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Guerra in Ucraina

Perché i lanciarazzi americani HIMARS stanno mettendo in crisi la Russia, ma non bastano per batterla

Da quando l’Ucraina può contare sui sistemi d’arma americani, l’avanzata russa si è fermata. Quali sono le possibili contromisure di Mosca. E cosa manca a Kiev per una controffensiva efficace.
A cura di Daniele Angrisani
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Dopo la caduta di Lysychansk, l’avanzata russa nell’est dell’Ucraina sembrava inarrestabile. Già si iniziava a parlare della prossima imminente battaglia campale: quella di Seversk e Bakhmut, in vista dello scontro finale che, nei piani del comando russo, dovrebbe avvenire a Slavyansk e Kramatorsk, le due roccaforti ucraine in Donbass.

Improvvisamente, però, tutto sembra essere cambiato: i russi hanno dichiarato una pausa operativa – che a quanto pare sta per finire, visto che sabato 16 luglio il Ministro della Difesa russo Sergey Shoigu si è recato sul fronte per ordinare di riprendere l’offensiva su larga scala.

Ma soprattutto gli ucraini hanno introdotto sul campo di battaglia una nuova arma ricevuta di recente dai Paesi occidentali: HIMARS, acronimo di M142 High Mobility Artillery Rocket System.

Si tratta di un fattore potenzialmente molto significativo per il futuro del conflitto: grazie all’uso di questi sistemi, il comando di Kyiv ha dimostrato di essere in grado, per la prima volta, di colpire colpire i posti di comando, gli snodi logistici ed i depositi di munizioni russi in profondità dietro la linea del fronte russo.

Cosa sono HIMARS ed M270?

Il sistema HIMARS è un lanciarazzi multiplo leggero sviluppato alla fine degli anni '90 da Lockheed Martin Missiles and Fire Control per l'esercito degli Stati Uniti e montato su un telaio standard su ruota per camion M1140 dell'esercito americano.

Gli Stati Uniti al momento hanno consegnato a Kyiv 8 sistemi di questo tipo, mentre altri 4 sono previsti in consegna nei prossimi giorni, per un totale di 12 HIMARS a regime a disposizione del comando ucraino.

Rispetto alle controparti di epoca sovietica utilizzate dalla Russia (e finora anche dall’Ucraina) durante le ostilità in corso, vale a dire gli MLRS Grad, Uragan e Smerch, il sistema HIMARS ha 3 vantaggi principali:

Innanzitutto, usa i missili GMLRS (Guided Multiple Launch Rocket System) a guida satellitare, che li rende molto più precisi dei missili ex sovietici. L’errore medio è di pochi metri rispetto ai 200 metri del sistema Uragan (da una distanza di 35km), con una affidabilità del 95%. Questo significa che HIMARS è in grado di colpire con maggiore precisione un bersaglio (anche fortificato, a differenza dei sistemi russi) con un minor consumo di missili.Il numero minore di missili presenti nel lanciarazzi ha permesso anche di rendere HIMARS allo stesso tempo sia più leggero che più corazzato delle sue controparti di epoca sovietica. Ciò aumenta la capacità di HIMARS di resistere ad un attacco diretto: per distruggere un sistema di questo tipo è quindi necessario un ordigno di grandi dimensioni ad alta precisione. I missili GMLRS vengono forniti in “confezioni” da 6 pezzi, e vengono velocemente caricati nel lanciarazzi (bastano pochi minuti per farlo), a differenza di quelli ex sovietici per i quali sono necessari decine di minuti per caricare un singolo missile. Questo permette agli equipaggi degli HIMARS di spostare velocemente il proprio sistema e sfuggire più facilmente al contrattacco dell’artiglieria nemica.

Oltre ad HIMARS, Kyiv ha ricevuto in questi giorni anche i primi sistemi M270 Multiple Launch Rocket System che sono ancora più potenti dei primi, in quanto montano due batterie da 6 missili GMLRS ciascuna. Ma, a differenza loro, si tratta di veicoli cingolati (ovvero non su ruota), e sono quindi un po’ più pesanti e difficili da spostare.

Perché HIMARS e M270 sono così importanti per Kyiv?

Durante un briefing che si è tenuto venerdì 15 luglio al Pentagono, un alto funzionario ha dichiarato che il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ritiene che gli HIMARS stiano avendo un impatto indiretto, anche se molto significativo, sulle operazioni in prima linea.

