La storia di Mohamed, che sotto le bombe di Gaza continua a cucinare pizze: “Voglio portare gioia ai bambini”

Nel cuore di Gaza devastata da venti mesi di genocidio, sotto i bombardamenti incessanti, gli spari e l’artiglieria pesante israeliana, in mezzo a scaffali, forni e mercati vuoti qualcuno continua a impastare resistenza e farina. Si chiama Mohammed Al-Amarin, ha 34 anni, e nella vita è pizzaiolo e pasticcere. Da qualche settimana ha ripreso a fare pizzette per i bambini di Gaza, con la poca farina che riesce a trovare.
“Salam Alaykum! Sono lo chef Mohamed Al-Amarin di Gaza”, dice con voce pacata ma decisa al telefono con Fanpage.it. “La guerra mi ha tolto tutto ma pizzaiolo e pasticcere ero prima della guerra e pizzaiolo e pasticcere sono ancora. Continuo a fare il mio lavoro per sostenere la mia gente, in particolare i bambini affamati. Sorridere oggi per loro è un sogno e per me è fare in modo che possano farlo”, continua.
A Gaza City assediata dalle bombe, dove l’acqua potabile è ormai un miraggio e la fame è quotidiana, cucinare è un gesto di resistenza. Con un piccolo forno, ingredienti ridotti all’osso e il supporto dei vicini, Mohamed ha riaperto il suo laboratorio improvvisato nel giorno dell’Eid. “Ho appena riaperto il ristorante durante l'Eid al-Adha, voglio provare a portare gioia ai bambini”, ci aveva scritto lo scorso 8 giugno, “ho cucinato pane ripieno di cioccolato, spinaci e patate, e croissants. Vorrei poter fare i cannoli italiani, ma non ci sono uova per fare il biscotto e non c'è formaggio”, così continuava il messaggio. Poi il silenzio nei giorni del totale blackout nella Striscia di Gaza e solo qualche giorno fa la conferma che Mohammed ce l'ha fatta: continua a regalare sorrisi ai bambini con la sua cucina.
“Qui a Gaza non conosciamo la resa, ma piuttosto la fermezza, la determinazione e la resistenza. Siamo aggrappati alla vita e non la molleremo fino all’ultimo respiro”, continua il pizzaiolo.
A renderlo ancora più straordinario è la sua storia. Mohamed ha imparato a fare la pizza nel 2013 da uno chef italiano, Maurizio, arrivato a Gaza da Cagliari. Insieme hanno lanciato la prima attività di pizza italiana a Gaza City. Poi, nel gennaio 2023, è riuscito a viaggiare in Italia per la prima volta. A Palermo ha seguito un corso di formazione con lo chef Pasqualino Barbasso, leggenda della pizza acrobatica, e ha studiato per due mesi i segreti della cucina italiana e italo-siciliana.
“Il mio sogno ora è tornare in Italia, imparare ancora altre cose, altre ricette e aprire un ristorante italo-palestinese”, racconta. Ma intanto, a Gaza, Mohamed ha scelto di non fermarsi, anche perché finora tutte le sue richieste di evacuazione in Italia non hanno ricevuto alcuna risposta. “Nonostante il deterioramento delle condizioni e la limitata disponibilità di cibo, continuo a fare la pizza. Per i bambini e per far rivivere la cultura italiana qui a in mezzo alle bombe”.
Venerdì scorso, con una manciata di ingredienti, ha distribuito 150 pizzette calde tra i piccoli del quartiere e nei prossimi giorni, se ci sarà abbastanza farina, vuole rifarlo. Il sogno di tornare in Italia, un forno in mezzo a quel che resta di Gaza City e una teglia di pizzette calde: nella Striscia anche questo è resistenza.