Le jihadiste dell’Isis reclutate in occidente per vigilare sulla sharia

Vi sarebbero anche delle donne con funzioni di polizia tra i jihadisti arruolatisi nelle file dell’Isis per combattere in Medio Oriente. È quanto rivela il giornale britannico Guardian dando conto di una ricerca del King’s College che da tempo si occupa di 21 ragazze britanniche che hanno abbracciato la lotta armata in Siria. Le ragazze in particolare avrebbero il compito di vigilare sulla sharia, la legge islamica, e quindi di individuare le donne da punire per il loro comportamento contrario all’Islam. La brigata tutta al femminile sarebbe composta da una sessantina di agenti tra cui almeno sette britanniche, alcune anche in posizioni di comando. In realtà la sorte della maggior parte delle donne che ha deciso di unirsi al califfato islamico è stata ben diversa. Infatti difficilmente l'Isis ammetterebbe donne come combattenti o con qualche ruolo di rilievo nell'organizzazione islamica, ma da sempre ha spinto affinché arrivassero donne da dare in sposa agli uomini combattenti. Lo stesso Califfo Al Baghdadi più volte ha incoraggiato l’arrivo di donne dall’estero sottolineando la novità dello Stato Islamico alle deluse dall'occidente.

Alle occidentali spesso affidata la comunicazione

Eppure, secondo lo studio britannico del Centro internazionale per gli studi sulla radicalizzazione, molte delle occidentali che hanno deciso di unirsi all'Isis, pur restando nelle retrovie e rinchiuse in casa ad occuparsi dei figli, gestiscono parte delle comunicazioni e della propaganda via Internet. Secondo i media britannici tra di loro ci sarebbero le due gemelle sedicenni Zahra e Salma Halane, fuggite da Manchester due mesi fa per diventare spose di guerriglieri dell’Isis. La figura chiave di queste donne sarebbe Aqsa Mahmood, 20enne ex studentessa modello che dopo aver lasciato Glasgow lo scorso novembre per sposarsi con uno jihadista, su twitter esorta le amiche a organizzare attacchi anche a casa propria, in occidente.