"Penso che ci sia stato un impatto significativo su ciò che sta accadendo in prima linea", ha detto il funzionario. “Anche se gli HIMARS non sono usati direttamente in prima linea, stanno avendo un effetto molto significativo anche sul fronte", è il giudizio del Pentagono. Vediamo qui di seguito il perché.

I missili GMLRS forniti dagli Stati Uniti hanno una gittata massima di 80 chilometri, alla pari circa del sistema MLRS russo Smerch che però è molto più pesante e meno mobile di HIMARS: questa gittata è quanto basta per poter colpire in profondità nel territorio controllato dai russi senza dover far avvicinare troppo i propri sistemi HIMARS al fronte (ed esporli quindi al rischio concreto di essere distrutti).

Inoltre, l’utilizzo pratico sul campo ha dimostrato che i missili GMLRS lanciati da HIMARS sono di difficile intercettazione da parte dei russi anche quando colpiscono obiettivi teoricamente protetti: il fatto che abbiano, ad esempio, distrutto la base militare russa di Ilovaisk insieme al sistema avanzato di difesa antiaerea S-400 lì schierato, mostra l’enorme efficacia di questo tipo di lanciarazzi, afferma l’ex Ministro della Difesa lituano Linas Linkevicius.

Fino ad ora, gli obiettivi principali degli HIMARS ucraini sono stati comunque i depositi di munizioni. La loro distruzione è una priorità assoluta per il comando ucraino: l’esercito russo è stato infatti in grado di avanzare in Donbass proprio grazie al suo vantaggio in termini di numero di sistemi di artiglieria a disposizione, dovuto anche ad un consolidato sistema per il rifornimento delle munizioni a fronte.

Le munizioni vengono trasportate su ferrovia dalla Federazione Russe verso località su territorio ucraino che si trovano a poche decine di km dal fronte. Qui vengono scaricati, a mano, dai volontari russi ed immagazzinati in depositi di munizioni da cui poi vengono caricati, sempre a mano, i camion che su strada portano queste munizioni al fronte per rifornire le unità in prima linea, dove vengono scaricati, sempre a mano, dai soldati.

Come si può immaginare si tratta di un processo che dura diverse ore ad ogni step: per questo è estremamente importante che i depositi di munizione si trovino il più possibile vicini al fronte se si vuole garantire una continua consegna dei rifornimenti di artiglieria alle unità al fronte.

Prima dell’ottenimento dei sistemi HIMARS, l’esercito ucraino non era in grado di bloccare tale sistema di rifornimenti, per un semplice motivo: i depositi di munizioni da cui vengono caricati i camion si trovavano ben al di là della ristretta gittata della sua artiglieria. Ora la situazione è cambiata drasticamente.

Affinché questo sistema garantisca consegne al fronte in maniera costante, è necessario infatti che tali depositi si trovino ad una distanza massima di 40-60km dal fronte, quindi nettamente all’interno della gittata dei missili GMLRS forniti dagli americani.

Solo in questo modo, infatti, i camion sono in grado di fare due viaggi al giorno al fronte; se la distanza aumentasse per sfuggire alla gittata dei missili GMLRS, sarebbe impossibile garantire la stessa continuità di rifornimenti, con ovvie conseguenze operative per le unità di artiglieria russe al fronte.

L'esercito russo non è neppure in grado di ovviare al problema aumentando il numero di camion usati per il trasferimento di queste munizioni al fronte. Anche prima della guerra ne aveva pochi a disposizione rispetto agli Stati Uniti e ad alcune unità dell'esercito della NATO, e dopo la perdita di più di mille camion a febbraio e marzo è in situazione di grave carenza di veicoli.

Inoltre, i depositi di munizione, a differenza dell'artiglieria vera e propria, si adattano perfettamente alle caratteristiche degli obiettivi dei missili GLMRS di cui è dotato il sistema HIMARS. Hanno infatti coordinate note e fisse (e i missili, ricordiamo, sono guidati proprio dalle coordinate geografiche), e la loro posizione è facilmente identificabile sia con l'ausilio di agenti operativi sul terreno che di tecnologia di spionaggio (ad esempio satelliti americani).

