Marò, Latorre: “Natale a casa, ma triste. E’ il quarto anno in queste condizioni”
Goliardia a parte per il caso del presepe di Giorgia Meloni, il caso dei marò resta uno dei temi più attuali in Italia. La storia dei due fucilieri di Marina e del contenzioso con l’India si trascina dal febbraio 2012 e “questo è il quarto Natale che trascorriamo in queste condizioni. E il fatto di essere in Italia non mi esime da privazioni e sofferenze. Non è facile, anche se sono qui". Lo dice Massimiliano Latorre, accusato, con il collega Salvatore Girone, di aver ucciso due pescatori indiani scambiati per pirati.
Latorre ora è in Italia con un permesso medico speciale che scadrà il 16 gennaio. Salvatore Girone è invece ancora nell'ambasciata italiana a Nuova Delhi. "Auguro a tutti un sereno Natale, in particolar modo a tutti i miei colleghi che, per lavoro, lo trascorreranno lontano da casa: so bene cosa vuol dire passare le festività lontano dalla propria famiglia e dai propri affetti", ha aggiunto Latorre. "Un ringraziamento, come sempre – ha concluso il fuciliere – voglio rivolgerlo anche ai nostri sostenitori che, dopo tanto tempo, continuano a essere vicini e partecipi".
“Massimiliano non sta per niente bene: dal punto di vista fisico continua ad avere problemi che gli ha causato l’ictus, problemi di memoria, di vista. Dal punto di vista morale non sta per niente bene”. Sono le parole di Paola Moschetti, compagna di Latorre. Come detto, il marò si sta curando dai postumi di un ictus con un permesso prossimo ormai alla scadenza. Per la donna, intervistata dall’Ansa, il “regalo” o comunque “il risvolto più bello” sarebbe “quello che, dopo tanti anni, dopo aver subito tanto, possa essere riconosciuta l’innocenza” dei due fucilieri.