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“La Russia ha dichiarato una guerra totale alla verità”, dicono gli Stati Uniti

Gli Stati Uniti segnalano la battaglia di Putin in Russia contro i social network e i media indipendenti, diventata più intensa negli ultimi giorni: l’obiettivo è nascondere l’invasione in Ucraina ai propri cittadini, o comunque manipolarla.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La Russia ha dichiarato guerra anche alla verità. Con un comunicato durissimo – ma perfettamente in linea con i toni di questi giorni – il dipartimento di Stato americano ha lanciato l'allarme sulla condizione dei media nel Paese guidato in guerra da Putin. Soprattutto nelle ultime settimane, infatti, ci sarebbe stata una ulteriore escalation interna che ha comportato la repressione degli ultimi media liberi: "La Russia è impegnata in una guerra non provocata contro l'Ucraina – si legge nel comunicatoIn patria, intanto, il Cremlino ha fatto partire un assalto totale alla libertà dei media e alla verità". E attenzione, perché "gli sforzi di Mosca per nascondere la verità sulla sua brutale invasione si stanno intensificando".

Secondo quanto riportano gli Stati Uniti il primo marzo il procuratore generale russo avrebbe ordinato all'autorità per le comunicazioni di limitare l'accesso a Radio Ekho Moskvy e Dozhd TV, bloccando i loro siti web e la possibilità di trasmettere. Contro le due emittenti indipendenti sono piovute accuse: "Incitazione all'estremismo e alla violenza" e "condivisione di informazioni false sulle azioni dei militari russi in Ucraina". Si tratta di due media importanti e rispettati per la loro imparzialità, mentre altri sono finiti nel mirino del Cremlino.

La Russia, sempre secondo gli Usa, sta anche "bloccando Twitter, Facebook e Instagram, su cui decine di milioni di cittadini russi fanno affidamento per accedere a informazioni e opinioni indipendenti e per comunicare tra loro e con il mondo esterno". In questo modo "si limitano ulteriormente i luoghi in cui i cittadini russi possono conoscere e vedere la verità e le prove dell'invasione in Ucraina".

Le minacce di Putin, però, potrebbero non fermarsi qui: "Domani il Parlamento russo si riunirà per decidere se varare una legge che renderebbe la divulgazione ‘non ufficiale' sull'invasione dell'Ucraina punibile con il carcere fino a 15 anni – dicono ancora gli americani – Il popolo russo non ha scelto questa guerra. È stato Putin a farlo". E perciò "hanno il diritto di sapere della morte, della sofferenza e della distruzione inflitta dal loro governo al popolo ucraino".

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