È impossibile, infatti, mimetizzare una struttura che si trova accanto ad una ferrovia, dinanzi alla quale fanno scalo decine di camion militari per rifornirsi costantemente di munizioni di artiglieria: questo rende i depositi di munizione perfetti target dei missili GMLRS, che continuano infatti a distruggerli senza pietà ogni giorno che passa.

Le ulteriori potenzialità di HIMARS

Tecnicamente un sistema HIMARS può montare anche missili terra-terra a guida satellitare ATACMS (Army Tactical Missile System) con una gittata massima di 300km. Gli Stati Uniti non hanno però fornito queste munizioni a Kyiv, ufficialmente per paura che il comando ucraino possa usarli per attaccare direttamente il territorio russo.

Ciò nonostante, il Ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov, in una intervista concessa il 13 luglio al Financial Times, ha espresso la fiducia che il governo ucraino possa ricevere anche gli ATACMS in futuro. Reznikov ha detto che, una volta che i partner occidentali si renderanno conto che gli ucraini sono in grado di usare correttamente questi sistemi, alla fine si decideranno a fornire a Kyiv anche i missili con gittata più elevata.

In tal caso, l’esercito ucraino sarebbe in grado di colpire obiettivi ancora più in profondità come i posti di comando principali dell’esercito russo, che molto probabilmente sono stati già spostati a una distanza di oltre 80 km dal fronte a causa della minaccia di attacchi con missili GMLRS, o gli aeroporti della Crimea occupata e l'infrastruttura portuale della flotta del Mar Nero della Federazione Russa che si trova a Sebastopoli.

Teoricamente sarebbe possibile colpire anche il Ponte di Crimea, ma come afferma un articolo di Defense Express, un sito ucraino specializzato in analisi militari, per essere sicuri della sua distruzione sarebbero necessari decine di missili con testata più grande degli ATACMS che lo colpiscano nello stesso momento.

Inoltre, non è un obiettivo particolarmente strategico: la sua distruzione renderebbe infatti più difficile, ma non impossibile, il sostegno logistico della Federazione Russa alla Crimea occupata, in quanto ci sono almeno dieci grandi navi anfibie russe nel Mar Nero della Federazione Russa che possono benissimo assumere la funzione di traghetti in caso di emergenza.

Tutto ciò senza contare il fatto che, dopo l’invasione russa e la conquista di Mariupol, l’esercito russo ha già creato un corridoio alternativo terrestre lungo la costa del Mar d'Azov per collegare potenzialmente la Crimea al territorio della Federazione Russa.

Cosa può fare Mosca per fermarli?

La verità è che Mosca non può fare molto per attutire l’effetto dell’utilizzo degli HIMARS: la prima opzione, che è anche la più ovvia, sarebbe quella di spostare i depositi di munizioni in posizioni che si trovano più lontano di 80km dal fronte.

Ma, per quanto abbiamo detto prima, ciò renderebbe impossibile per i russi garantire la stessa velocità di rifornimento attuale delle unità al fronte (nell’ipotesi più ottimista sarebbe almeno dimezzata) ed aumenterebbe allo stesso la pressione da parte di Kyiv verso i suoi partner occidentali per la fornitura di missili ATACMS con gittata maggiore, il che finirebbe per rendere inutile questa mossa ed esporrebbe i russi a maggiori rischi.

Esclusa questa possibilità, dunque, per Mosca resta solo un’altra opzione concreta: la distruzione dei pochi sistemi HIMARS in possesso dell’esercito ucraino, che però resta una impresa titanica anche per l’esercito russo.

L'artiglieria di Mosca ha infatti estrema difficoltà a colpire bersagli come HIMARS a causa della loro alta mobilità e ottima capacità di protezione, nonché del fatto che sono in grado di operare dalle profondità del territorio nemico, dove è difficile effettuare la ricognizione e designare velocemente il bersaglio.

Se gli operatori degli HIMARS ucraini non commetteranno errori grossolani, dunque, la distruzione dei loro sistemi da parte dell'artiglieria russa è altamente improbabile. A dimostrazione di questo c’è il fatto che, almeno al momento in cui viene scritto questo articolo, non vi è alcun caso confermato di sistemi HIMARS ucraini distrutti dai russi.

