopo quello con Kiev. “Ciò che vediamo ai nostri confini suggerisce che Mosca stia preparando un dispositivo bellico post-Ucraina, e che la presenza delle sue truppe aumenterà in modo significativo nelle zone di frontiera con la Nato”, conclude il professor Laine. In realtà, solo dopo la conclusione della guerra in corso sapremo se la Russia smobiliterà o meno, e quanti soldati manterrà in servizio attivo. Fino ad allora, sarà difficile capire davvero quali siano le intenzioni di Putin.

"Non si può ancora parlare di un vero rafforzamento militare"

“Tutta questa faccenda è stata ampiamente esagerata”, spiega Paroinen. “Non si può ancora parlare di un vero rafforzamento militare, perché la maggior parte delle unità presenti nell’area di confine sta combattendo in Ucraina”. Per esempio, un nuovo, grande insediamento a Kamenka, nella oblast di Arkhangelsk, viene utilizzato per addestrare le reclute che vengono poi inviate al fronte. “Le basi prossime ai nostri confini sembrano servire soprattutto per la guerra ucraina: è evidente che l’equipaggiamento viene fatto proseguire verso i campi di battaglia, ed è difficile stabilire in che misura venga ricostituito”. Va inoltre considerato che la Russia “sta espandendo le brigate in divisioni su tutto il suo territorio nazionale, non solo vicino ai nostri confini, aggiunge l’analista. Anche se è stato accertato che viene data priorità al distretto militare di Leningrado, proprio sulla frontiera, al momento “non c’è nulla di cui preoccuparsi”.

Chi è Mordvichev, il generale russo che sfida la Nato

Oltre ai segnali che arrivano da quella che è la più lunga frontiera russa con un Paese Nato, alcuni osservatori e alcuni media associano alla possibilità che Putin stia preparando prossime guerre la promozione a capo di Stato maggiore dell’esercito del generale Mordvichev. Che in un’intervista definì quella ucraina “una fase intermedia” in vista dell’imminente conflitto con la Nato nell’Europa orientale, prevedendo che l’Alleanza Atlantica darà meno filo da torcere delle forze armate di Kiev. Mordvichev è un giovanotto, per l’incarico. Ha appena 49 anni. Gli stessi del leggendario maresciallo Zhukov quando, nel 1945, conquistò Berlino alla testa di un’Armata Rossa, da lui resuscitata dopo la devastazione operata da Stalin — che aveva fatto fuori i suoi comandanti subito prima e subito dopo l’invasione nazista. Il parallelo con Zhukov non si ferma all’età . Perché Andrei Mordvichev ha messo a segno notevoli successi durante l’invasione russa dell’Ucraina. Tanto da esser soprannominato “Generale Sfondamento”. E anche perché alcune sue scelte tattiche ricordano quelle del maresciallo vincitore della Grande guerra patriottica. “Non risparmiate i soldati, le donne russe ne faranno nascere altri”, diceva Zhukov. Mordvichev sembra avere un’analoga noncuranza per gli individui che combattono ai suoi ordini. Infatti, ha anche un secondo soprannome: “Generale 200”. Perché con lui le perdite raddoppiano. Non si cura di quanti uomini getta nel tritacarne.

Il conquistatore di Mariupol

Se sembra seguire la plurisecolare consuetudine militare russa di non risparmiare i soldati, Mordvichev è però anche un innovatore. In particolare, ha messo a punto tattiche efficaci nella guerra dei droni, diventati l’arma più letale, in linea. È abbastanza spregiudicato da cambiare piani e approccio tecnico a seconda delle situazioni che si presentano sul campo. Soprattutto, ha una mentalità vincente. E di battaglie ne ha vinte. Nel 2022 assediò e conquistò Mariupol, utilizzando unità corazzate per dividere la città in settori e distruggerli uno alla volta con l’artiglieria, lasciando poi agli assaltatori ceceni la responsabilità di “ripulirli” dai nemici ancora in vita. Ebbe così la meglio su una difesa estremamente determinata, anche se il rapporto di forze a suo favore era, in teoria, insufficiente per assicurare il successo dell’offensiva — dicono gli esperti. Kiev ritiene Mordvichev responsabile di crimini di guerra. A Mariupol morirono oltre 21mila civili, secondo il governo ucraino.

Il problema Donbass

Nel febbraio 2024, poi, il generale ha vinto la battaglia di Avdiika. Primo vero successo russo dopo la conquista di Bakhmut, un anno prima. E ha permesso alle forze armate di Mosca di riprendere l’iniziativa di avanzare, seppur lentamente e con gravi perdite, nella parte del Donbass ancora sotto controllo ucraino. Anche ad Avdiivka, Mordvichev ha usato i carri armati direttamente contro la città, senza esporli in campo aperto, con l’appoggio di elicotteri e l’artiglieria a completare l’opera. La maggior parte delle truppe russe in azione facevano parte dell’8ª Armata e provenivano dalle repubbliche di Donetsk e Luhansk, annesse da Mosca. “Mordvichev ha una storia relativamente lunga con l’8ª Armata, che prima dell’invasione era dislocata proprio nel Donbass e aveva strette connessioni con i corpi d’armata delle ‘repubbliche popolari’ nei territori occupati”, nota Pasi Paroinen. “Conosceva bene l’area e le questioni operative che la riguardavano ancor prima della guerra”. Secondo l’analista militare, è questo il motivo principale della nomina del generale a capo delle forze di terra: “Ora che l’attenzione dei russi è fortemente concentrata sulla conquista del resto del Donbass, ha senso promuovere qualcuno che ha una profonda familiarità con il territorio e con le operazioni finora condotte in quella direzione”.

Avanzata sempre più lenta

La promozione di Mordvichev, quindi, è una conseguenza della sua profonda conoscenza del Donbass e del successo di Avdiivka. Perché, nonostante le dichiarazioni spavalde del Cremlino e le crescenti difficoltà di Kiev in termini di personale e di sostegno da parte dell’Occidente, resta parecchio “lavoro” da fare, per i russi, nel Donbass. La cittadina di Pokrovsk, snodo strategico del settore, ha il nemico alle porte da oltre un anno. Ma resiste ancora. Nonostante la superiorità numerica, le forze di Mosca nel 2025 hanno conquistato solo lo 0,15 per cento del territorio ucraino, secondo dati di DeepState. L’avanzata settimanale media è scesa a circa 41 chilometri quadrati contro i 125 della fine del 2024, calcola Bloomberg. Al ritmo attuale, servirebbero anni per conquistare interamente la regione di Donetsk. Putin punta sul logoramento e sul disimpegno occidentale. Ritiene che il tempo giochi a suo favore. Ma deve accelerare il ritmo dell’invasione. Sa che la guerra non può durare all’infinito.

Non che questo debba farci star tranquilli, ma l’ascesa di Mordvichev, come anche il dispiegamento di truppe russe vicino al confine finlandese, ha a che vedere con i problemi contingenti della guerra di Putin in Ucraina, e non con la preparazione di conflitti futuri.

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