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Nel Regno Unito potranno andare a votare anche i sedicenni

Il governo laburista del Regno Unito ha presentato in Parlamento la proposta per abbassare l’età minima per il voto a 16 anni. La legge, una volta approvata, si applicherà già alle prossime elezioni nazionali previste nel 2029.
A cura di Luca Pons
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Era stata una promessa elettorale del Partito laburista, e ora il governo di Keir Starmer l'ha mantenuta presentando la proposta di legge in Parlamento: il diritto di voto arriverà a 16 anni, invece degli attuali 18, nel Regno Unito. L'esecutivo ha lanciato ufficialmente riforma oggi, e dato il sostegno della maggioranza parlamentare ci si aspetta che non abbia problemi a passare. Il tempo, d'altra parte, non stringe: le prossime elezioni nazionali sono previste nel 2029.

Nel Regno Unito si stima che ci siano circa 1,5 milioni di ragazzi tra 16 e i 17 anni. Naturalmente da qui alla prossima chiamata alle urne il numero potrebbe cambiare leggermente, ma la sostanza resta: i cittadini potranno iniziare ad andare alle urne due anni prima di quanto avviene oggi.

Non sono mancate le critiche, soprattutto da parte dei Conservatori, che ritengono che 16 anni siano un'età troppo bassa per votare con consapevolezza e occuparsi di questioni politiche. Ma sedicenni e diciassettenni "hanno l'età giusta per andare a lavorare e pagare le tasse", ha replicato il premier Keir Starmer, "e se paghi le tasse dovresti anche avere l’opportunità di decidere chi governa e spende i soldi dei contribuenti".

Peraltro, in Gran Bretagna i sedicenni hanno anche "l'età giusta" per arruolarsi nell'esercito. Anche se, come hanno sottolineato i Conservatori, non possono guidare né bere alcolici. In più, chi ha meno di 18 anni continuerà a non potersi candidare: dai 16 anni si potrà solamente andare a votare, ma non essere eletti.

È chiaro che, come spesso avviene con le riforme elettorali, chi l'ha varata spera anche in parte di guadagnarci. I Laburisti, che hanno stravinto le ultime elezioni dopo anni di governi conservatori disastrosi, ora sotto la guida di Starmer si trovano ad affrontare una crisi dei consensi. La speranza probabilmente è che la parte più giovane della popolazione apprezzi questa riforma e torni (o vada per la prima volta) a votarli. Più in generale, comunque, l'abbassamento dell'età è stato motivato dall'intenzione di "rafforzare la democrazia", includendo di più i cittadini.

Al momento, e fino a quando la riforma non sarà approvata, in Gran Bretagna bisogna avere almeno 18 anni per votare nelle elezioni politiche nazionali. È così dal 1969, quando un altro governo laburista (quello di Harold Wilson) abbassò la soglia fissata allora a 21 anni. Attualmente però i sedicenni possono già votare i Galles e in Scozia, anche se solamente nelle elezioni amministrative locali.

Il Regno Unito non sarà l'unico Paese in cui a 16 anni si può votare: avviene già in Austria e a Malta, per restare in Europa (mentre in Ungheria possono andare alle urne solo sedicenni e diciassettenni che siano sposati). In Svizzera è permesso solo per le elezioni locali, e lo stesso vale in alcune regioni della Germania. Nel resto del mondo, il diritto di voto scatta a 16 anni anche in Brasile, in Argentina e in Ecuador. Qui c0è una distinzione aggiuntiva: per i cittadini tra i 18 e i 70 anni di età il voto è legalmente obbligatorio, mentre per gli under 18 e gli over 70 è facoltativo.

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