A dire il vero, tale compito potrebbe essere svolto anche da velivoli di combattimento aerei dotati di sistemi di rilevamento di obiettivi a terra e di monitoraggio costante del terreno. Ma come ha dimostrato la pratica di questa guerra, l'aviazione russa non è in grado di operare costantemente lontano dalle linee del fronte, perché teme i sistemi di difesa aerea del nemico.

Per ovviare a tutto ciò, secondo l’intelligence americana, Mosca ha inviato di recente una missione a Teheran, la capitale iraniana, per valutare l’acquisto di centinaia di droni Shahed-191 e Shahed-129, in grado potenzialmente di montare missili ad alta precisione e guida satellitare.

Ciò ha portato il Consigliere di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, a dichiarare ufficialmente alla CNN: "Abbiamo informazioni sul fatto che il governo iraniano si sta preparando a fornire alla Russia diverse centinaia di droni, compresi droni che possono montare armi".

Da parte sua il Ministero degli Esteri iraniano ha smentito che Teheran intenda vendere armi ad una delle due parti in guerra in Ucraina. Tuttavia, anche se lo facesse, non è ben chiaro al momento quanto saranno sofisticati o efficaci questi droni contro i sistemi HIMARS.

Basteranno gli HIMARS a Kyiv per vincere la guerra?

Un giornalista militare russo, Yuri Kotenok, ha dichiarato questa settimana che i sistemi HIMARS ucraini rappresentano "una seria minaccia per Mosca. Le aree conquistate dai russi delle regioni di Kherson e Zaporizhzhia, così come delle Repubbliche separatiste e lo stesso territorio della Russia, si trovano sotto il possibile fuoco degli HIMARS" ucraini.

Ed in effetti da metà giugno 2022, pressoché in contemporanea con l’introduzione sul campo di questi lanciarazzi, la città di Donetsk (capitale della Repubblica separatista che porta lo stesso nome) è finita costantemente sotto attacco da parte ucraina.

Tanto basta per poter affermare che, se l'obiettivo della guerra da parte di Mosca fosse davvero stato quello, ufficialmente dichiarato, di garantire sicurezza ai cittadini delle Repubbliche separatiste, allora è già fallito clamorosamente.

Anche i funzionari governativi ucraini sostengono che i russi sono rimasti molto sorpresi dalla crescente capacità di Kyiv di effettuare attacchi di precisione a lungo raggio con i sistemi HIMARS e che inizialmente avevano sottovalutato la minaccia.

Ma la verità è che per sostenere questo ritmo di attacchi, gli ucraini devono poter contare su un flusso di munizioni continuo da parte dell'Occidente ed in particolare degli Stati Uniti. Ciò significa che stanno diventando sempre più dipendenti dal supporto occidentale che, come ho detto in un altro mio articolo, sta però già iniziando a vacillare, sotto il peso della crisi economica e degli alti prezzi dell’energia.

Inoltre, sebbene le forniture di HIMARS abbiano dato a Kyiv una arma eccezionale per poter colpire i depositi di munizioni russi dietro la linea del fronte e mettere in difficoltà la loro catena logistica di rifornimento, ciò da solo non basta.

Anche se l'efficienza della logistica dell'esercito russo (e con essa la potenza dell'artiglieria) diminuirà effettivamente a seguito di questi attacchi (ed è tutto ancora da vedere nella pratica), ciò non significa necessariamente che l'esercito ucraino sarà in grado di fermare l'offensiva russa, né tanto meno di passare alla controffensiva per liberare rapidamente i territori occupati.

Una diminuzione del tasso di rifornimento delle munizioni, anche se importante, non eliminerà di per sé il vantaggio dell'esercito russo in termini di artiglieria sul campo con le conseguenze che abbiamo già visto in atto nel Donbass. E soprattutto, i sistemi HIMARS non sono in grado, da soli, di conquistare e mantenere il territorio attualmente occupato dai russi.

Come ha scritto il generale australiano in pensione Mick Ryan in un illuminante thread su Twitter: “Le forze militari sono entità complesse che necessitano di molte capacità diverse stratificate in funzione, portata, tempo e impatto, integrate dall’elemento umano. L'HIMARS è solo uno strato – anche se vitale – della capacità militare complessiva di cui l'Ucraina ha bisogno per vincere questa guerra”.

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Daniele Angrisani, 43 anni. Appassionato da sempre di politica internazionale, soprattutto Stati Uniti e Russia. 
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