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Guerra in Ucraina

La Russia rischia davvero il default per colpa delle sanzioni: a che punto siamo

La Russia ha pagato parte degli interessi sul debito in rubli ma per le Banche si configura come default tecnico. Mosca: “Abbiamo tutte le risorse finanziarie”.
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A cura di Antonio Palma
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Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina la Russia è stata colpita da una valanga di sanzioni economiche da parte dell’Occidente, Stati Uniti e Unione Europea in testa, che hanno messo in seria crisi l’intero apparato finanziario di Mosca ma in alcuni casi anche quello produttivo. A complicare le cose il blocco delle riserve valutarie in dollari all’estero che potrebbero ora impedire a Mosca di pagare le cedole sul debito pubblico rendendo la Russia insolvente per la prima volta dopo un secolo. Nonostante le rassicurazioni del Cremlino e i tentativi di Putin si spingere l’Occidente ad allentare la pressione, ad esempio attraverso l’obbligo del pagamento in rubli per il gas e le altre materie prime, per gli esperti il default della Russia potrebbe essere dietro l’angolo.

La Russia ha pagato l'ultima cedola del debito in rubli

La Russia finora ha pagato tutte le cedole previste anche se nell’ultima tranche dell’inizio di aprile ha dovuto sborsare parte del dovuto in rubli, circa 650 milioni di dollari, proprio a causa delle restrizioni imposte dagli Stati Uniti. In teoria avrebbe dovuto pagarli con dollari della riserva detenuta presso JPMorgan Chase ma la banca si è rifiuta di effettuare il pagamento dopo aver consultato il governo americano. Una inadempienza contrattuale che, secondo varie agenzie di rating e le stesse banche, potrebbe costituire un “default tecnico” vale a dire avere i soldi ma non poterli usare. Dal suo canto Mosca ha ribadito di ritenere comunque pienamente rispettati gli obblighi anche con l’uso dei rubli al posto dei dollari americani.

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Banche: "Default tecnico della Russia entro il 4 maggio"

Un comitato composto da rappresentanti dei maggiori gruppi bancari mondiali come Goldman Sachs, Barclay e la stessa JPMorgan Chase, ha stabilito che la manovra di Mosca in rubli si configura come un "potenziale mancato pagamento" su due obbligazioni sovrane, il che vuole dire un passo decisivo per il default della Russia. Mosca potrebbe comunque evitare un default se paga gli obbligazionisti in dollari entro un “periodo di grazia” di 30 giorni che scade però il 4 maggio. La sentenza del comitato potrebbe comunque avere già conseguenze immediate innescando un aumento dei premi sulle assicurazioni contro l'esposizione a rischi finanziari, in questo caso sulla Russia inadempiente sul suo debito sovrano.

Banca centrale russa: "Abbiamo tutte le risorse finanziarie"

A gettare acqua sul fuoco però è stata la governatrice della Banca centrale russa, Elvira Nabiullina, secondo la quale la Russia "non corre alcun rischio di default" perché "ha tutte le risorse finanziarie" per far fronte ai suo impegni.  Un passo indietro dopo le precedenti afferm un defaute tencio azioni nelle quali aveva spiegato che le sanzioni internazionali alla Russia avrebbero avuto "un impatto più forte" sull'economia locale che "dovrà in questi mesi affrontare dei cambiamenti strutturali" per adattarsi alla nuova realtà. Parole  subito smentite da Putin che aveva invece parlato di ‘economia che "si sta stabilizzando" così come l'inflazione e un rublo tornato ai livelli di prima dell'inizio della guerra in Ucraina.

Banche russe hanno mancato il pagamento degli interessi

La questione dei pagamenti del debito sovrano però è solo un esempio delle ricadute delle sanzioni imposte alla Russia a causa dell'invasione dell'Ucraina. Le aziende russe infatti sono sempre più coinvolte e solo questa settimana tre delle più grandi banche russe hanno mancato il pagamento degli interessi dovuti alle loro obbligazioni, secondo quanto rivelato da Bloomberg. Altre aziende sono in difficoltà con i pagamenti e rischiano di vedersi tagliate completamente fuori dai mercati e approvvigionamenti.

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