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Negli USA è tornata la poliomielite: positivo un ragazzo non vaccinato, ora è paralizzato

Dopo circa un decennio negli Stati Uniti è stato diagnosticato il primo caso di poliomielite in un giovane non vaccinato. Ora è paralizzato, si cercano i suoi contatti stretti delle ultime settimane.
A cura di Davide Falcioni
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Un giovane adulto non vaccinato di New York ha di recente contratto la poliomielite: si tratta del primo caso negli Stati Uniti da un decennio a questa parte, come hanno confermato anche le autorità sanitarie.

Il paziente, stando a quanto emerso, risiede nella contea di Rockland ed ha sviluppato una paralisi. I primi sintomi sono emersi circa un mese fa e il ragazzo non ha di recente fatto viaggi all'estero: a quanto pare il paziente ha contratto un ceppo del virus derivato dal vaccino ed è molto probabile che a trasmetterglielo sia stato un soggetto vaccinato con un farmaco contenente virus polio vivo. Questa tipologia di vaccino non è disponibile negli Stati Uniti bensì in altri Paesi.

Il giovane che ha contratto la poliomielite non è più considerato contagioso, tuttavia i funzionari sanitari stanno cercando di comprendere con quante persone sia entrato in contatto nelle ultime settimane. Fortunatamente la maggior parte degli americani ha ricevuto il vaccino contro la poliomielite, ma le persone non vaccinate potrebbero correre dei rischi rilevanti, ha affermato la dottoressa Patricia Schnabel Ruppert, commissaria per la salute della contea di Rockland. Le autorità sanitarie, di conseguenza, hanno programmato l'apertura di hub vaccinali per domani e lunedì e hanno incoraggiato chiunque non fosse stato vaccinato a farsi vaccinare prima possibile.

Cos'è la poliomielite

La poliomielite è una grave malattia infettiva a carico del sistema nervoso centrale che colpisce soprattutto i neuroni motori del midollo spinale. La diffusione di questa patologia ha raggiunto un picco negli Stati Uniti nel 1952 con oltre 21mila casi registrati. In Italia, nel 1958, furono notificati oltre 8mila contagi.

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Come spiega l'Istituto Superiore della Sanità "la malattia è causata da tre tipi di polio-virus (1,2 e 3), appartenente al genere enterovirus, che invade il sistema nervoso nel giro di poche ore, distruggendo le cellule neurali colpite e causando una paralisi che può diventare, nei casi più gravi, totale. In generale, la polio ha effetti più devastanti sui muscoli delle gambe che su quelli della braccia. Le gambe perdono tono muscolare e diventano flaccide, una condizione nota come paralisi flaccida. In casi di infezione estesa a tutti gli arti, il malato può diventare tetraplegico. Nella forma più grave, quella bulbare, il virus paralizza i muscoli innervati dai nervi craniali, riducendo la capacità respiratoria, di ingestione e di parola. In questo caso, è necessario supportare il malato con ausili nella respirazione. Negli anni ’50, erano molto diffusi a questo scopo i polmoni d’acciaio, sostituiti oggi da strumenti assai più agili".

Come si trasmette il poliovirus

Sempre l'ISS afferma che "il contagio avviene per via oro-fecale, attraverso l’ingestione di acqua o cibi contaminati o tramite la saliva e le goccioline emesse con i colpi di tosse e gli starnuti da soggetti ammalati o portatori sani. Il poliovirus si moltiplica nella mucosa oro-faringea, nell’intestino e nei tessuti linfatici sottostanti e può diffondersi anche attraverso le feci, ben prima che i sintomi della malattia siano evidenti. L’uomo rappresenta l’unico serbatoio naturale del virus della poliomielite, che può colpire persone di tutte le età ma principalmente si manifesta nei bambini sotto i tre anni".

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