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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Morto sotto le bombe israeliane Mohammed Al Sultan: allenava la scuola calcio a Gaza nonostante la guerra

Mohammed Al Sultan aveva ripreso le attività della scuola calcio con i bambini di Gaza nonostante la guerra e le bombe. È stato travolto da un attacco israeliano a casa sua. Morto anche suo fratello di 14 anni, allievo della scuola calcio. Fanpage.it aveva raccontato la sua storia.
A cura di Antonio Musella
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Mohammed Al Sultan, allenatore della scuola calcio Al Haddaf
Mohammed Al Sultan, allenatore della scuola calcio Al Haddaf
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Avevano deciso di riprendere le attività della loro scuola calcio nonostante la guerra a Gaza. Avevano abbandonato la loro città, Beit Lahia, ma nel campo profughi di Deir al Balah avevano ritrovato molti dei loro piccoli allievi. E così Mohammed Al Sultan, insieme ad altri allenatori, aveva deciso di provare a resistere all'orrore che stava vivendo, insieme ai suoi piccoli allievi, ridandogli un briciolo di speranza attraverso il calcio. Da lì nacque anche il gemellaggio, propiziato dai social network, con la scuola calcio Spartak San Gennaro di Napoli, che aveva messo in connessione i bambini napoletani con quelli di Gaza. Mohammed Al Sultan, 23 anni, è però morto venerdì scorso, 16 maggio, in quello che restava della casa della sua famiglia a Beit Lahia. L'edificio è stato travolto dai bombardamenti dell'esercito israeliano, nella fase iniziale dell'operazione "Carri dei Gedeone" lanciata dal primo ministro Benjamin Netanyahu, che ha come obiettivo l'occupazione militare della Striscia di Gaza. Insieme a lui è deceduto anche il fratello minore Baha, 14 anni, allievo della scuola calcio Al Haddaf.

Il bombardamento che ha colpito Beit Lahia

Dopo la tregua di dicembre a Gaza, violata poi dall'esercito israeliano il 19 gennaio scorso, Mohammed Al Sultan era ritornato a Beit Lahia, da dove era fuggito dopo l'inizio della guerra, il 7 ottobre del 2023. Era rimasto poco, la maggior parte delle persone che erano tornate a Beit Lahia viveva in tende installate nei pressi di quelle che un tempo erano le proprie case, rase al suolo dai bombardamenti israeliani. Mohammed aveva continuato ad allenare i piccoli ragazzi della scuola calcio Al Haddaf. Venerdì scorso, in serata, una operazione su vasta scala ha colpito la città della Striscia di Gaza, con bombardamenti che sono partiti dalle navi militari in mare, dagli aerei e dai cannoni dei carri armati israeliani che sono all'interno della Striscia. Le forze armate israeliane avevano inviato dal cielo volantini per ordinare alla popolazione civile di sfollare. Ma come Fanpage.it vi ha più volte raccontato, ogni fuga risulta impossibile durante gli attacchi israeliani, visto che oltre alle città ed i villaggi, vengono bombardate tutte le aree limitrofe. Semplicemente non c'è nessun posto dove scappare. Da quanto apprende Fanpage.it da fonti palestinesi a Beit Lahia, all'avviso di evacuazione, Mohammed e la sua famiglia non avevano altra scelta che restare in casa. Ed è stato così che l'allenatore dell'Al Haaddaf ha trovato la morte, insieme al piccolo Baha. Con loro è morta anche la moglie e i suoi due figli, insieme a suo anziano padre.

Mohammed Al Sultan con i suoi allievi della scuola calcio Al Haddaf
Mohammed Al Sultan con i suoi allievi della scuola calcio Al Haddaf

Il messaggio di Mohammed: "Faremo tornare la scuola calcio più bella di prima"

Quando nel dicembre dello scorso anno, Fanpage.it aveva raccontato la storia della scuola calcio dell'Al Haddaf e del suo gemellaggio con i ragazzini dello Spartak San Gennaro di Napoli, Mohammed Al Sultan ci aveva inviato un video messaggio dal campo profughi di Deir al Balah dove si era rifugiato con la famiglia e dove, insieme al cugino Wasim, anche lui allenatore, avevano ripreso le attività della scuola calcio. "Noi avevamo una scuola calcio nel nord della striscia di Gaza – ci disse Mohammed – a Beit Lahia, era una scuola calcio fantastica, ci siamo impegnati tanto fino a farla diventare come volevamo. Purtroppo è arrivata questa maledetta guerra che ha portato via tutto. Non abbiamo potuto più continuare, l'esercito israeliano ha colpito e incendiato il nostro campo e le nostre strutture. Ma nonostante tutto non ci arrendiamo e vogliamo far tornare la scuola calcio più forte e bella di prima. Abbiamo scelto questo campo profughi perché ospita il maggior numero di bambini che venivano alla nostra scuola calcio, ed ora è il momento giusto per ripartire. Purtroppo molti bambini che venivano da noi sono morti, pace all'anima loro". Grazie allo Spartak San Gennaro, la storia della scuola calcio che riprendeva a giocare sotto le bombe, è arrivata anche in Italia. E sono stati proprio gli attivisti della scuola calcio napoletana a riferire i primi messaggi di cordoglio per la morte di Mohammed Al Sultan.

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I parenti uccisi mentre recuperavano i cadaveri

La mattina seguente al bombardamento, sabato 17 maggio, i parenti della famiglia Al Sultan si sono recati, come altri vicini di casa, a recuperare i cadaveri dei familiari morti. Ma durante le operazioni di recupero dei corpi, a cui volevano solo dare degna sepoltura, l'esercito israeliano ha bombardato nuovamente la città di Beit Lahia. Secondo quanto apprende Fanpage.it da fonti palestinesi, tre parenti della famiglia Al Sultan sono morti durante l'attacco. Una storia agghiacciante quella che ha visto la morte dell'allenatore dell'Al Haddaf che racconta la crudeltà di ciò che sta avvenendo a Gaza. Lo scorso 8 aprile, sempre a Beit Lahia, un bombardamento aveva colpito la città durante un funerale. Tra le persone che seguivano il funerale, c'erano anche 3 piccoli allievi della scuola calcio dell'Al Haddaf che sono stati feriti dalle schegge delle bombe cadute sulla via in cui si stava svolgendo il corteo. Zain, Ahmed e Karim, tra gli 8 e gli 11 anni, sono rimasti feriti alle mani ed alle gambe, fortunatamente in maniera tale da non dover rendere necessaria l'amputazione degli arti.

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