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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

MSF sospende le attività mediche a Gaza City: “Carri armati a meno di un chilometro dagli ospedali”

Medici Senza Frontiere sospende le attività mediche a Gaza City per l’intensificarsi dell’offensiva israeliana. Carri armati a meno di un km dalle cliniche MSF rendono inaccettabile il rischio per il personale. Centinaia di migliaia di civili restano intrappolati.
A cura di Davide Falcioni
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Medici Senza Frontiere (MSF) ha annunciato la sospensione delle proprie attività mediche a Gaza City a causa del grave peggioramento delle condizioni di sicurezza. L'organizzazione umanitaria è stata costretta a questa decisione dall'intensificarsi dell'offensiva israeliana, con attacchi aerei continui e carri armati che hanno raggiunto una distanza inferiore al chilometro dalle strutture sanitarie gestite da MSF. L'escalation militare ha portato il livello di rischio per il personale sanitario a soglie considerate inaccettabili dall'organizzazione, che si è vista costretta ad abbandonare le operazioni proprio nel momento di maggiore necessità per la popolazione civile.

"Non abbiamo avuto altra scelta che interrompere le nostre attività, poiché le nostre cliniche sono circondate dalle forze israeliane. Questa è l'ultima cosa che avremmo voluto, poiché i bisogni a Gaza City sono enormi e le persone più vulnerabili – i neonati in terapia intensiva, i feriti gravi e i malati terminali – non possono muoversi e sono in grave pericolo" afferma Jacob Granger, coordinatore delle emergenze di MSF a Gaza.

La situazione a Gaza City rimane drammatica, con centinaia di migliaia di abitanti intrappolati nella città che non hanno la possibilità di evacuare. Coloro che potrebbero teoricamente spostarsi si trovano davanti a una scelta impossibile: rimanere in una zona sotto intenso bombardamento o abbandonare tutto ciò che resta delle loro vite per dirigersi verso aree dove le condizioni umanitarie stanno rapidamente collassando.

Hussein Najja, medico di MSF ucciso a Gaza
Hussein Najja, medico di MSF ucciso a Gaza

Il sistema sanitario al collasso

L'intera rete ospedaliera della Striscia di Gaza versa in condizioni disperate, con strutture sanitarie che funzionano solo parzialmente a causa della grave carenza di personale medico, forniture essenziali e carburante. I pazienti che riescono a raggiungere gli ospedali spesso arrivano in condizioni critiche, avendo dovuto superare enormi ostacoli per accedere alle cure.

Nonostante l'intensificarsi dei combattimenti, le cliniche di MSF a Gaza City hanno effettuato oltre 3.640 consultazioni e trattato 1.655 pazienti che soffrivano di malnutrizione solo nell'ultima settimana prima della sospensione. Tra i pazienti curati vi erano persone con ferite gravi e ustioni, donne incinte e malati che necessitavano di cure continue ma non erano in grado di lasciare la città.

Operazioni continue nel sud della Striscia

Nonostante la sospensione delle attività a Gaza City, MSF mantiene il suo impegno nel supportare i servizi essenziali presso le strutture del ministero della salute, inclusi gli ospedali Al Helou e Al Shifa, finché questi continueranno a operare.

Nel meridione della Striscia di Gaza, l'organizzazione continua a fornire assistenza medica vitale. A Khan Younis, MSF supporta l'ospedale Nasser e gestisce tre centri di assistenza sanitaria di base. Nella zona centrale, l'organizzazione sostiene il pronto soccorso e la clinica per il trattamento delle ferite dell'ospedale Al-Aqsa, oltre a gestire due ospedali da campo a Deir Al-Balah.

La popolazione di Gaza City continua a subire bombardamenti incessanti, trovandosi in uno stato di esaurimento e privazione deliberata dei beni essenziali per la sopravvivenza. L'accesso ad acqua potabile, cibo, rifugi e cure mediche diventa sempre più limitato.

MSF lancia un appello urgente per la fine immediata delle violenze e chiede misure concrete per la protezione dei civili. L'organizzazione richiede alle autorità israeliane di garantire immediatamente libero accesso e sicurezza alle organizzazioni umanitarie che operano a Gaza City, oltre a condizioni accettabili per fornire assistenza medica e aiuti umanitari in modo sicuro e continuativo – condizioni che attualmente non sussistono.

L'Ordine dei Medici: "Vicini a MSF"

"Siamo vicini ai colleghi di Medici senza frontiere, costretti a sospendere le attività mediche a Gaza City, dove la situazione a livello di sicurezza è diventata insostenibile. Chiude così un altro presidio sanitario come nefasta conseguenza di una guerra priva di senso e umanità". Così il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Filippo Anelli, dopo l’annuncio dell’organizzazione umanitaria.

"Ringraziamo questi colleghi – aggiunge Anelli – e tutti gli altri che, nonostante i pericoli e i continui attacchi, hanno assistito e assistono la popolazione della Striscia. Lanciamo un appello perché la comunità internazionale non sia sorda al grido di allarme di Msf e rilanci con forza la necessità di proteggere le strutture e gli operatori sanitari e di aprire corridoi umanitari per gli aiuti alimentari e medici, che non riescono a raggiungere in maniera sufficiente ed efficace la popolazione".

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