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Conflitto Israelo-Palestinese

Mamme di Gaza scrivono i nomi dei figli sulle loro gambe per aiutare a identificarli in caso di morte

Secondo la testimonianza di un giornalista della CNN alcuni genitori di Gaza City hanno scritto i nomi dei figli sulle loro gambe per facilitarne l’identificazione qualora dovessero essere uccisi dai bombardamenti israeliani.
A cura di Davide Falcioni
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Alcuni genitori di Gaza City hanno scritto i nomi dei figli sulle loro gambe per facilitarne l'identificazione qualora dovessero essere uccisi dai bombardamenti israeliani. A rendere noto l'agghiacciante particolare è stato un giornalista della CNN: il reporter ha girato dei video nell'ospedale dei martiri di Al Aqsa a Deir Al Balah, nel centro di Gaza, in un'area dove i raid dell'aviazione di Tel Aviv negli ultimi giorni sono stati incessanti e hanno causato decine di vittime. Il filmato, trasmesso dall'emittente statunitense, mostra quattro bambini morti i cui nomi erano in precedenza stati scritti in arabo sui polpacci. I bimbi sono distesi su barelle posate sul pavimento in una stanza che sembra essere un obitorio, e che è piena di cadaveri. Non è chiaro se anche i loro genitori siano stati uccisi. Il giornalista ha spiegato che la pratica è diventata più comune negli ultimi giorni.

Nel pomeriggio di oggi il portavoce del ministero della Sanità di Gaza ha fornito un bilancio aggiornato delle vittime degli attacchi israeliani su Gaza. Sono almeno 4.651 i palestinesi uccisi, il 40% dei quali erano bambini. Il bilancio è tuttavia destinato a crescere visto che, sempre secondo la stessa fonte, vi sono anche 14.245 feriti, il 70% delle quali minori e donne.

Drammatica anche la situazione negli ospedali. Secondo l'Unicef, infatti, almeno 120 neonati nelle incubatrici degli ospedali di Gaza rischiano di morire causa dell'esaurimento delle scorte di carburante. "Abbiamo 120 neonati nelle incubatrici, di cui 70 con ventilazione meccanica, e ovviamente questo è il motivo per cui siamo estremamente preoccupati", ha dichiarato il portavoce dell'Unicef Jonathan Crickx. L'energia elettrica è una delle preoccupazioni principali per i sette reparti specializzati sparsi per Gaza che trattano i bimbi nati prematuri per aiutarli a respirare e fornire un supporto fondamentale, ad esempio quando i loro organi non sono sufficientemente sviluppati. Secondo il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, circa 160 donne partoriscono ogni giorno a Gaza.

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