Perché Israele ha attaccato la Siria: chi sono i drusi e quali sono i motivi dietro il bombardamento

Ieri le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno colpito diversi obiettivi a Damasco, inclusi l'edificio dello Stato maggiore della Difesa siriana, il quartier generale delle forze armate e il palazzo presidenziale, sede del presidente ad interim Ahmed al-Sharaa, che lo scorso dicembre ha guidato il colpo di stato contro il regime di Bashar Assad.
Poco prima del raid il ministro della Difesa israeliano Israel Katz aveva avvertito Damasco: "Ora arrivano gli attacchi più duri. Le Idf continueranno a operare energicamente a Suwayda per annientare le forze che hanno attaccato i drusi, fino al loro completo ritiro. Fratelli drusi in Israele, potete contare sulle Forze di difesa israeliane per proteggere i vostri fratelli in Siria", aveva scritto su X. Il motivo ufficiale dell'attacco israeliano dunque, è quello di difendere i drusi, una minoranza religiosa composta da circa un milione di persone, che abitano diverse regioni in Libano, Israele e nella Siria meridionale, attorno alla città di Suwayda.
Chi sono i drusi
I drusi sono una comunità religiosa araba che risiede nelle regioni vicine alle alture del Golan, area parzialmente occupata da Israele dopo la guerra dei sei giorni nel 1967 e attualmente contesa con Damasco. Si tratta di una comunità chiusa, la cui religione – di tipo monoteista – racchiude diversi elementi provenienti da islam, ebraismo, cristianesimo e induismo. La maggior parte dei drusi si trova in Siria, mentre la restante parte si divide tra Libano e Israele. Dopo la caduta del regime di Assad in Siria, i drusi – che pure hanno partecipato all'offensiva che aveva costretto alla fuga l'ex dittatore – hanno mostrato diffidenza nei confronti del nuovo governo di Al Sharaa, temendo possibili ritorsioni nei confronti delle minoranze. A marzo infatti, si erano verificati massacri ai danni degli alawiti, minoranza a cui appartiene Assad, mentre un centinaio di drusi erano stati uccisi in combattimenti con le milizie di Sharaa ad aprile. Negli scorsi giorni si sono registrati nuovi scontri tra i drusi e le milizie beduine sunnite, in cui sono morte oltre 300 persone, e dove sarebbero intervenute anche le forze armate governative siriane.
Perché Israele è intervenuto in Siria
Dopo che le tensioni si sono riaccese nella città di Suwayda, il governo israeliano ha deciso di intervenire, formalmente "in difesa" della vicina comunità drusa. Secondo quanto riferito dal ministero della Salute siriano all'agenzia di stampa "Sana", nell'attacco aereo che ha colpito il centro di Damasco è morta almeno una persona e altre 18 sono rimaste ferite. Netanyahu ha ribadito l'impegno a difendere la minoranza "dalle bande del regime", riferendosi alle truppe dell'esercito di Damasco e ha invitato i drusi israeliani, che nel frattempo avevano attraversato il confine nel tentativo di ricongiungersi con la parte siriana, a tornare a casa e lasciare che "le Idf svolgano il loro lavoro". Tuttavia, il premier israeliano ha aggiunto di voler "garantire la demilitarizzazione" dell’area vicina al confine siriano, oggetto di contesa tra i due Paesi.
Il presidente siriano al Sharaa accusa Israele di creare conflitti nel Paese
Al-Sharaa, ha respinto le accuse di Netanyahu chiarendo che proteggere i cittadini drusi e i loro diritti è "la nostra priorità". Dopo i raid aerei su Damasco di ieri, Sharaa si è rivolto ai cittadini drusi dicendo: "Respingiamo ogni tentativo di trascinarvi nelle mani di una parte esterna". "Non siamo tra coloro che temono la guerra. Abbiamo trascorso la vita affrontando sfide e difendendo il nostro popolo, ma abbiamo anteposto gli interessi dei siriani al caos e alla distruzione", ha aggiunto, ribadendo con forza che "il popolo siriano non ha paura della guerra ed è pronto a combattere se la sua dignità viene minacciata. Al-Sharaa ha inoltre accusato "l'entità israeliana di aver preso di mira su larga scala strutture civili e governative". Ciò ha portato a una "notevole complicazione della situazione e ha spinto le cose verso un'escalation su larga scala, se non fosse stato per l'efficace intervento della mediazione americana, araba e turca, che ha salvato la regione da un destino sconosciuto", ha dichiarato inoltre.
Secondo il presidente siriano Israele vuole "creare conflitti" nel Paese, alimentando caos e divisioni. "L'entita' israeliana, che ha sempre preso di mira la nostra stabilita' e creato discordia tra noi dalla caduta del precedente regime (di Bashar al Assad), ora cerca di nuovo di trasformare la nostra terra pura in un'arena di caos senza fine, attraverso la quale cerca di smantellare l'unita' del nostro popolo e indebolire la nostra capacita' di progredire nel processo di ricostruzione e progresso", ha aggiunto. Intanto, secondo quanto riferito da Al-Jazeera, proseguono i raid israeliani contro siti militari nella regione siriana di Latakia.