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Guerra in Ucraina

Migliaia di ebrei in fuga da Kiev e l’incubo dell’Olocausto: “Putin come Hitler”

Cinquemila ebrei sono stati costretti a lasciare Kiev per la guerra in Ucraina. A preoccupare la comunità sono le parole di Putin, che dice di voler ‘denazificare’ il Paese.
A cura di Alessia Rabbai
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Civili in fuga da Kiev (La Presse)
Civili in fuga da Kiev (La Presse)
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Una fuga che ricorda la Shoah qualla dei 5mila ebrei costretti a lasciare Kiev per la guerra in Ucraina. La comunità ebraica locale ripensa ai drammatici fatti storici della Seconda Guerra Mondiale e dell'Olocausto e teme che qualcosa di già accaduto possa ripetersi. Un dolore profondo ha colpito le decine di cittadini che nei giorni scorsi sono partite con diversi autobus dalla sinagoga Brodsky. Gli ebrei in esilio sono solo una parte dei rifugiati ucraini, oltre un milione, che in una sola settimana dall'invasione della Russia sono scappati dall'Ucraina. A preoccupare la comunità ebraica più di tutte è la parola ‘denazificazione' utilizzata da Vladimir Putin per indicare uno degli obiettivi della sua ‘operazione speciale'. Il capo del Cremlino ha infatti accusato il presidente Ucraino Volodymyr Zelensky di essere un ‘neonazista' responsabile di aver compiuto un ‘genocidio' di russi nel Paese.

"Putin è un nuovo Hitler"

"Per noi ucraini e per noi ebrei, Putin è un nuovo Hitler" ha detto Zissels, a capo di un'associazione che rappresenta e tutela più di 300 mila ucraini con radici ebraiche. "Non ho mai avuto illusione su Putin: ho sempre saputo che era un pericoloso criminale e che un giorno avrebbe dichiarato guerra all'Ucraina" ha dichiarato a Le Monde il responsabile del Centro ebraico. "Ora che ho aiutato la mia comunità, penso di andarmene anch'io per mettermi al riparo da un assalto devastatore dei russi – ha detto Alexander Dukhovny, uno dei rabbini più influenti dell'Ucraina – Tornerò a Kiev solo se l'Ucraina vincerà, poiché con Putin non ci potrà essere pace ne fiducia".

Zelensky esorta gli ebrei a non rimanere in silenzio

La fuga dei membri della comunità ebraica è iniziata il 24 febbraio socrso, in concomitanza con l'invasione della Russia e si è intensificata dopo l'attacco dei missili russi che hanno colpito un'antenna di comunicazione della televisione ucraina, che è caduta sul parco di Babi Yar (Babij Jar). Un avvenimento altamente simbolico in quanto si tratta di un luogo che nel quale è si è consumata una delle più terribili stragi della Seconda Guerra Mondiale e dell'Olocausto, con la campagna tedesca nell'Unione sovietica e 33 mila ebrei ucraini uccisi dai nazisti nel 1941. "Mosca vuole voler cancellare la nostra storia, il nostro Paese, di cancellarci tutti – ha detto in un messaggio ai cittadini il presidente Zelensky, che ha esortato "milioni di ebrei nel mondo a non rimanere in silenzio" dicendo che "il nazismo è nato nel silenzio".

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